CONTRADE DI TAURASI
Uva: grecomusc’
Fascia di prezzo: da 5 a 10 Euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Riassaggio pre-estivo. Vado particolarmente orgoglioso di questa mia scheda. Qualche tempo fa sono stato, infatti, invitato alla laurea di una studentessa dell’Università di Agraria di Portici che, portando in discussione con il professore Moschetti una tesi sperimentale sul Grecomusc’, aveva deciso di citare la mia scheda. Scusatemi questo sfogo di presunzione ed un pizzico di narcisismo ma posso assicurarvi che è stata la più bella soddisfazione che mi è capitata da quando mi interesso di vino. Tra l’altro la tesi era molto interessante affrontando la diversità organolettica tra due campioni prodotti uno secondo classica vinificazione con lieviti selezionati e l’altro esclusivamente con lieviti indigeni. Un argomento di scottante attualità che meritava per il suo valore scientifico, forse, anche una maggiore diffusione tra gli addetti ai lavori. Non è mai troppo tardi. Io, invece, mi sono riuscito finalmente a procurare qualche bottiglia di questa riuscitissima versione 2004 che per l’esiguità dei quantitativi prodotti rappresenta una rarità non proprio facilissima da reperire. Ricordo che il Grecomusc’ è un vitigno distinto dal Greco, un’uva che soffre in fase di vendemmia per una certa carenza di acidità. Quindi trattato come il Greco e vendemmiato secondo tempi di maturazione non suoi finisce con il risultare in un vino senza nerbo e dal profilo piuttosto neutro. Non è questo assolutamente il caso! Forse aiutato da un po’ di malico (se ricordo bene svolge la malolattica solo parzialmente o per nulla) questo bianco continua a sorprendermi per la freschezza e la vivacità espressiva. Sono sempre gli agrumi ed una spiccata mineralità a caratterizzarne il quadro olfattivo. Devo ammettere che per questo vino sembra che il tempo si sia praticamente fermato. Gli accenni abbastanza netti di idrocarburi e la decisa sapidità del palato ne delineano gli aspetti più interessanti ed i tratti distintivi. Bianco da spendere come aperitivo in terrazza oppure su frutti di mare crudi, ostriche e taratufi, semmai con qualche scampetto di contorno.
Nota del 21-6-2005. Alessandro Lonardo mi ha confermato che questo particolarissimo bianco subisce nelle fasi iniziali di lavorazione un leggerissimo, per me quasi impercettibile, passaggio in legno, più precisamente in tonneux. Siamo agli inizi degli anni `90 quando Alessandro decide di avviare la ristrutturazione della piccola azienda agricola di famiglia sostituendo i vecchi impianti con l`intenzione di ridurre le rese e migliorare la qualità della produzione. Nel 1998 la figlia Enza esce con il primo millesimo di Taurasi ed è subito successo, una volta tanto, prim’ancora di pubblico che di critica. Ho sempre apprezzato i loro rossi ed anche l’ultima creatura nata in casa, pardon cantina, Lonardo, il Taurasi Riserva 2000 mi è parso veramente notevolissimo. Questo bianco, invece, non l’avevo ancora provato. Si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) trattare di un vitigno assolutamente unico la cui orginalità solo le analisi del DNA, in corso, potranno confermare. Sicuro è che il vino si mostra nel bicchiere con caratteri del tutto peculiari che mi sono piaciuti fin dal primo sorso e mi hanno affascinato non poco, essendo io un grande amante delle acidità. Di contro chi preferisce vini rotondi, semplici e fruttati potrà trovarsi in difficoltà. Il profilo olfattivo è decisamente agrumato, sembra di passeggiare tra alberi di limoni, con note di erbe aromatiche che ricordano la salvia e la menta. Al palato la corrispondenza gusto-olfattiva è da manuale con la spinta acida (il vino svolge la malolattica solo in parte) che garantisce la tensione della beva. Peccato che, da quanto ho potuto apprendere, buona parte della piccolissima produzione (2500 bottiglie) finisca al di là dell’oceano in quel di New York. Se vi dovesse capitare, dunque, qualche bottiglia a portata di mano non lasciatevi sfuggire l’occasione…
Questa scheda è di Fabio Cimmino
Sede a Taurasi. Via Municipio, 41. Tel. 081.5442457 , fax 082774704. lonardos@libero.it. Enologo: Maurizio De Simone. Ettari: 5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 20.000. Vitigni coltivati: aglianico, grecomusc’.
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