Piccoli produttori crescono. Una serata nella tavernetta di Mario Laurino interamente dedicata al Geco di Tufo di Giancarlo Barbieri, new entry del panorama vitivinicolo irpino, e all’areale di Santa Paolina, terroir d’elezione anche per disciplinare. Protagoniste della verticale, le sette annate dell’azienda Sertura che dalla 2015 alla 2009 hanno dato voce all’autoctono campano. L’Irpinia come punta di eccellenza della viticoltura italiana, dunque del mondo. Un territorio che morfologicamente si presenta come un intriso di valli e alture, tra le quali serpeggiano numerosi fiumi e torrenti, caratterizzato da un clima rigido d’inverno e fresco d’estate, con significative escursioni termiche, fattori ideali per la coltivazione della vite. Una fetta straordinaria di Meridione capace di esprimersi in maniera strepitosa sia con i bianchi di punta, il Fiano di Avellino e Greco di Tufo, sia con il Taurasi e, più in generale, con l’Aglianico. Un dualismo produttivo unico nella sua tipicità, capace di incantare in maniera compiuta gli appassionati di tutto il mondo. Il 2003 ha incoronato il Greco (e il Fiano) con la Docg, offrendo alla provincia di Avellino, l’accesso diretto alla rosa dei grandi terroir italiani. Con uno zoom sull’areale, la zona di produzione delle uve destinate a denominazione di origine controllata e garantita Greco di Tufo abbraccia i centri di Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni.
Un territorio di appena otto comuni in provincia di Avellino. Proprio nel cuore del terroior vocato, tra i filari di Greco di Santa Paolina, nella parte nord di Avellino, Giancarlo Barbieri, agronomo dal 1992, ha realizzato il sogno di una vita. Creare un’azienda vinicola capace di interpretare la voce del vitigno del cuore: il Greco di Tufo. Dopo aver lavorato costantemente per anni in alcune aziende vitivinicole, soprattutto irpine, e aver reso servizi di consulenza per alcune realtà vinicole del territorio, ha deciso di intraprendere un percorso individuale guidato esclusivamente dalla passione per il mondo della viticoltura e della vinificazione. Facendo tesoro della preparazione e dell’esperienza acquisite sul campo, ha investito nei vigneti di proprietà sviluppando le proprie competenze unicamente per un progetto a sua firma.
Da conferitore di uve a produttore il passo è stato breve. Nel 2008 ha iniziato a sperimentare piccole micro-vinificazioni per sè e per gli amici nel garage di casa. Nel 2013 la prima presenza ufficiale sul mercato (con poche migliaia di bottiglie) del vino con la scelta ponderata di uscire con “ritardo” sull’annata, ossia un anno dopo. Una scelta che per certi aspetti ha ricalcato quella di alcuni produttori Fianisti.
In un totale di 5 ettari Giancarlo Barbieri, è riuscito a coniugare l’entusiasmo di un giovane produttore alla competenza di un esperto di settore. Un viticoltore-agronomo innamorato del Greco, che ha fatto dell’ antico vitigno autoctono, la principale vocazione dell’azienda (pur avendo vigne di Fiano a Montefalcione). Lo stretto legame con l’Irpinia è sancito anche nel nome Sertura. Una parola non riconducibile a nulla di particolare (tantomeno all’universo agricolo), ma ereditato dalla tradizione dialettale irpina che lo utilizza per indicare tutto ciò che fa parte del sottobosco e che nasce in maniera spontanea. Una forma linguistica locale per evidenziare la filosofia dell’azienda: ossequiare la naturalità con la quale i frutti della terra nascono e crescono.
GRECO DI TUFO DOCG SERTURA
Il Greco, uno dei più antichi e floridi vitigni d’Italia, di cui parlano alcune testimonianze scritte già a partire dal I secolo a.C., trova ingresso nei narrati di grandi e illustri personalità come Plinio il Vecchio o nei richiami all’antica Pompei. Un’uva nobile quanto particolare, dalle origini greche coltivata, come tradizione, in Italia meridionale.
A Santa Paolina, Giancarlo Barbieri realizza il suo Greco secondo regole e scelte ben precise. La produzione in purezza è la prima. Nessun taglio, lontana ogni idea di blend. Solo lasciando il vitigno ad interagire con l’ambiente pedoclimatico in cui è allocato, il vino riesce a trasmettere nel bicchiere quella carica espressiva ereditata dal territorio in cui nasce. L’attenzione capillare sulle pratiche in vigna, il passaggio in acciaio per 10-11 mesi, l’ affinamento sulle fecce fini, l’uscita posticipata di 365 giorni sul mercato (per consentire una migliore espressione gustolfattiva), lo sguardo al biologico, sono le coordinate adottate per un Greco tipico e di qualità.
