Qualche settimana fa, a proposito dell’ascesa lampo di Ada Gourmet (PG), ci chiedevamo come si possa arrivare alla stella in meno di un anno. Oggi la questione è ribaltata: come si fa a preservare una tale fama nei decenni.
La famiglia Alciati è sinonimo di qualità e territorio in Piemonte. Oggi nel ristorante “guido”, ben integrato in quello che è diventato “Il Villaggio Narrante” di Fontanafredda, ha raggiunto una maturità di riferimento per appassionati e curiosi da tutto il mondo forte di un approccio che, ante litteram, ha favorito l’esaltazione dei prodotti e delle ricette del luogo. E allora che nessuno si perda gli agnolotti di Lidia al sugo di arrosto (arrivati anche sul Los Angeles Times Lidia )
che poi, come tutti i primi, saranno sempre accompagnati dai tradizionali plin al tovagliolo. Chi frequenta questi luoghi lo sa: pasta ripiena; il termine “plin” richiama il pizzicotto
necessario per la chiusura degli agnolotti e quelli al fazzoletto sono cotti ma senza condimento, facili da portarsi dietro come pasto o snack. Insomma, tra le altre, quella che era la merenda per (ormai non più) bambini piemontesi.
Lidia era la mamma dell’attuale chef Ugo, e insieme al marito – Guido appunto – decide di avviare un ristorante ispirato alla stagionalità nel 1960. Ottengono la prima stella Michelin nel 1973 e la seconda nel 1976. Dunque, tra i primi stellati italiani e tra i pochissimi bi-stellati a quel tempo.
Dopo un’esperienza a Pollenzo, nel 2013, i fratelli Alciati, seconda generazione, approdano a Fontanafredda. Guidoristorante Ristorante di tradizione e memoria – Guido Ristorante si trova al primo piano della Villa Reale, quella che ha celebrato l’amore tra il Re Vittorio Emanuele II e la Bella Rosina alla base della storia di Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore in un ambiente raffinato ma che non mette soggezione. Ugo Alciati delizia senza mai perdere il focus sui prodotti e la sua terra con il fratello Piero in sala a continuare una vocazione di famiglia come poche.
Si spazia dal vitello tonnato (“secondo la ricetta tradizionale del ristorante guido dal 1961”) presentato con maggiore sobrietà in bocconi spessi porzionati al vegetale, come la bistecca di cavolo verza con tartufo nero pregiato:
deliziosa nella sua essenzialità. E, ancora, dagli agnolotti al sugo di arrosto vellutati semplicemente da far valere il viaggio – alle carni: faraona (con pan brioche, paté di fegatini, salsa al marsala e tartufo nero) ad esempio, oppure una selezione di formaggi da far perdere la testa.
Le preparazioni sono lineari all’insegna del massimo equilibrio a riprova di una mano ferma frutto di esperienza e tradizione, la sapienza di chi sa di custodire valori familiari e territoriali da non poter tradire al primo canto da sirena errante.
E poi l’altra passione dello chef: il magnifico gelato fiordilatte mantecato a mano (con latte della vacca bianca piemontese della Valle Stura).
Più che di “esperienza” – come tanto piace fare oggi – parlerei di percorso e immersione nella storia e nella memoria; di passaggi obbligati per chi a tavola si siede per capire e approfondire oltre che divertirsi.
Villaggio di Fontanafredda
Serralunga d’Alba | via Alba 15 | 12050
info@guidoristorante.it
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