ROBERTO CERAUDO
Uva: pecorella in purezza
Fascia di prezzo:da 5 a 10 euro f.co cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5 Naso 25/30. Palato 27/30. Non Omologazione: 30/35
E’ di questi giorni la notizia del successo per questo bianco calabrese dimenticato, riportato in auge con passione dal vignaiolo sognatore di origini arbresh, Roberto Ceraudo. Finalmente anche il Gambero Rosso si è accorto dei passi da gigante che stanno compiendo diverse cantine calabresi, mosse dalla passione e dal desiderio di riscoperta del proprio patrimonio ampelografico. Ceraudo è senz’altro tra questi e non da adesso; da oltre vent’anni insegue il sogno di coltivare la propria terra secondo i ritmi della natura, vivendo quotidianamente a contatto con le vigne: come spesso ama ripetere “ho piantato la mia vita a Strongoli insieme ai miei figli, per inseguire un sogno”. Il sogno può senza dubbio alcuno dirsi realizzato. L’azienda ha avuto obiettivi chiari sin dalla nascita: nel 1992 è avvenuta la conversione in biologico certificata Icea e da qualche anno il vignaiolo romantico e sognatore, ma con i piedi ben saldi per terra, si sta interessando ai temi della biodinamica. In cantina collabora tutta la famiglia: i tre figli Susy, Giuseppe e Caterina si occupano rispettivamente di amministrazione e comunicazione, gestione completa del vigneto sino all’imbottigliamento e immissione sui mercati.
Veniamo al vitigno e al vino: Pecorella in purezza, vitigno autoctono recuperato da Roberto Ceraudo sulle coste della Calabria tirrenica e allevato sulle colline di Strongoli che guardano il mare, esposizione a sud – est da viti di oltre vent’anni. Il Pecorella si coltiva nel cosentino, da dove Ceraudo ha portato le piante sul versante ionico a Strongoli per sperimentarne la vinificazione anche in questa zona. Il vitigno non si alleva al di fuori della Calabria; matura al massimo nella prima decade di settembre, ma spesso si vendemmia già da metà agosto. Si coltiva ad alberello o cordone speronato, è resistente a condizioni meteorologiche avverse ma non sopporta la siccità.
Il vino si presenta di colore giallo paglierino carico con vene dorate, vivace con riflessi lucidi come l’ottone tirato a specchio, si muove sinuoso e lento nel bicchiere, sinonimo di buona consistenza e struttura (13,5% alcool). Al naso è ricco, intenso e complesso con sentori erbacei e speziati misti a una certa dolcezza, note salmastre, veri e propri soffi iodati (60 mt. sul livello del mare) e minerali miscelati a sentori di fiori gialli, mandorlo, macchia mediterranea e intensi ricordi agrumati di pompelmo amaro. Al palato le sensazioni olfattive ritornano passo, passo, con finale piacevolmente persistente: un misto tra agrumato aspro e delicato miele di fiori di agrumi misti che donano tratti aromatici. Di piacevolissima beva, Grisara, vino biologico certificato, si abbina bene alla cucina di mare di tutto il sud, come – grazie alla sua struttura – a carni bianche grigliate o al forno, a formaggi semi stagionati e sicuramente ai piatti del ristorante aziendale Dattilo della giovane chef di famiglia, Caterina Ceraudo che pensa i suoi piatti anche in funzione dei vini aziendali che conosce profondamente.
Abbinamento perfetto con le tagliatelle in mousse di baccalà e olive nere. La tendenza dolce e l’aromaticità del piatto contrastano e rispettivamente concordano con la freschezza e il carattere aromatico del vino. La freschezza e il corpo (13,5%) del Grisara gli garantiscono una longevità di almeno tre anni, ma potremmo avere belle sorprese attendendo ancora qualche anno. Ottimo rapporto prezzo qualità, poco più di 6,00 euro franco cantina e circa 11,00 in enoteca. Il Grisara è un vino brillante, solo apparentemente spensierato (è infatti frutto di un preciso progetto teso a produrre vini identitari), come il nostro vignaiolo: un sorriso sempre pronto sulle labbra e la mente incessantemente impegnata su nuovi progetti e idee, tutte con un unico identico fine: far crescere la Calabria, l’amata Terra di famiglia, adorata allo stesso modo dai tre giovani Ceraudo che non hanno ceduto alle lusinghe metropolitane e sono rimasti caparbiamente legati alle proprie origini.
Qui la scheda precedente.
Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli
Az. Agricola Roberto Ceraudo Strongoli Marina, Contrada Dattilo (Kr). Tel 39+0962 865613. www.dattilo.it email: info@dattilo.it . ettari vitati 22; oliveto 30; orto e aranceto 18. Bottiglie prodotte: 70.000. Enologo: Fabrizio Ciufoli con la collaborazione di Roberto, Giuseppe e Caterina Ceraudo. Uve: pecorella, mantonico, greco bianco, gaglioppo, magliocco, greco nero, chardonnay, cabernet sauvignon.
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