di Mimmo Gagliardi
In quell’incantevole lembo d’Italia che prende il nome di Parco Fluviale del Tevere i vigneti si incastonano sulle colline, si insinuano tra i boschetti fino a lambire il Lago di Corbara. Il grande invaso artificiale, creato negli anni ’60 del secolo scorso per sfruttare l’energia idroelettrica del flusso del Tevere, è oggi parte integrante di un territorio bellissimo, dall’aria pulita e che in primavera ha il profumo di mille essenze.
E’ qui che, proprio mentre si costruiva la diga sul Tevere, Vittorio Barberani decise di investire sul territorio e sui vitigni del territorio: Grechetto e Trebbiano Procanico. Il vino prodotto all’epoca serviva a soddisfare le esigenze dei tre bar di proprietà ad Orvieto ma il grande riscontro sulla sua qualità ha fatto crescere la produzione ampliandola alla ristorazione e al consumo domestico.
Da allora ne sono passati oltre 50 di anni e oggi, alla terza generazione (la quarta è appena arrivata), l’Azienda Agricola Barberani è cresciuta fino ad avere oltre 100 ettari di proprietà, più o meno equamente divisi tra vigneti e oliveti. Luigi Barberani, che con la moglie Giovanna raccolsero il testimone dal padre, oggi sono sostenuti e coadiuvati nell’attività dai figli Bernardo, responsabile commerciale e marketing, e Niccolo’, agronomo ed enologo. La qualità dei vini prodotti è da sempre l’obiettivo di Barberani poiché sin dagli inizi si è cercato di ottenere la massima qualità dai vigneti a discapito della quantità, nettamente controcorrente rispetto ad una tendenza, purtroppo, ancora molto radicata nella zona.
Nella splendida giornata di festa per Cantine Aperte 2015, in una calda e assolata giornata di tarda primavera, abbiamo goduto della bella ospitalità della famiglia Barberani degustando degli ottimi vini:
Castagnolo, Orvieto Classico Superiore Bianco DOC 2014 – il vino che produceva il nonno Vittorio con grechetto e trebbiano procanico, con una piccola massa di chardonnay e riesling, è quel tipo di bottiglia che una volta aperta si svuota in pochi minuti, manco fosse bucata sul fondo. Minerale, piacevolmente erbaceo e fruttato chiude il freschissimo sorso, anche lievemente tannico (caratteristica peculiare del grechetto) con una bella nota iodata. Provata anche la 2013 e, devo dire, un anno sulle spalle gli fa bene a questo vino, forse anche due non guastano affatto.
Luigi e Giovanna, Orvieto Classico Superiore Bianco DOC 2012 – La dedica di questa bottiglia dei figli ai genitori è bellissima perché li rappresenta pienamente. L’uvaggio è, più o meno, lo stesso del Castagnolo ma variano le quantità, c’è maggiore selezione delle uve, e c’è una piccola parte di vino (secco) che deriva da uve aggredite da muffa nobile e raccolte in epoca diversa. La massa passa in botte grande da 28 ettolitri almeno un paio d’anni per poi elevarsi per un altro anno in bottiglia. Il risultato è un vino fine ed elegante, con chiari sentori di frutta sostenuti da lievi note balsamiche ed erbacee per poi giungere, ma molto dopo, a delicate note speziate. Il sorso è fresco, lievemente tannico, rotondo e con belle note finali tra il salino e la mandorla. Un grande vino dalle splendide potenzialità evolutive per un grande territorio.
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Polvento, Lago di Corbara Rosso DOC 2009 – Un bel rosso da uve Sangiovese Grosso con parti di Merlot e Cabernet Sauvignon che ben si adegua alle preparazioni gastronomiche locali: dalla norcineria alle carni arrosto. Il colore rosso è splendido, nonostante bassa concentrazione, tipica delle uve Sangiovese. Al naso aromi di frutta e floreali con richiami erbacei e terrosi, mentre il passaggio in barrique dona un lieve nota speziata. Il sorso è deciso, pieno, ricco, fresco con bella e morbida tannicità. Note finali di minerale e frutta.
Calcaia, Orvieto Classico Superiore DOC Muffa Nobile Dolce 2009. Di questa meraviglia ho già scritto su queste pagine e ogni volta che lo si assaggia si aggiunge un mattone ad un vino che è come la muraglia cinese.
Villa Monticelli Moscato Passito – Umbria IGT Dolce 2009. Da uve di moscato bianco si ottiene questo splendido vino. Nell’idea comune del passito c’è quella di un vino dolce, pastoso, con decise note mielose: scordatevelo. Il Villa Monticelli è un vino fresco dagli splendidi aromi che vanno dall’agrumato alla frutta candita per giungere alla paglia, alla resina all’odore della terra argillosa. Sorso fresco, rotondo e tanto, tanto persistente.
Aleatico Passito, Umbria IGT Dolce 2008. Me ne sono portato una bottiglia a casa e ve ne parlerò poi.
E’ possibile soggiornare presso l’agriturismo Barberani, accanto all’azienda, in uno dei due splendidi casali dell’800 recuperati in maniera naturale. Vivamente consigliata, poi, un visita alla vicina Orvieto con tappe obbligate presso l’antica enoteca aziendale, situata di fronte allo splendido Duomo e alla trattoria La Palma, che trovate alla fine del Corso Cavour, dove poter saggiare piatti tipici umbri accompagnati dai vini Barberani.
Barberani Wines
Vocabolo Mignattaro, 99
Civitella del Lago (TR)
Tel. 0763 341820
42°41’45.7″N 12°15’28.6″E
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