Via Nuova Saviano 207
Tel. 081.5286181
www.tavernavesuviana.it
Aperto sempre
Chiuso lunedì
Menu settimanale degustazione 30 euro, alla carta sui 35
di Tommaso Esposito
Se taverna è il nome, taverna sia!
Così come è giusto che ti aspetti oggi che i tempi sono cambiati.
Non rustica o campagnola, ma sul semplice elegante.
Colori candidi, luci soffuse, mise en place perfetta.
E soprattutto accoglienza familiare.
Del resto è anche vesuviana.
Alfonso Crisci da meno di un anno l’ha aperta qui, lungo la strada un po’ periferica che mena dritto in paese.
Ha girato l’Italia, è stato al Gambero Rosso nella squadra con il Mariola e la Ravaioli.
Insomma la mano, oltre a farsela appresso alla nonna quando era appena tredicenne, c’è e la si nota.
Partiamo dalla scelta del menu.
Cambia ogni settimana, veramente.
Senza mai ripetersi.
Nemmeno il tempo di affezionarsi a un piatto.
Nulla.
Tutto si rinnova.
Però, se qualcosa è rimasto nel cuore il cuoco ti accontenta. La rifà.
Lo sguardo sul territorio, non proprio in filiera corta, c’è.
E c’è pure, a macchia di leopardo, qualche fuori campo che non guasta, giacché misurato e fatto con garbo.
Tutte cose buone giungono in dispensa, come gli ortaggi o il baccalà, che, al di qua della Montagna, rappresentano il vesuviano. E come i formaggi d’oltre regione.
Vediamo in dettaglio.
Alici in crosta con capperi di Salina Presidio Slow Food su salsa a crudo di pomodoro.
Il giallo del Vesuvio, minerale e acido. Una bella fusione d’avvio in cui sapidità e dolcezza vanno d’accordo.
Flan di spinaci in salsa ridotta di zucca.
Un pezzo di maniera, ma ben costruito nei sapori, come pure la costina di agnello in manto di nocciole su soffice di patata olio al peperoncino e verdurine croccanti.
Zuppetta di ceci con salsiccia di nero e pecorino sardo.
Dispersi si ritrovano dei crostini di pane alla paprica. Gustosa.
Parmigiana di baccalà broccoletti e bufala su salsa di stracchino e olio al peperoncino.
Un matrimonio tra mozzarella e stracchino mediato dal mussillo. L’idea e la sostanza coincidono. Saporito.
Zuppetta di pesce in acqua rosa su croccante di polenta.
Il piatto della serata, ben congegnato nella sua semplicità.
Ha il trancio tenue di rana pescatrice che troneggia tra le vongole, il calamaro, il polpo saporiti per i loro stessi umori, che rilasciano nel brodetto, una sapida bisque, finché la panella di mais granodinio, cosidetta farenata quaggiù e polenta lassù, non se ne impossessi per poi ridonarla al palato.
Spaghetti dei Campi con scampo, polvere di pistacchi e pecorino grangru di Forlì.
Consolatori come non mai.
Per dolce stasera una cheese cake.
Ma se fossimo capitati la settimana dopo, babà e pastiera.
Il prezzo di questo menu fisso offerto tutta la settimana?
Trenta euro senza vino.
Una formula pret à porter, low-cost per far conoscere, soprattutto ai giovani, una buona cucina oltre la solita minestra.
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