La composizione geologica del terreno non manca di fare la sua parte. La presenza media di argilla rende lo stesso ricco di minerali preziosi per il vitigno e per l’esaltazione della sua personalità. Ad un’ altimetria media di 400 m. s.l.m., le vigne sono allevate con sistema a Guyot (con un solo tralcio fruttifero carico di gemme) e con una densità d’impianto di 4.000 ceppi per ha. La vendemmia (rigorosamente manuale) è svolta (condizioni climatiche permettendo, in media) oltre la prima decade di ottobre donando, fuori i casi di annate particolari, un vino con un’inclinazione minerale e dalla delicata sapidità e personalità.
Ai calici .. Dalla 2015 alla 2009.
GRECO DI TUFO DOCG 2015
Annata calda. L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da piogge. Si è avuto un ritardo della vegetazione. Piovoso e freddo in fioritura (lunga e a macchia di leopardo). Estate asciutta e torrida con grandi escursioni termiche fino alla vendemmia ( 36° C nelle ore di luce ai 16° di sera). Paragonabile alla 2010 sia per clima che per maturazione ( infatti si è registrato un equilibrio nel rapporto zuccheri/acidi). L’uso dei lieviti è gestito con quelli di natura selezionata per evitare interferenze con i precursori aromatici delle uve.
Giallo paglierino leggermente più carico. Primaverile, fragrante di gioventù, ben modulato sulla nota floreale di biancospino e mughetto, pompelmo, erbe aromatiche. Una leggerissima nota fumè compare in un bagliore iniziale senza mai predominare.
Esaltante nel suo carattere varietale, l’assaggio rivela una bella energia. Un sorso verticale e grintoso, citrino e agrumato. Sottile nella dote sapida e molto lungo nel tratto minerale che avvolge gli aromi al palato. Buona la chiusura di bocca. Equilibrio in fieri ma già ben impostato. Eleganza e verticalità le due parole chiave.
GRECO DI TUFO DOCG 2014
Annata anomala che ha visto un inverno mite dagli scarsi rovesci. Con l’arrivo della stagione primaverile, specialmente nel mese di Maggio, le precipitazioni sono state più presenti riducendo l’allegaggione. Luglio variabile. Nel complesso un’estate fresca con pochi picchi di caldo afoso. Il mese di Settembre è stato piovoso con basse temperature anche nel mese di Ottobre. Continue le escursioni termiche hanno favorito il vitigno tardivo Greco. Vi è stata un diradamento e una doppia defogliazione.
Giallo paglierino. Figlio di un’annata complicata che ha regalato un calice decisamente più snello e minuto, sia all’olfatto che al gusto. Non tradisce l’essenza del vitigno che regala ugualmente una buona sapidità. Eredita la sofferenza dell’annata anche nella chiusura di bocca che risulta corta. Un sorso sostenuto unicamente dall’acidità.
GRECO DI TUFO DOCG 2013
Un’annata abbondante. Fresca, tardiva eterogenea. Inverno freddo, primavera fresca e piovosa, estate non caldissima e con ripetuti rovesci. I mesi di Settembre e Ottobre sono stati caldi e asciutti che ha permesso una bilanciata maturazione delle uve. La vendemmia si è avuta nella seconda metà di ottobre.
Giallo paglierino vivo. Più complessità rispetto alla 2014. La parte floreale svela refoli di fiori gialli di mimosa e gerbera, uniti ad accenti minerali e toni agrumati di foglia di limone verde, piccole erbette aromatiche. Il sorso svela una buona sapidità accompagnata da un leggero tono alcolico. Ad un primo impatto piacevole ma lungo il sorso si avverte un equilibrio leggermente sottotono. L’ allungo salino arricchisce il sorso.
GRECO DI TUFO DOCG 2012
Annata con un buon andamento climatico, nonostante l’inverno rigido che ha ricoperto di neve i vigneti, rendendoli inoperoso fino al mese di febbraio.
L’estate è stata asciutta e calda (simile alla 2011) mentre l’ autunno è stato fresco con un inverno rigido. La produzione è stata nella media con vini abbastanza freschi.
Giallo paglierino luminoso. Profilo olfattivo fedele al vitigno, topico e riconoscibile. Propone all’olfatto un imprinting deciso e verticale. Elegante nei profumi di mela verde, gelsomino, cedro e miele selvatico. Sullo sfondo note minerali e mentolate ben integrate. In bocca regala una buona spalla acida ma nell’allargarsi del sorso tende a restringersi sul finale. In chiusura pecca leggermente di grinta ma buona la persistenza.
GRECO DI TUFO DOCG 2011
Annata dal caldo intenso caratterizzata da maturazioni anche eccessive. Acidità quasi minime. Forte il colore del mosto. Le uve sono state cotte per il caldo. Uve con acini piccoli, poca resa ma concentrata, vini più pronti rispetto alle annate precedenti, tuttavia con un quadro acido più basso. Minore struttura maggior percezione di freschezza.
