Nulla di nuovo sotto il sole del Nord, o perlomeno poco. Stelle a pioggia in Piemonte, logica conseguenza di un territorio in cui è difficile sbagliare in cucina, con quei prodotti e quella tradizione. Per farlo bisogna impegnarsi.
Ecco allora che il buon Marc Lanteri, già stellato a Cuneo, riprende, dopo un anno solo di attesa, quello che tutti sanno essere un riconoscimento soprattutto al cuoco, oltre che al ristorante. Bravo Marc! E Bravi Boglione e Bussetti, nei rispettivi castelli, dove è quasi impossibile non prendere l’ambito riconoscimento, che è pur sempre l’imprimatur di una guida per il turista. Peccato solo per l’altra faccia della medaglia Michelin, la predilezione per i ristoranti d’albergo, sconfessata in questo caso per aver negato una stella disegnata e dipinta al Boscareto Resort.
Sorprendente la stella alla Locanda del Notaio, a Pellio Intelvi. Sorprendente almeno per me, che visitai il posto l’anno scorso e, seppur interessante, lo vidi alquanto immaturo ed ancora da farsi. Scontata l’investitura della locanda Margon, di cui ha preso le redini Alfio Ghezzi, ex sous chef del bi-stellato Andrea Berton a Milano. Immensamente soddisfatto per il riconoscimento a Pier Giorgio Parini a Torriana e a Fabio Barbaglini a la Salle, due miei pallini, se così si può dire.
E qui finisce la cronaca istituzionale …
“Ciò che non c’è non si può rompere” amava abilmente rispondere Henry Ford I alle critiche sulla spartana e francescana semplicità delle sue auto. Cosa c’entra direte voi ? C’entra perché qui siamo su un blog, e i blog sono spesso oggetto di sbeffeggi ed altezzose prese di posizione aprioristiche. Si continua ad ignorare il fenomeno blogosfera.
Peccato, perché il mondo va avanti. Perché la comunicazione è più veloce, e forse questo a volte si tira dietro alcuni difetti, ma al contempo è più limpida e trasparente. Soprattutto sul web. Dove se menti sapendo di mentine prima o poi ti sgamano, dove se sei misterioso, criptico e sfuggente ti massacrano all’angolo, additandoti come eretico. Dove se scrivi qualcosa devi sempre argomentarlo, giustificarlo e motivarlo fino allo sfinimento. Ecco allora che, con vigorosa convinzione, chiediamo alla Michelin, ufficialmente, di rompere gli indugi e di spiegarci, argomentarci, dettagliarci meglio il suo metro di giudizio. Così, per capire meglio. Perché della trasparenza in questo senso ne gioveremmo tutti, in primis loro. Perché “dire poco perché almeno non si fraintende” è, parafrasando Ford, anacronistico e fuori dal tempo.
E’ difficile per noi appassionati spiegarci l’incartapecorito Bocuse, francese, a tre stelle, con una cucina ai limiti dell’imbarazzante a fianco di tal Piero Bertinotti del Pinocchio di Borgomanero, letteralmente derubato di una stella che se era giusta 10 anni fa lo è ancor oggi, perché nulla li è mutato. Sarà, come si dice, il passaggio di un ispettore francese che, andato su tutte le furie presumo per un fazzoletto fuori posto del Maitre, ha usato tutta la sua influenza sulla colonia italica per penalizzare un monumento, dicasi monumento, della nostra ristorazione ?
Ma la stella non è data alla cucina ? A tal proposito cosa dire dell’assordante silenzio determinato dall’assenza, oggi, di Paolo Lopriore ? Incomprensibile …
Ebbene si, Barbaglini a la Salle e Parini a Torriana hanno preso la stella. Ma fossi in loro non sarei così contento di stare in un gruppo in cui non c’è Lopriore, in un gruppo in cui si festeggia la stella oggi, ma domani, forse, si vedrà, anche dopo anni di onorata ed imperturbabile carriera. Perché può sempre capitarti un Console in arrivo, e li nulla è più forte …
Che Fausto Arrighi, uomo a modo, gentile, sempre disponibile, scenda qui in campo. Non gli chiedo di aprire un blog, no, non glielo consentirebbero i cugini d’oltralpe. Che venga qui, tra noi, appassionati, a discutere, a confrontarsi, a spiegarci perché … perché ci sarà pure un perché, che ci piacerebbe tanto conoscere.
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