Guida di Repubblica ai sapori e ai piaceri di Roma e del Lazio, l’ennesimo successo di Giuseppe Cerasa conferma che c’è spazio per le guide fatte per i lettori

Pubblicato in: I libri da mangiare

Presentata ieri a Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia, l’ultima edizione della Guida di Repubblica ai sapori e ai piaceri di Roma e del Lazio, in edicola a partire da oggi con 312 nuovi indirizzi, migliaia di ristoranti segnalati e decine di itinerari e interviste.

Possiamo dire che questa è la mamma di tutte le guide, quella da cui prese le mosse il direttore Giusepe Cerasa quando dirigeva la cronaca di Roma di Repubblica. Una formula semplice, da cronista appunto, quella di mappare il territorio, raccontare le storie, far uscire fuori i protagonisti di un settore che guarda con ottimismo al futuro in una Italia sul depresso andante.

Il segreto delle guide di Repubblica, che complessivamente hanno raggiunto un milione di copie, è che sono scritte per chi le legge, non per i cuochi e gli sponsor. Curate nei dettagli, ricche di informazioni, da leggere i temi e le testimonianze, sono un arricchimento come erano un tempo quelle rosse del Touring Club. L’altro apsetto è che si tratta di guide che non parlano ad una avanguardia perché non si occupano solo della nicchia della nicchia della nicchia perché è figo. da cronista di razza, Cerasa sa che il successo di un critico e di un giornalista è quello di farsi ascoltare da tutti e soprattutto leggere da tutti.

Linguaggio semplice dunque, e immediata fruibilità.

Il quadro della Roma gastronomia che esce da questa nuova edizione è sicuramente diverso da quello del comune sentire di questa città su se stessa in questo momento. Gli alberghi continuano ad investire, le aperture e le nuove idee si susseguono, l’attenzione sui prodotti e sulla tarcciabilità è sicuramente superiore qui che a Milano e a Napoli, non a caso la brigata agricola di Bonci nasce qui. Uno sguardo laico, senza prendere posizione, ma raccontando i diversi stili.

Per entrare a Roma uno strumento indispensabile, possiamo dire che Cerasa è come la Juve: vince un campionato dietro l’altro. Nel 2020 saranno 56, più di uno a settimana.

Alè

 


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