Uva: greco
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Il 2006 si conferma annata fortunata e interessante per il Greco di Tufo. Lo dimostra anche questo classico di Mastroberardino che, vogliamo ricordarlo, nel corso degli anni ha <creato> il Greco di Tufo come il Taurasi e il Fiano perché nessun prodotto nell’imaginario collettivo esiste finchè non diventa merce e viene commercializzato per farlo conoscere agli appassionati e ai gourmet.Il mito del vino del contadino rilanciato dallo stesso Veronelli, somiglia molto a quello del buon selvaggio, è una proiezione del senso di colpa urbano verso un idealtipo mai esistito. No Mastroberradino, no Greco di Tufo verrebbe da dire, ed è esattamente così: senza grandi aziende un territorio non ha alcuna possibilità di esprimersi e l’agricoltura diventa attività per borghesi annoiati in cerca di piccole emozioni salvo poi rientrare nelle comode e cementificate case di città. Questa annata 2006, dicevo, si conferma interessante in primo luogo perché viene dopo quattro, dico quattro,annate molto difficili, per non dire impossibili, per i bianchi, ed è per la prima volta trovato un certo equilibrio, soprattutto la possibilità di esprimere bene la struttura del vino che nel Greco è un presupposto fondamentale, forse il primo. Il Greco non è un bianco di pronta beva, da bere in modo scanzonato in queste serate estive, ma è assolutamente impegnativo e richiede concentrazione perché tutti i suoi paramentri di partenza partono da una quota piuttosto alta, come il Fiano. Non a caso sono questi i due vini bianchi nobili del Sud. In questo caso direi che il Greco base si esprime bene al naso con buona intensità e ottima persistenza, in bocca la freschezza inizia ad essere addomesticata dai mesi trascorsi in bottiglia e inizia a dialogare con le altre componenti del Greco in maniera davvero proficua. C’è davvero tanta mineralità, poi emerge anche un po’ di frutta bianca, la beva è sostenuta dall’ingresso sino alla fine, prosegue dritta ed è assolutamente avvolgente. Un bel bicchiere, insomma, di grande spessore, dalle infinite possibilità di abbinamento che abbracciano ovviamente ilmare ma anche gran parte di molti piatti terragni senza pomodoro. Un classico che ha buone possibilità di ulteriore assestamento, non dico di evoluzione, per i prossimi due o tre anni. E, last but not least, di ottimo prezzo.
Sede ad Atripalda, Via Manfredi, 75-81. Tel. 0825 614111, fax 0825 611431. E mail: mastro@mastro.it. Sito www.mastro.it – www.mastroberardino.com. Enologo: Piero Mastroberardino. Ettari: 140 di proprietà e 60 in conduzione. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina
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