di Sara Marte
Grotta del Sole ha bisogno davvero di poche presentazioni. Un caposaldo della viticoltura campana ed una famiglia che al mondo del vino ha dedicato la propria vita con coesione e coerenza. Amichevole, giocoso e familiare è l’intenso incontro presso la cantina svoltosi con la squadra Slow Wine assieme a tutta la famiglia Martusciello . Dopo la sorpresa che ci ha riservato il Coste di Cuma in una ricca ed appassionata verticale, abbiamo avuto l’opportunità di provare il Montegauro declinato in cinque annate.
Il Montegauro fa parte dei vini Riserva della cantina. I vigneti sono quelli che si trovano, nel cuore dei Campi Flegrei, presso il lago d’Averno. Territorio di media collina con terreni vulcanici molto sciolti e piante tutte a piede franco. E’ piedirosso 100% che trova qui non più la sua espressione facile e beverina della più diffusa tradizione, ma fu concepito, fin dalla prima metà degli anni ’90, come un vino longevo. E’ elevato in barriques di rovere francese per 12 mesi ed è poi affinato in acciaio prima di essere imbottigliato.
Si comincia con la l’annata 2009. Non la troverete ancora in commercio poiché sta svolgendo affinamento in bottiglia; uscirà per Natale. Splendido colore rubino quasi impenetrabile, parla di grande freschezza di sentori e un forte equilibrio con il legno e le spezie. La frutta croccante come la prugna e la mora assieme alle note floreali conducono ad una bocca scattante ed un tannino di grande pregio che si muove setoso. Bella struttura per un sorso lungo.
2005: Si esprime cupo e mostra grande ritrosia nel lasciarsi conoscere. Non troppo performante ha comunque il suo stile per un vino che ha quantomeno retto bene il tempo. Il naso parla di prugne e frutta rossa , questa volta matura e lascia con decisione scie speziate ed ancora di tabacco e cioccolato. La bocca , presente e ancora abbastanza sapida, chiude però non troppo lunga.
2003: Naso peposo e speziato ha buona croccantezza di frutto.LA vigoria che ti aspetti non viene tradita. La bocca in linea col palato ha una certa agilità che lo contraddistingue e gli regala una beva verticale, vellutata e pulita. E’ un bel bicchiere da bere adesso con grande gusto o da attendere pazientemente giacché mostra la struttura necessaria per proseguire il suo percorso enoico. Molto gradito.
2001: Un naso di grande frutto molto maturo tra cui la marasca abbinato a sentori di pellame , spezie dolci , cacao amaro e pepe nero. La bocca non ha mantenuto l’agilità della precedente bottiglia e infatti risulta meno sapido, anche se il suo stato di salute è quello di un vino vivo e di buona materia.
1996: Trovarlo così pimpante è davvero una bella sorpresa. Colore fitto fitto con un’unghia leggermente aranciata compare al primo naso con una speziatura ben fusa alla tipica frutta, questa volta in confettura. E’ denso ed il sorso lambisce tutto il palato muovendosi consistente e avvolgente. Molto lungo nel finale. Davvero un bicchiere che ha molto da dire. Forse il sorso più coinvolgente tra i rossi in degustazione.
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