Giallo paglierino carico, foriero di aromi intensi di idrocarburo, mandorla nuda, pompelmo, agrumi. Un’annata in cui anche all’olfatto si percepisce la nota alcolica. Al gusto sentori di burro fuso, di piccola pasticceria portano il calice a perdere leggermente la vivacità del greco e la sua freschezza tipica (anche rispetto ai precedenti che erano una sferzata di freschezza e sapidità).
Un repertorio diverso dai calici precedenti che modula la personalità del calice sulle morbidezze. E’ un greco che fianeggia.
GRECO DI TUFO DOCG 2010
Annata equilibrata. La ripresa vegetativa si è avuta in ritardo con piogge e temperature sotto la media. Grandi escursioni termiche. Ottima freschezza e dinamicità nell’evoluzione sino alla vendemmia. Vini molto sapidi e di buona struttura. Una delle migliori annate che in parte assomiglia alla 2015. Annata straordinaria almeno per il Greco che ha regalato vini di buona struttura.
Paglierino molto luminoso. All’olfatto si fa amare per una ricchezza aromatica giocata sui toni di cedro, mela, fiori di campo, iris. La mineralità è esplosiva ma ben calibrata, figlia di quell’areale unico che è Santa Paolina. Al palato rivela una piacevole beva. Greco style. Di corpo e morbido ma al contempo scattante per un’acidità mai doma. Essenziali la sapidità e persistenza che fungono da baricentro del sorso. Chiama al riassaggio. Intensi i ritorni agrumati e minerali. Di grande piacevolezza e godibilità anche in abbinamento. Un vino ben fatto!
GRECO DI TUFO DOCG 2009
Annata non regolare, piovosa ed eterogenea. Alcuni rovesci hanno presenziato anche nel periodo della vendemmia, e il Greco, vitigno molto sensibile e dal grappolo serrato, non ne ha giovato. Il sito di Santa Paolina ha dato buone risposte nel lungo termine. Giallo paglierino. Il bouquet si è modulato su sentori dolci di mela cotogna, caramelle, confetti che ha reso poco tipico il campione. La maggior rotazione ha evidenziato note fumè e sottili tracce balsamiche, idonee a renderlo più leggero e meno opulento. Al gusto i sentori zuccherini marcano eccessivamente rendendo il sorso fuori schema per tipicità e verticalità.
CONCLUSIONI
In uno sguardo finale, un placet va accordato a Giancarlo Barbieri sulla qualità e serietà nella produzione. Un Greco che in verticale ha saputo offrire un coerente fil rouge (tranne nella 2009) anche nelle annate difficili come la 2014 e una voce tipica di territorio.
Il Greco è un vitigno, un vino, un prodotto straordinario, longevo, di qualità. Un vitigno di grande personalità. Da una valutazione in macro, la preziosità dell’areale auspicherebbe una zonazione alla francese maniera. Magari guardando i passi in avanti, in tema, fatti per il Chianti Classico. Una conoscenza più dettagliata e consapevole del suolo e del clima (soprattutto con i suoi cambiamenti) certamente contribuirebbe a realizzare vini migliori. Sogno? Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Io ci credo. Se si lavora tutti assieme in una direzione … ogni cosa è sempre più possibile. Ma la strada è lunga. Nel micro, elemento chiave, è certamente la presenza di piccoli produttori che con passione e grinta si interfacciano con il territorio lavorando nella direzione di qualità e serietà, come Giancarlo Barbieri, che ha contribuito con il suo progetto e la sua azienda a dar voce ad un terroir strepitoso quanto complicato. La stata da percorrere è tanta, ma la passione rende il tempo meno lento e il buon lavoro soddisfa lungo il tragitto.
Sebbene di nuovo conio e dalla piccole dimensioni, la neonata azienda Sertura ha regalato all’areale un nuovo e interessante prodotto di qualità.
Sertura società agricola srl
Indirizzo: Via Circumvallazione, 39 83100 Avellino – Italia
Telefono +39 08251910307
Cellulare +39 388.899.2450
info@sertura.it
Dai un'occhiata anche a:
- Una Verticale di Eccellenza: 5 Annate di Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Berlucchi al Ristorante Quattro Passi di Nerano
- Putea a Santi Quaranta celebra i dieci anni con “Brunello al Borgo”
- Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella, degustazione per i primi 25 anni di Cantine Astroni
- Falerno del Massico tra storia e futuro. L’evento del Consorzio Vitica alla Reggia di Caserta
- Coda di Volpe, le dieci etichette da non perdere secondo il Mangia&Bevi 2024
- La verticale di 50&50 Avignonesi in scena da The Meat, a Caserta con l’Occhio di Pernice 2010 come strepitoso finale di serata
- Fiano di Avellino: le 10 etichette selezionate dalla guida del Mattino Mangia&Bevi 2024
- Greco di Tufo, dieci etichette consigliate dalla Guida del Mattino 2024