Napoli, Trattoria Caprese. L’oasi della pizza di Antonio Tammaro in pieno Vomero

Pubblicato in: La Pizza e basta
Trattoria Caprese al Vomero la margherita

Trattoria Caprese al Vomero

Via Luca Giordano 25
Tel 08.5587584
www.trattoriacaprese.it
Aperto sempre
Chiuso mai
Pizza da 4 a 10 euro

di Tommaso Esposito

Di Trattoria Caprese ce ne sono qua e là in Italia. E’ un brand.
A Napoli sta in pieno Vomero, di fronte al Teatro Diana.
Già sorprendono il dehors e la veranda.

Stanno conclusi in un giardino a tratti surreale, circondato com’è da palazzi.

Un’oasi dai colori chiari e vivaci, dall’atmosfera tutta mediterranea.

Tutto governa Antonio Tammaro.
Da quasi venti anni fa il pizzaiolo qui.
Gli da più che una mano, anzi tutto se stesso, il figlio Giuseppe. Venti anni e prossimo a galoppare da solo sempre da queste parti.

Ai fornelli per la cucina ci sta una brigata di cuochi, ma è un’altra storia di cui parleremo un’altra volta.
Ora si è qua per la pizza.
Da tre anni c’è il marchio dell’AVPN, segno che si lavora bene e secondo la tradizione.
E così è, anche se Antonio fa giochi ed esperimenti con i suoi impasti.

Sta lavorando adesso con un blend di grani che ha costruito lui. Farina tipo 0.
Borderline, diciamo.
Se lo può permmettere, il risultato è sorprendente.
Vediamo.
Si comincia con farina, non con l’acqua.
E si continua con il lievito e il sale.
Ventiquattro ore tra lievitazione e maturazione.
Poi si ammacca.
Forno a legna ovviamente.

Prodotti di alta qualità dai pomodori, agli oli, ai latticini.

Pizza di taglia L, qui al Vomero mediamente è la M che non arriva al bordo del piatto.

Cornicione alto e aerato, struttura del disco ultra sottile che si morbido ripiega.

Profumata di pane e del ben di dio che ci sta sopra.
Sapore unico inequivocabilmente da grande pizza napoletana, con una nota di gusto in più di pane.
Marinara egregia e margherita di classe.

Altre pizze sono in menu.
Per ogni piacere e per ogni comanda.

Eccelle la Caprese.
Eccola.

Grandi fette di provola affumicata di Agerola distese sul pomodoro cuor di bue sorrentino a crudo.
E poi olio evo, origano e basilico.
Via in forno.
E’ di una freschezza sorprendente nonostante il passaggio tra le fiamme del Vesuvio.
Da non perdere.
Ecco, come da non perdere è la conoscenza di questo pizzaiolo un po’ distante dai grandi flash mediatici tutto fumo e niente arrosto.
Ricerca, lavora e produce al massimo.
E la Pizza Napoletana con lui cresce alla grande.


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