Si voleva far passare il 2014 come l’anno della separazione dell’Irpinia dalla Campania al Vinitaly, ma non è stato proprio così. Certo fisicamente erano in due diversi padiglioni (anche se contigui), ma l’anima di una forte identità comune ha preso il sopravvento. Ma non voglio stare qui a spiegare cose già dette e ridette, sia da Costantino Capone che dai produttori dell’Irpinia. Insomma chi voleva mettere gli uni contro gli altri si dovrà rassegnare, la solidarietà dei produttori campani verso le ataviche richieste di maggiori spazi degli irpini è stata totale. Capisco che altri interessi volevano l’unità fisica della Campania per poter mungere a più mammelle, ma anche su questo…si dovranno rassegnare!!! :-) Ma veniamo a quelli che sono stati gli assaggi di Fiano di Avellino che più mi hanno colpito. Per comodità di esposizione partiamo dall’areale di Lapìo.
Colli di Lapio 2013
Al banchetto d’assaggio c’erano Carmela e Federico, i due “pargoli” di Clelia Romano, la signora del Fiano, impegnata al banco d’assaggio per gli importatori. Il vino si conferma con il solito carattere, soprattutto floreale ed in seconda battuta fruttato. Ginestra, biancospino e fiori d’arancio per quanto concerne il floreale. Mela golden e pesca gialla per il fruttato. In bocca è pieno, succoso e rotondo, ma al contempo la spalla acida ben pronunciata equilibra il tutto.
Rocca del Principe 2012
Ho incontrato Ercole Zarrella che gentilmente mi ha fatto “sentire” il suo gioiellino, presentato per l’occasione proprio al Vinitaly. Già al colore, giallo paglierino carico, si percepisce l’annata favorevole. Al naso è un tripudio di sensazioni odorose che vanno e vengono in un gioco di scambievolezze tra i fiori e la frutta. Si avverte il gelsomino, ma anche la pera, la lavanda, ma anche la mela cotogna. Il gusto è evoluto, l’elevata freschezza ben si combina con la complessità gustativa delle morbidezze avvertite.
“Ventidue” 2012 di Villa Raiano
Me l’ha fatto assaggiare il mio amico di vecchia data Gigi Pagano, anima commerciale di Villa Raiano. E’ il cru ottenuto dalle uve provenienti da un comune che si trova esattamente a 22km dalla cantina, e cioè da Lapìo. Colpisce subito la pienezza cromatica dell’areale. La complessità olfattiva che vira verso profumi floreali decisi ne è conferma. La bocca è fluente e cicciosa, mela verde, pesca a pasta bianca, nespola, insomma … tanta roba!!! Il finale sapido completa il tutto.
“Oi nì” 2012 di Tenuta Scuotto
Al banchetto d’assaggio, tutto “tirato”, c’è Adolfo Scuotto, come dice Catarella…”personalmente in persona” :-) Anche questo è un cru di Fiano vendemmia tardiva e con fermentazione controllata a 7° effettuata in botti alsaziane. Colore carico da vendemmia tardiva, ma molto vivace e luminoso. Naso atipico ma molto piacevole. La vaniglia su tutto, ma poi anche fiori e frutti gialli. Un sorso elegante ma pieno ci conferma la morbidezza già espressa al naso. Insomma, è tutto un bilanciamento perfetto, anche se non tipico del vitigno. Potrà essere “il piano B” per il Fiano di Avellino?
“Vigna Arianiello” 2013 (campione di botte) di Feudo Apiano
L’ho assaggiato dalle mani di Angelo Silano, agronomo, enologo, produttore di olio…e chi più ne ha più ne metta!!! :-) Ma è solo un assaggio di botte di uno dei tre nuovi cru che Angelo vorrebbe lanciare di qui ad un anno. Il colore è giallo paglierino pieno. Al naso sembra più un Greco che un Fiano, la nota agrumata prende il sopravvento persino sul gelsomino. In bocca,il pompelmo è evidente ancora più che al naso. Acidità a go-go, ma anche sapidità e lunghezza non sono certo deficitarie in questo vino!!!
Santàri 2011 di Filadoro
Allo stand c’era Giancarlone Ioanna, grande gourmet amante di maccaronara :-). Anche questo è un cru che viene fuori da una vendemmia tardiva di filari selezionati. Il colore è appena un po’ più carico del base. All’olfatto oltre al floreale spiccato, tipico dell’areale, si avvertono lievi sentori aromatici di macchia mediterranea. Evidentissima la pera matura seguita da note di frutta gialla. A dispetto dei circa quattro anni, la freschezza è disarmante. Completa il quadro di equilibrio una bella sapidità.
“Sequoia” 2012 di Fonzone
Ad accogliermi allo stand, tutta la famiglia Fonzone, il vino mi è stato servito da Arturo Erbaggio, agronomo ed enologo aziendale. Le uve provengono da una piccola vigna aziendale, a Paternopoli, fuori dall’areale della DOCG. Si tratta di un vino ottenuto da uve di vendemmia tardiva con percentuale di grappoli botritizzati e fermentazione in legno. Di colore giallo paglierino, al naso è immediata la sua complessità: note cremose, di frutta secca, di fiori (camomilla, zagara), oltre a sentori minerali. La spalla acida e la sapidità equilibrano alla perfezione la sua naturale componente dolce. Finale persistente, con note tostate in retronasale.
