Il Negroamaro ha ancora oggi dominante la chiave di lettura che gli diede Severino Garofano. Il Primitivo deve molto alla giovane generazione di viticoltori che ne hanno costruito il successo sia a Manduria che a Gioia del Colle e che lo hanno trasformato nella locomotiva del vino del Sud continentale. E il Nero di Troia? La terza uva del tridente rosso pugliese è quella che può vantare l’arealee i volumi più bvasti ma è ancora in cerca di una definizione precisa. Su questa uva un ottimo lavoro è stato fatto dalla cantina di San Severo la cantina D’Alfonso Dal Sordo con cui ha collaborato lo stesso Severino Garofano e poi un giovane Moio ai tempi in cui stava all’Università di Foggia, dove anche lì ha seminato tantissimo e favorito l’identificazione di un profilo di questa uva. Ieri ci siamo fatti il primo ragù del nuovo anno e invece della scelta scontata di un Aglianico abbiamo puntato decisi su uesta vecchia bottiglia che riposava da tempo a casa e ne abbiamo avuto buona soddisfazioni anche se il profilo è sostanzialmente diverso soprattutto per quanto riguarda i tannini, in questo caso decisamente meno invasivi, più fin ie più eleganti. Il protocollo di lavorazione prevede la fermentazione in acciaio e poi l’elevamento in barrique per due anni e questa è in assoluto la prima etichetta dell’azienda vinificata in purezza, sicuramente una delle prime in Puglia. Ma ciò che conta è l’idea che ci ha lasciato: pensiamo infatti che il profilo di questo vino debba puntare sulla eleganza e che su questo si debba distingure sia dal negramaro che dal primitivo che giocano sopratutto di potenza.
Oggi questi concetti si sono evoluti, spesso l’uno non esclude l’altro, ma Il Duca San Leo dopo dieci anni si è presentato assolutamente integro, a cominciare dal tappo, con un frutto in primo piano molto ben integrato nel legno che ha rilasciato piacevoli note balsamiche rinfrescanti. Un vino di grande bevibilità grazie ai tannini lavorati dal tempo, dal protocollo e per loro natura già gentili in partenza.
Insomma, un gran bel vino che noi pensiamo di aver stappato allo zenit. Nostra abilità? Macchè, lo stappo si decide di istinto e dipende da cosa mangi, con chi stai seduto, da come è il tempo, da quanta voglia hai di pensae al vino. Insomma, un algoritmo più complicato dei dpcm di Conte e peciò senza alcuna valenza scientifica :-)
Sede a San Severo (Fg) – Contrada Sant’Antonino
Tel 0882 221444 – Fax 0882 241234
info@dalfonsodelsordo.it www.dalfonsodelsordo.it
Enologo: Cosimo Cristiano Chiloiro
Ettari vitati: 50 – Bottiglie prodotte: 120.000