I luoghi non abitati e non vissuti sono non luoghi. I nostri tempi ne rappresentano uno scenario frequente, fatto di amicizie ed eventi condotti via face book, di comunicazioni anche importanti effettuate su twitter e poi addirittura rilanciate dai media perché a twittare è stato un personaggio della politica o dello spettacolo. Anche i nuovi quartieri concepiti senza punti destinati alla socialità sono non luoghi, perché non vivibili, non abitati, ma percorsi di striscio, senza mai soffermarsi.
Lo stesso accade per quelle vigne e cantine non vissute direttamente dal produttore. Per chi come me ama camminare tra le vigne, è facilmente intuibile se stai occupando uno spazio vissuto, e quindi animato, o un non luogo dove, anche se tutto è perfettamente in ordine, non riesce a trasmetterti perfettamente nulla. Ho incontrato al Vinitaly Erik e Virna e soprattutto le parole e la scelta di lui mi hanno colpito non poco ed ho voluto quindi incontrarlo in azienda. E’ un giovane olandese intraprendente che, anche se si è velocemente affermato nel settore finanziario nel proprio paese, ha stabilito di investire in Irpinia nella produzione di vino. In genere gli stranieri investono in questo settore puntando su altri territori di facile successo. Ma lui ha ben compreso la grande personalità dei vini irpini tanto da decidere di lavorare in questo areale non proprio facile. Diciamo pure che Cupido ci ha messo del suo in quanto l’incontro con Virna, già intenzionata ad intraprendere questa strada, lo ha spinto a conoscere e frequentare Paternopoli. A questo punto, comunque, non sarebbe stato scontato quanto è avvenuto dopo, se non fortemente voluto. E’ ovvio che per arrivare in questo piccolo paese irpino, qualcuno del posto abbia fatto da gancio ed abbia soffiato forte il vento in tale direzione.
Quel qualcuno è Caterina Martone che, dopo un lungo periodo di vita al nord Italia, ha deciso di abitare il non luogo contenuto nel vecchio terreno di famiglia a Paternopoli dove da tempo si produce olio da cultivar ravece e marinese. Come sempre più spesso sentiamo raccontare, il richiamo delle radici è stato forte, tanto da ritornare a vivere in Irpinia con un importante progetto legato alla produzione di olio e vino di alta qualità e, soprattutto, che si identificasse con il territorio di appartenenza.
L’azienda nasce nel 2001 in società con amici di famiglia ed ecco che entra in scena Virna Asara, compagna di Erik. Nella vecchia casa di pietra, in contrada Barbassano, assaggiamo i vini Le Masciare che non sto a descrivere uno ad uno, ma posso dire che sono veramente buoni. Nel vigneto davanti alla casa si estendono i filari di aglianico, circondati da una natura rigogliosa ed insieme disegnano un paesaggio armonioso e rilassante, divenuto, grazie a loro, una meta turistica sempre più frequentata. Proprio in questa deliziosa casetta si ospitano sempre più spesso turisti sia italiani che stranieri tanto che i soci delle Masciare hanno pensato di investire ulteriormente in questo settore.
L’entusiasmo di Caterina ed i suoi figli è grande ed anche quello di Erik e Virna che hanno ben compreso le forti potenzialità di tali luoghi altamente vocati alla viticoltura. Siamo a 550 metri di altitudine, e qui l’aglianico viene proprio bene, come del resto ha ampiamente dimostrato Luigi Tecce con il suo Taurasi Poliphemo. Per dare un quadro chiaro e completo dell’alta espressività dei vini irpini, i nostri amici producono anche fiano dalle vigne in affitto a Lapio e greco di Tufo da Montefusco.
Gli ettari di proprietà sono otto, tutti a Paternopoli, composti da piante che vanno dai 15 ai 40 anni. Altri otto ettari sono in affitto per la produzione dei vini bianchi. L’investimento è partito dalla vigna, consapevoli del fatto che solo un’uva di altissima qualità potesse dare vita ad un buon vino. E mi sembra un buon punto di partenza che ha ben ripagato la scelta fatta. I vini esprimono un carattere fortemente identitario e si sono ben affermati sul mercato. Attualmente è in costruzione la cantina, proprio sotto la casa dei nonni di Caterina, che affaccia sul bellissimo oliveto secolare. Le bottiglie prodotte sono 80.000, proposte a prezzi piuttosto contenuti. Che dire ancora a questo punto? Che è stato proprio bello e confortante ascoltare questa storia dove le solide capacità commerciali sono in perfetto equilibrio con quella parte di noi che ha bisogno di emozionarsi per dare il meglio di se.
Contrada Barbassano s.n.c., 83052 Paternopoli Avellino mob. 340 956 7108 www.lemasciare.com
Questa scheda è di Marina Alaimo
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