Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
2181 è il numero, vergato a mano su un talloncino, che va ad identificare la bottiglia di Greco di Tufo 2008 che ho avuto modo di assaggiare.
L’azienda è la neonata Coste di Tufo, che sullo stesso talloncino riporta la dicitura “piccolo vigneto”: stiamo infatti parlando di una produzione di sole 5100 bottiglie numerate, per meno di 1 ettaro di terreno vitato.
Inutile dire che, per i numeri di cui stiamo parlando, la famiglia Troisi, titolare dell’azienda (ma ha senso il temine “azienda”?), non cerca il business ma solo un “divertissement”, animato di quella sana passione che contagia quando si mettono le mani nella terra.
Veniamo al bicchiere…
Alla vista si offre di un bel giallo paglierino intenso, di intrigante vivacità, animato di riflessi verde-oro, nel calice il vino rimane solido e compatto, denotando una buona materia estratta. Il naso è spiccatamente intenso, affilato, fresco e di giusta grassezza. Sufficientemente tipico con qualche sbuffo di ruffianità, sicuramente piacevole il ventaglio di profumi che si offre generosamente.
L’accoglienza è quella pungente delle arbe aromatiche ed officinali, via via che il naso approccia il bicchiere vengon fuori le note floreali e quelle fruttate a pasta bianca, per chiudere strisciando lungamente su nuances minerali, sulfuree, tufacee.
Le promesse fatte dal naso sono piuttosto importanti quindi l’assaggio si preannuncia carico di aspettative: l’ingresso in bocca è molto ben bilanciato tra la grassezza e l’acidità, l’alcool ben calibrato, non disturba il palato, ma ritorna gradatamente e a lungo solo dopo la deglutizione; molto spiaccata la componente sapida che rende il vino decisamente saporoso.
Il ventaglio organolettico al palato tende a chiudersi un pò, ma rimanendo assolutamente tipico: a bocca piena ci si concentra su una bella frutta matura, un insieme di pesca bianca, albicocca e pera spadona; non mancano note di frutta secca, tostata e non… a bocca vuota invece sale in cattedra una mineralità spiccatissima che si impone a centro bocca e sul fondo della gola, stimolata dagli effluvi di alcool che risalgono lentamente.
La chiusura è lunghissima, metallica, sulfurea, senza alcun cedimento di sorta.
Un vino che si esprime ottimamente al naso e che necessita almeno di qualche altro mese in bottiglia per rendere al meglio anche al palato: la buona quantità di materia gli permetterà di durare molto a lungo.
Un prodotto da tenere sott’occhio nei mesi e negli anni a venire, soprattutto per la volontà, da parte dell’azienda, di lascire riposare di più le prossime annate prima di uscire in commercio.
Annata 2007: la bottiglia 1329 di questa annata ha un profilo organolettico più deciso, ma allo stesso tempo meno variegato della 2008.
Il colore è sempre un brillante verde-oro, ma che si arricchisce anche delle sfumature dell’oro antico, rimanendo comunque di ottima vivacità e fluidità.
Il naso è sicuramente più ruffiano del precedente, note suadenti di frutta appena tostata, delicato speziato e dolcissima pesca bianca, con qualche lievissima nota sulfurea e minerale di sottofondo.
Il palato è ancora tesissimo, giustamente equilibrato ma meno ricco ed opulento rispetto alla 2008: ottima la coerenza con il naso, con una componente minerale più in evidenza soprattutto sul finale di bocca. Un vino senza chiaroscuri, forse non un campione di tipicità, ma di limpida bevibilità ed abbinabilità, da consumare tranquillamente a tutto pasto.
Questa scheda è di Vittorio Guerrazzi
Sede a Tufo, via Provinciale.
Tel. 089.981593.
www.costeditufo.it
Ettari: 1 di proprietà.
Bottiglie prodotte: 5000.
Enologo: Sergio Pappalardo.
Vitigno: greco di Tufo
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