Antico Castello 2012
A servire il vino allo stand c’era la graziosa nonché preparatissima Chiara Romano. Siamo anche qui fuori dall’areale della DOCG, e precisamente a San Mango sul Calore. Il colore non si discosta molto dai fiano più blasonati. Il naso è magnificamente pieno, assieme ai fiori ed alla frutta si avvertono leggere note balsamiche che lo rendono ancora più elegante. Al gusto la ricchezza di sensazioni fruttate, frutta a pasta bianca, è riequilibrata da una mineralità diffusa. La complessità fa il paio con la lunghezza.
Vigna Acquaviva 2012 di Montesole
Al banco d’assaggio, vestito di tutto punto, Michele D’Argenio, enologo aziendale. Si tratta di un cru con uve provenienti da S. Michele di Pratola, accanto alla dorsale di Montefredane. Paglierino carico. All’olfatto si avvertono fiori bianchi, nello specifico, tiglio. Anche il fruttato, in successione. Pesca gialla e confettura di agrumi. Chiude una nota di nocciola tostata. Ottima freschezza, l’ equilibrio tra componenti dure e morbide è perfetto, sicuramente è suscettibile di ulteriore evoluzione.
Vigna della Congregazione 2012 di Villa Diamante
Mi serve il vino la dolce Diamante Renna-Gaita, moglie di Antoine Gaita. Areale di Montefredane, vigne da 40 q.li ad ettaro, vinificazione con batonnage spinto e…altro ancora :-). Colore più carico degli altri fiano. Naso molto complesso. Si inizia da una leggera nota minerale per poi approdare a sentori di fiori e frutta per poi approdare ad una tenue tostatura. In bocca è più che pieno, la conferma della frutta, a pasta gialla ma poi un leggero sentore fungino avvolge il palato. Freschezza e lunghezza da vendere.
“Ciro 906” 2012 di Ciro Picariello
L’assaggio è a cura di Rita Picariello, moglie e chef (bravissima)personale di Ciro. Cru da uve di Summonte. Giallo paglierino pieno. Naso elegantissimo di fiori bianchi(gelsomino), di frutta a pasta bianca(pesca) e leggera nota fumè che sappiamo con gli anni diventerà più insistente. La beva è decisa, anche se le sottili sensazioni ti accompagnano dolcemente verso un altro sorso. La freschezza si impadronisce della bocca, ma viene subito riequilibrata dal notevole corpo del vino. L’allungo è poderoso.
Tenuta Sarno 2012
Alla mescita l’energica quanto esplosiva Maura Sarno, titolare dell’azienda. Areale di Candida. Bel colore giallo paglierino vivido. Olfatto meraviglioso di fiori d’acacia e di tiglio, subito seguito da una nota agrumata che poi si fonde con un sentore minerale di polvere pirica. In bocca l’energia del vino fa pari con quella della vigneron. Pienezza infinita, freschezza a go-go e grande complessità caratterizzano il sorso. Si beve ancora, e si aspetta che svanisca…macchè, è sempre lì!!!
“Selvecorte” 2012 Contrada Michele
Al banco c’è Gerardo Contrada, contitolare dell’azienda insieme al fratello Michele. Ancora areale di Candida. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Molto profumato con in evidenza i fiori d’acacia. Il fruttato invece, viaggia sull’onda dell’agrumato. Colpisce l’eleganza della bocca che evidenzia una gradevole freschezza insieme ad un’elevata sapidità. Il finale leggermente tostato ricorda la nocciola mortadella.
“Particella 928” 2012 di Cantina del Barone
L’assaggio è a cura di Luigi Sarno, alias Marlon Brando, enologo e titolare dell’azienda. Areale di Cesinali. Il vino è ottenuto da una singola particella, appunto al numero 928 del catasto terreni, che ha suolo ed esposizione particolari. Il colore non è certo bianco-carta(come lo avrebbe voluto la commissione per la docg) :-) è piuttosto giallo paglierino carico. Naso molto intrigante, prima erbe officinali(balsamico) e poi frutta bianca matura. Il sorso è fluente, la freschezza infinita. Finale amaricante di nocciola tostata. E’ sicuramente un vino al di fuori degli schemi .
Historia Antiqua 2013
A servire il vino c’è Luca, nipote del titolare Michele Cornacchia. Lo degusto in abbinamento ad una generosa fetta di “pizza con l’erba”. Bel colore paglierino vivace. Avverto subito note floreali molto intense. Glicine e camomilla. Segue la mela “sciampagna” . Bocca piena(ma non solo per la pizza) :-). Note vegetali molto pronunciate ed acidità graffiante. Si capisce subito l’ottima materia prima, ma è un infanticidio berlo adesso!!!
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