COLLI DI CASTELFRANCI
Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 24/30. Palato 27/30. Non Omologazione 32/35
Il mio primo ricordo dei bianchi di quest’azienda, che ha sposato la filosofia dell’understatement, poco chiasso, niente autoesaltazione: parlano i vini, risale al Vinitaly del 2004; allora in un podio ideale dei migliori vini campani in Fiera, Luciano Pignataro inserì il Fiano Paladino vendemmia tardiva 2003, un vino straordinario. Nel 2004 non avevo ben idea di dove fosse esattamente questo piccolo borgo che si trova nel pieno dell’areale del Taurasi e tra le zone più vocate alla produzione di aglianico; scoprii che Castelfranci è un paesetto dell’Alta Irpinia a 450 mt sul livello del mare e sulla valle del fiume Calore. Si trova quindi in una condizione pedoclimatica d’eccellenza. L’azienda nasce nel 2002 dall’unione di due soci Luciano Gregorio e Gerardo Colucci. Da quell’anno i due soci – amici ne hanno fatta di strada, oggi la cantina è una realtà solida, moderna e vocata all’accoglienza: si organizzano visite guidate, degustazioni ed è anche prevista l’ospitalità in tre camere ( per buyers, clienti e appassionati) con l’uso di sala da pranzo e cucina, per consentire loro d’ immergersi pienamente nel territorio in tutto relax e lontani dalla vorticosa vita di ogni giorno.L’azienda è presente nella migliore ristorazione ed è molto attiva anche nell’esportazione.
Quasi dieci anni fa insieme a Luciano Pignataro decidemmo di trasformare quel podio del web in degustazione dal vivo, organizzando una degustazione dei primi tre bianchi e primi tre rossi, presso l’azienda agricola La Palombara nell’alto casertano abbinando ad ogni piatto uno dei vini della classifica virtuale. Fu una bella manifestazione con tanta gente arrivata da ogni parte della Campania e l’entusiasta amica Lya Ferretti, scomparsa da qualche anno. Questa ormai è storia.
Veniamo al Greco di Tufo, Grotte 2009, scovato per caso qualche giorno fa nelle mie riserve, tra gli scaffali più nascosti. Non ho esitato a stappare: a Castelfranci il clima è rigido e dà vita a vini sottili, raffinati e allo stesso tempo di corpo e persistenza. Il colore vira verso un giallo oro intenso, carico di pagliuzze similmente dorate e cristalline, con ottima consistenza in roteazione. Il primo naso si è rivelato non ricchissimo di profumi, ma straordinariamente minerale con la pietra focaia dominante; con lo scaldarsi del vino e l’ossigenazione sono sopraggiunti profumi di fiori gialli appassiti, ginestra, pesca gialla matura ricca di polpa e erbe aromatiche, in particolare salvia. Al palato il vino gira piacevolmente, freschezza e sapidità, soprattutto la seconda, hanno retto alla grande e si fondono alla perfezione nel ritorno di bocca. La lunghezza in termini di persistenza aromatica è a livello di grandissimi bianchi, conferma della inclinazione ben nota dell’enologo Alessandro Mancini verso i vini bianchi. A tratti, mineralità e idrocarburi, di stile quasi alsaziano mi hanno portato con la mente al Vigna Vulcano 2002 Lacryma Christi riserva di Villadora che però affronta un leggero affinamento in legno, qui di legno non v’è traccia e questa è la meraviglia, probabilmente questo vino ha ancora parecchio da offrire. In abbinamento è un jolly e questo è un gran vantaggio per il consumatore, oltre alla piacevolezza della beva e all’ottimo rapporto prezzo – qualità; lo abbiamo bevuto su uno straordinario e originale plateau di mare in bianco,composto da rondelle di calamaro farcito, con pane grattugiato, olive bianche, pezzetti del calamaro stesso e qualche vongola, infornati; disposte a corona intorno al piatto, fantastiche cozze al gratìn: la tendenza dolce e l’aromaticità del piatto hanno inscenato un matrimonio d’amore. La bottiglia è terminata prima del calamaro, ma tant’è, abbiamo voluto accontentarci e non abbiamo scelto un secondo vino per godere della persistenza di Grotte 2009, davvero un’ opera d’arte della natura e dell’uomo.
Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Castelfranci, Contrada Braudiano. Tel e fax 0827.72392. Sito: www.collidicastelfranci.com, cantina@collidicastelfranci.com Enologo: Alessandro Mancini. Ettari: 25. Bottiglie prodotte: 170.000. Vitigni: fiano, greco, aglianico.
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