Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista: 5/5. Naso 26/30. Palato 27/30. Non omologazione 32/35.
Assaggi il suo Fiano e pensi: però gli viene meglio del Greco. Poi passi al Greco e dici: è meglio del Fiano. Sono oltre dieci anni immersi in questo continuo ping pong di uno dei bianchisti più bravi d’Italia. Sarà, ormai se ne sono accorti tutti, sicuramente la collina di Montefredane che è davvero degna di essere definita cru, ossia vino da una sola vigna (primo step umano) assolutamente vocata ad esprimere uva (secondo step Padreterno). Ma siamo alla premessa perché la verità è che Sabino Loffredo ha, semplicemente e straordinariamente, la mano per questi due vitigni.
Al punto da chiedermi cosa sarebbe capace di fare con la Coda di Volpe. Il suo Greco di Tufo 2010 mi accompagna da oltre un anno, fu Grande Vino per Slow Wine 2012 e da allora sono solo conferme.
Qual è il segreto di questo vino di un’annata particolarmente fortunata visto anche l’esito del Fiano di Avellino 2010? Secondo me il suo collocarsi esattamente a metà strada tra i bianchi di Vadiaperti, sempre estremi, salati, delizia dei puristi della mineralità, e quelli di Antoine Gaita in cui l’attenzione è centrata soprattutto sull’espressività del frutto e dunque capace di parlare a tavola a un numero più ampio di indirizzi palatali.
In media stat virtus dicevano gli antichi, un detto che faccio mio se viene inteso come capacità di sintesi e di mediazione alta, non come ricerca del facile consenso. E il successo dei bianchi di questo ragazzo è esattamente il risultato di una mediazione a livello alto, sofferto, studiato, verificato con pignoleria in decine e decine di assaggi e confronti in cantina.
Lo riprovo in un posto magico, il Monastero Santa Rosa, con Enzo Vizzari e Francesco Aiello, lui fan di Pietracupa. Conosco bene la cucina di Christoph Bob e dunque lo propongo sapendo non solo di avere un immediato cenno di assenso, ma anche perché i piatti spinti e strutturati del nostro panzer hanno bisogno necessariamente di un alto livello di confronto.
Al naso le note sulfuree del Greco sono arrotondate da spunti d’arancia, molto intensi e persistenti che si ritrovano in bocca dove il vino esprime sicuramente il meglio, in continuo movimento, pieno e lungo, con spettacolari rilanci tra acidità e note salate, rimandi alle note olfattve e chiusura amara. Un vino elastico e materico al tempo stesso, sostenuto ancora da tantissima acidità che promette una lunga vita e, ancora, credo, una buona evoluzione. A due anni dalla vendemmia, ma questo è ormai lapalissiano dirlo, nessun cenno di cedimento di colore e tanto meno al naso.
Un vino di grande carattere, capace di esprimere la forza caratteriale di Sabino, uno dei protagonisti della nascita dei grandi bianchi del Sud.
Sede a Montefredane. Contrada Vadiaperti, 17. Tel. 0825.697418, fax 0825.670177, pietracupa@email.it. Ettari vitati 7. Bottiglie prodotte 45.000. Vitigni: fiano, greco, aglianico.
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