Alzaia del Naviglio Grande 62
Tel. 02.36524578
www.napoli1820.com
Aperto sempre
Chiuso mai
Pizze da 5 a 8 euro
di Tommaso Esposito
Milano chiama, Napoli risponde.
Più o meno è andata così per Rosario Izzo
Lui, cuoco proprietario di Napoli 1820 al Viale Elena, ha accettato la proposta di un socio milanese e di uno napoletano.
E da sette mesi si è trasferito nel capoluogo lombardo per aprire lungo il Naviglio Grande la gemella della sua pizzeria.
Stesso nome, Napoli 1820.
Stessa filosofia tra i fornelli, dove c’è il cuoco Marco De Cesare.
Nascono così i piatti più autentici e tradizionali della cucina campana: dal ragù, alla genovese; dal cuoppo con il fritto misto di pesci, alle alici in tortiera, alla parmigiana di melanzane, ai golosi fiori di zucca farciti di ricotta.
Stessa ideologia dietro al bancone.
Qui c’è il pizzaiuolo Giuseppe Fasano.
Farina doppio zero Caputo, lievitazione lunga e materie prime scelte tra le eccellenze della nostra regione.
Il pomodoro è il San Marzano dop o quello del Piennolo del Vesuvio; la mozzarella di Bufala Campana è dop, mentre fiordilatte e provola vengono da Agerola.
Cottura da manuale nel forno alimentato dal legno di faggio.
Un boccone scioglievole, dal gusto unico e tipico della vera pizza napoletana, diverso da quello di una focaccia croccante che diffusamente si ritrova all’ombra della Madonnina.
“Il palato dei Milanesi è oggi molto esigente – sostiene Izzo – e la scelta dell’alta qualità è l’unico presupposto per catturare non soltanto i clienti del sabato sera, ma chiunque voglia fare un’esperienza gastronomica di livello seppure sedendosi al nostro tavolo che rimane di tipo familiare”.
Si arriva al locale percorrendo l’alzaia, il tracciato di acciottolato che costeggia il letto del naviglio.
Ambiente semplice e rustico moderno, come va di moda.
Colori vivaci tra il giallo e il bianco.
Il poster, quasi un polittico, del Vesuvio fumante insieme alla vetta del Monte Somma campeggia lungo una parete.
A Milano la Margherita va molto e la scelta della farina non integrale non sembra affatto turbare più di tanto i clienti. Questa pizza verace napoletana, leggera come è, piace. Pure la Bufalina piace con i bocconcini interi di mozzarella o l’Ortolana con le verdure grigliate senza eccesso di olio, eppure golose come non mai.
La più richiesta è la Pizza Napoli 1820, una margherita speciale con il pomodoro fresco tagliato a filetti, ombra di san Marzano, provola affumicata e un grande cornicione ripieno di mozzarella, ricotta, scaglie di parmigiano reggiano dop.
E i numeri di questi primi mesi premiano la scelta di investire qui, anzi fanno venire voglia di nuovi progetti che Rosario Izzo, insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani di Sergio Miccù, spera di poter realizzare a breve.
Chi passa per Milano, dunque, trova questa Napoli 1820 per non avere nostalgia e tuffarsi a capofitto nella tavola partenopea.
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