Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
In primo luogo un sospiro di sollievo: è sempre la stessa, cara, etichetta del 1999, prima annata di imbottigliamento. Ed è la continuità la forza di questa piccola azienda, poco meno di venti ettari vitati di cui 14 a Greco sui 600 metri di altezza, la mansarda dell’areale della docg dove picchia il freddo e il terreno argilloso-vulcanico fa tutti il resto. Da aggiungere sette ettari di Falanghina ad Arpaise, siamo proprio ai confini tra Irpinia e Sannio, un paio di ocnferitori tra Montefredane e Lapio.
Bianco bianco bianco. E che bianco. Ormai Roberto ha l’esperienza giusta per coltivare queste vigne a bassa resa per ettaro, mentre Teresa li racconta con il suo sguardo vispo e allegro. I due fratelli Bruno sono rimasti fuori dai riflettori delle diverse tribù del vino nonostante siano ormai quindici anni che producono vini di alta qualità.
Fatti e poche chiacchiere, in giro per il mondo a esportare e tanta fatica in cantina. I risultati si vedono e sono affidabili, come l’etichetta. Non a caso nel 2009 noi proclamammo vino del cuore il Carmelina, il primo Greco ad uscire con un paio di anni di ritardo rispetto alla vendemmia.
Proviamo la 2013, annata ricca, agrumata, di corpo, fresca e sapida in questa interpretazione di Roberto, in una serata a Tenuta Montelaura circondata dal freddo frizzante delle montagne irpini. Qui aspettiamo che questo bianco esuberante si riscaldi un poco vicin oal camino e lo tracanniamo con piacere su una agnello alla brace portato da Mario Laurino, il re delle carni di San Michele di Serino, regno di fiano e di patate.
Un vino a nostro giudizio giovanissimo, ben lontano da ogni equilibrio, sregolato, anarchico e individualista come sono gli irpini. Prede isolate che, quando catturte, regalano però una doppia soddisfazione come in questo caso. Tenero anche il Fiano, ma sicuramente al di sotto del Greco che resta, come nel caso di Torricino, Benuto Ferrara, Bambinuto, Cantine dell’Angelo, Le Ormere e D’Aione, la naturale vocazione aziendale. Un bianco, questo Petilia 2013, che ci ha rinfrescato anche dopo un Brunello di Montalcino.
Sede a Altavilla Irpina, località Campofiorito. Tel 0825.991696. Enologo: Roberto Bruno. Ettari: 25 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100mila. Vitigni: greco di tufo, fiano, aglianico
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