di Giancarlo Maffi
Dice: andare in un locale con Maffi mette ansia. Ha quello sguardo indagatorio, diffidente, quasi sospettoso, quella faccia un po’ così che ha chi è nato alle case popolari ma poi hai mangiato da sceicco per quarant’anni. Non è così, o almeno non è sempre così. Ho avuto poco a che fare con le polpette americane. Sarà per via di un aspetto generazionale: MD in Italia ancora non c’era. Ricordo un Burghy aperto a Bergamo e subito chiuso. Le polpette le faceva nonna Linda a casa con i resti del lesso e poi le ripassava in padella, nel burro ovviamente.
Ho conosciuto Daniele Berti qui in Versila, al Texas, forse un presagio, di Pietrasanta a Mare. Chef resident, quando nel peregrinare alla ricerca di un bagno bellino, possibilmente con piscina ma soprattutto idromassaggio per le comodità mie e della fanciulla con la quale allora “uscivo” (orrenda definizione, ma tant’è), scoprimmo un bagno appena ristrutturato, bianco totale e con cabine di tutto dotate, perfino dello spazio minimo per essere utilizzate “a libidum”.
Mai perdere i dolci vizi, se appena puoi…Il problema sono sempre stati i gestori. Cuneesi della peggior specie, soprattutto lei, il fenicottero sgraziato, così supponente da voler mettere naso in cucina senza un minimo di competenza. Daniele faceva del suo meglio. Stringemmo un po’ di conoscenza in occasione di quella serata in cui Pasquale Torrente e Raffaele Vitale vennero per un evento proprio bellino, portando la Campania in Versila. Cuoppo, montanare, spaghetti con il pomodoro di Raffaele, nero casertano. Un successone. Strapieno, mandammo via persone. La Bruno e il suo compagno di merende, il Merlo di Camaiore, soffiarono vento sul fuoco di una stupida polemica campanilistica. A fine stagione fanculai il fenicottero e il cinghialone e salvaguardai il rapporto con Daniele. Lui ha il sacro fuoco, la passione, la giusta ambizione e un minimo di umiltà, che non guasta. Superò un problema di salute, un anno difficoltoso in un altro ristorante di spiaggia al Forte e poi iniziò questa intrapresa a Massa, in centro. Temevo di averlo perso. Mi disse- apro una hamburgeria, cercherò di non deluderti- ma io temevo si fosse perso solo dietro ai meandri del vil denaro. Ha aperto a giugno, giugno maturità dell’anno (cit), 2014.
Altro che deludermi. Bravo da far invidia. Nulla lasciato al dettaglio. Sembra un Fratello Salvo da San Giorgio a Cremano pure lui. Problemi con le patate? Convince i contadini di Montignoso, dove è nato, a mollare altre produzioni sterili e a coltivarle solo per lui. Golose da impazzire, spesse, doppia cottura, sapore di castagna, anche in versione arrosto. Presentate in un cestello che riproduce la friggitrice, maionese fatta in casa, salsine pure. Maniacale cura dei dettagli, mise en place deliziosa. Daniele mette a punto la ricetta base dell’hamburger poi la moltiplica in decine di versioni. Carne? Le nipoti delle chianine. Polli? Quelli buoni. Formaggi? Guffanti e bufale vere. C’è da mettere a punto ancora qualcosa sui salumi, ma sono dettagli. Birre, qui Nicola Bartolomucci avrebbe qualcosa da dire, vini in misura e qualità più che ampia. Poi, d’un botto, trova l’ uovo di Colombo. Qui il TORTELLO diventa TORDELLO. Ci sono le fiere, le disfide televisive regionali, il nostro Morodei/Ciomei presenzierà a una di esse in settembre, il Caffè della Versiliana gli ha dedicato un pomeriggio. Il tordello ha pasta povera, acqua e farina, ripieno di carne, che ognuno fa a modo suo, campanile contro campanile. Tutti lo rovinano mettendoci sopra il ragù, così del ripieno non hai più alcuna percezione seria. Daniele ha pensato di destrutturarlo. Infila il ripieno nel suo pane, fatto appositamente per il locale, lo intriga e lo esalta con qualche spinta appena piccante. È buono da impazzire. La forchetta e il coltello sono inutili orpelli. Ti sporchi le mani, la faccia, ciucci le dita a fine corsa, sostanzialmente godi di un amplesso lungo e effervescente. Non lo sai e non ci pensi ma Daniele te lo prepara anche da asporto.
Il pensiero corre non alla spiaggia, ma alle colline appena dietro il centro di Massa. E ti viene voglia di correre lassù, in un prato qualunque, un plaid estivo, la bottiglia di un civile Pinot Nero di dodici gradi, freddo, e il tuo hamburger e quello di una Lei golosa come te. Camporella è il paese della felicità ed esiste ovunque. Ti butti lì, guardi la luna e le stelle e il mare lontano. Il paradiso è vicino a te. Battono cuore, un poco, e soprattutto ormoni. Il sacchetto delle patatine di Daniele Berti e la maionese. A quel punto la maionese la puoi mettere ovunque…Nasce il Burgher Camporella! E’ la notte di San Lorenzo, guardi le stelle e godi. Ovunque!!!
Steak Burger Gourmet
Via Cavour, 26
54100 Massa (Ms)
Tel. 320.8576455
www.steakburger.it
info@steakburger.it
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