Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 25/30. Palato 27/30. Non Omologazione 33/35
La 2011 è stata un’annata difficile per i bianchi italiani. Buona, a volte ottima, per quelli campani. Gli assaggi coperti di giugno e luglio di Slow Wine rivelano eccellenze nel Fiano, nel Greco e nella Falanghina del Sannio e dei Campi Flegrei, tutte etichette in grande spolvero nelle guide in uscita.
Non so se siano migliori d’Italia come pure autorevoli degustatori hanno scritto (Fiano Pietracupa bianco dell’anno per Fabio Rizzari ed Ernesto Gentili sull’Espresso 2013) o valutato a voce, il fatto è che questi bianchi, sapidi, freschi, salati, con il finale amaro, hanno un loro carattere che li distingue dall’indistinto, uno stile campano che ormai coinvolge quasi tutti i produttori e tutte le aree di produzione, anche il Cilento che non poggia su base vulcanica. Che noia l’altra sera all’Imago dell’Hassler a Roma con blasonati Chardonnay e Sauvignon italiani, verrebbe quasi la voglia di usarli per smettere di bere:-)
Come il Greco di Tufo della famiglia Aufiero, vino slow 2013 e vino di eccellenza dell’Espresso 2013 con un punteggio di grande peso (18,50).
A molti il nome della cantina, Bambinuto, dirà poco e nulla: i piccoli vigneron irpini come Perillo, Elmi, Picariello, Villa Diamante, La Molara, Di Prisco, Guastaferro, Tecce e tanti altri, la maggioranza, non possono permettersi uffici di consulenza o uffici stampa e spesso sono fuori dal circuito 2.0. Solo grazie alle guide e a questo blog hanno quei riflettori altrimenti difficili da raggiungere. Inoltre spesso, proprio perché piccole, esprimono discontinuità e non è sempre facile ripetersi millesimo dopo millesimo come è avvenuto con qualche etichetta sugli scudi nell’ultimo periodo e deludente in quests annata.
La Cantina nasce nel 2006 dopo il forte calo del prezzo delle uve. La vigna sta a Cutizzi, a 400 metri su terreno argilloso, ben gestita con l’aiuto di Antonio Pesce, enologo di tradizione familiare, come Marilena il cui papà Raffaele curava appunto il vigneto ereditato a sua volta dal padre.
Ad agosto vi avevamo parlato del Picoli 2011, la selezione di uve che, come spesso accade soprattutto con i bianchi passati in acciaio, nelle degustazioni coperte resta un po’ indietro rispetto al base. In effetti è andata così anche in questo caso, perché la prova del Greco 2011 è stata assolutamente convincente.
Il gusto di Bambinuto è schierato sull’ala sinistra, quella più tufacea e minerale, di un immaginario arco parlamentare del bianco irpino che culmina con il pompelmo e purtroppo a volte con l’ananas e la papaya in alcune interpretazioni del passato. Dunque, un po’ come il Vigna Cicogna, bisogna avere il palato allenato al Greco per centrare il giudizio, ma quando questi vini riescono a sfondare non ce n’è per nessuno: freschezza, corpo, carattere, vivacità di beva, dinamismo olfattivo con il variare della temperatura e soprattutto grandissima abbinabilità al cibo.
Se pensate che un vino del genere parte franco cantina a poco più di sei euro, non c’è che dire: per il consumatore è un affare da non perdere.
Sede a Santa Paolina. Via Cerro, 18. Tel. 0825.964634. www.cantinabambinuto.com Enologo: Antonio Pesce. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 18.000. Vitigni: greco, fiano, falanghina, aglianico
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