Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista: 5/5. Naso: 22/30. Palato: 25/30. Non omolgazione 35/35
Fa sempre piacere verificare come le nostre scelte siano seguite dai ristoratori più attenti, quelli che non si accontentano della consuetudine e cercano spigolature interessanti nelle pieghe della critica indipendente. Spunta un piatto di spaghetti alla colatura di alici, ricetta che sembra nata per il Greco di Tufo. Ed ecco che spunta il Greco di Angelo Muto di cui abbiamo scritto appena sette mesi fa. Questa breve nota di aggiornamento, dunque, solo per confermare il maggiore equilibrio regalato da questo tempo in bottiglia.
Fresco, di un colore giallo paglierino intenso e brillante, il bicchiere era pieno di verve, scattante, buono, con una nota di frutta fresca che ha preso il sopravvento su quelle sulfuree.
In bocca è pieno, lungo, persistente, con una chiusura amara e pulita. Davvero il bianco ideale per questo piatto giocato tutto sulla sapidità.
Scheda del 18 aprile 2011. L’azienda di Angelo Muto guarda dall’alto Tufo, i vigneti sono proprio nell’area dello zolfo delle miniere contrassegnate dal giallo sulle cartine geologiche. Tutta l’Irpinia è una zattera che galleggia sullo zolfo e fare un vino non caratterizzato è molto più difficile che produrne tipico di territorio.
Nel caso di Cantine dell’Angelo si baciano due aspirazioni coerenti, quella di Angelo con il vigneto e quella di Luigi Sarno, enfant prodige del bianco irpino, io speriamo che non me lo rovinano.
In entrambi i casi la lettura è restare ancorati alla tradizione, al terreno e alle uve.
La 2009 è leggermente un passo sotto la 2008 che io ho trovato davvero onirica per tutto il Greco di Tufo e per i bianchi in generale. Ha, nel nostro caso, una sicura predisposizione alla sapidità, alla freschezza decisa, all’assenza di mediazione. Ma è anche leggermente più magra della precedente.
Intendiamoci, quando una mia compagna di scuola abituata a prendere tutti dieci beccò nove alla versione di greco il commento fu: è andata male. Qui partiamo da un livello molto alto, conservato sin dalla prima uscita del 2006 e dalla 2007. L’ultima annata in commercio, la 2010 è ancora in vasca, si presenta con sentori di pera al naso a cui segue il micciariello spento in un corredo cedrato molto accattivante. Pensieri salati e dolci si alternano alla mente durante lo sniffo mentre, grazie a Dio, in bocca il vino è deciso e senza mediazione.
La mancanza di ciccia si avverte soprattutto nella grande forza espressa ancora in maniera scissa dall’acidità, un punto avanti al resto del corpo anche se in fase di rientro. Il vino in bocca è una spremuta di limone con i ritorni sulfurei e amari nel finale che lasciano la bocca in maniera straordinariamente pulita.
Per me il Greco non è un’auto che fa sognare, ma una solida berlina capace di portatrti ovunque se ben fatta. E questo bianco davvero sta su ogni cosa.
L’ho provato in una pasta e piselli senza sale per fare l’esperimento, devo dire asoslutamente centrato.
Bellissima realtà autentica e verace, senza spunti commerciali, concentrata al momento solo sul Greco di Tufo.
Evviva.
Sede a Tufo, via Santa Lucia, 32. Tel. 0825.998073. www.cantinedellangelo.it. Ettari: 5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 20.000. Enologo: Luigi Sarno. Vitigni: greco di Tufo.
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