di Virginia Di Falco
Avendo a disposizione del tempo libero – uno dei rarissimi beni preziosi (e gratis!) che ancora ci resta – vediamo dove è possibile trascorrere a tavola qualche ora piacevole dedicandosi all’arte della buona tavola.
Capitolo ristoranti: impossibile non partire da quello che può essere considerato a Roma un vero e proprio poker d’assi: Pipero, Roscioli, Baldassarre e Terrinoni.
In Corso Vittorio Emanuele, c’è la nuova sede del ristorante Pipero. Non resterete delusi: qui la la cucina di Luciano Monosilio è davvero una delle più belle cartoline della Capitale.
Se invece siete nei dintorni di Campo de’ Fiori (e, soprattutto, ci avete pensato in tempo) non perdete l’occasione di assaggiare un trancio di pizza al forno Roscioli o di spostarvi in via dei Chiavari per quella che in tanti ritengono la carbonara più buona di Roma. Sicuramente è tra le più famose, e qui trovate la ricetta di Alessandro Roscioli: quindi un souvenir imperdibile.
Adriano Baldassarre è di nuovo a Roma, con il suo Tordomatto. Sicuramente siamo in presenza di una cucina di autore che punta adesso sul discorso vegetale, l’uso di odori e spezie un po’ più moderno, proponendo piatti meno grassi e decisamente saporiti.
Una cucina di pesce modena, elegante, a tratti spiritosa come lo chef Giulio Terinoni? Non avete che da provare Per Me, con il suo gioco di assaggi, o meglio di ‘tappi’ come li chiama lui: non ve ne pentirete.
Capitolo osterie:
Siete in centro in giro per mostre e monumenti? Bene. Con un po’ di attenzione e avendo cura di prenotare in tempo, ci sono diverse ed interessanti trattorie per sfuggire alle numerose trappole per turisti.
Tanto per cominciare, se la bellezza e la profondità del Pantheon vi ha tolto il fiato, riprendetelo comodamente seduti (quindi prenotazione obbligatoria), davanti ad una buona gricia, da Armando, dove la famiglia Gargioli da mezzo secolo riesce nel miracolo di gestire una eccellente trattoria in uno dei posti più turistici di Roma.
A pochi passi c’è poi un altro piccolo monumento alla tradizione romanesca: carbonara, cacio e pepe, involtini e abbacchio in un ambiente quasi fuori dal tempo e camierieri simpaticissimi: dal Cavalier Gino, di fronte al Parlamento.
Santo Palato. Capofila della riscossa della «trattoria moderna» nella Capitale, imperdibile se siete appassionati di tradizione romana e quinto quarto, la cucina della giovane Sarah Cicolini: da una superlativa carbonara alla pasta e fagioli con testina di vitello, piatti veraci e ben eseguiti.
Sempre nelle vicinanze, nella piazzetta della Cancelleria trovate un’osteria del circuito Slow Food, Al Grappolo d’Oro: prodotti cercati con cura e ricette della tradizione ben eseguite.
Cucina ebraico romanesca con una bella carta dei vini e un ottimo servizio ai tavoli di La Matricianella, a Campo Marzio, a due passi da San Lorenzo in Lucina. Da non perdere, in questo caso, il gran fritto vegetale, le animelle e le fettuccine con le rigaglie di pollo.
Ora. Se questo piccolo vademecum sarà riuscito nell’intento di tener lontani fiumi di persone dai dintorni di piazza Cavour, io posso tranquillamente prenotare una serata in santa pace a base di supplì e carbonara dal mio amico Arcangelo Dandini :)
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