di Marina Alaimo
Sicilia en Primeur è il grande evento di presentazione alla stampa nazionale ed estera dei vini e delle aziende aderenti ad Assovini Sicilia. Riesce sempre a dare un quadro ben chiaro della produzione vitivinicola dell’isola grazie ai tours che abbracciano tutti i territori in maniera molto radicale ed agli assaggi finali da fare insieme ai produttori. Nell’edizione 2014 Assovini ha scelto una sede particolarmente suggestiva: l’isola di Vulcano che ha ospitato presso il bellissimo resort Tharasia un centinaio di giornalisti provenienti da tutto il mondo.
Sulla terrazza dell’hotel, con vista mozzafiato sulle altre isole Eolie allineate lungo un orizzonte quasi fiabesco, si è tenuta la conferenza di apertura con il professor Attilio Scienza. Questi ha ripercorso la grande storia dell’arcipelago che inevitabilmente si incrocia con quella della vitivinicoltura, passata dal mondo orientale attraverso queste isole per raggiungere l’occidente. Il percorso della storia qui ha tracciato momenti di notevole importanza come la prima documentazione della vite addomesticata dovuta al ritrovamento di vinaccioli sull’isola di Lipari e sempre qui, nel museo archeologico, è custodito un rarissimo esemplare di anfora di Chios, uno dei vini più rinomati dell’epoca classica. La disegnò Prassitele, grande scultore della cultura greca, su richiesta dei mercanti di Chios che ormai, da abili commercianti quali erano, desideravano un packaging riconoscibile. In effetti queste isole costituivano un triangolo di acclimatazione per le piante di vite provenienti dall’oriente che qui si sono incrociate con le uve locali dando vita ad altre varietà che poi, attraverso i traffici commerciali, si sono diffuse nel resto del paese e del Mediterraneo. Le Lipari sono state isole privilegiate per la loro posizione centrale in questo circuito di scambi commerciali, qui si batteva moneta che spesso riportava simboli legati al culto del vino. La storia legata ai territori intorno al Mediterraneo pur avendo avuto un andamento ciclico, ha lasciato tracce ben visibili e ripercorribili, anche nella viticoltura. Un giusto equilibrio tra storicità, tecnologia avanzata e rispetto per l’ambiente ed il paesaggio sono i punti focali sui quali il mondo del vino ormai deve puntare. Ed in effetti i produttori siciliani si sono orientati in maniera coesa verso il recupero della tradizione con reimpianti di vitigni tipici.
Dagli assaggi fatti in questa occasione il trand in controtendenza è molto evidente. I produttori comunicano soprattutto la storia della viticoltura dei luoghi di appartenenza, legata inevitabilmente alle varietà autoctone. Anche la struttura dei vini è molto cambiata, si punta prevalentemente alla bevibilità del prodotto, a vini agili, di spinta freschezza, non più morbidi e rotondi come troppe volte si è visto tra gli anni ottanta e novanta. L’era duemila della viticoltura siciliana riscopre con grande orgoglio le proprie radici intrise di storia imponente e dei tanti vitigni ad essa legati. Girando tra i banchi di degustazione non si può non notare l’importante ruolo delle donne in questo scenario. Josè Rallo, della famosissima cantina Donnafugata, è la grande comunicatrice dei vini di Sicilia nel mondo con la sua abilità nel fare accoglienza e nel trasmettere la cultura del luogo.
Così come la giovanissima Arianna Occhipinti, nel piccolo distretto di Vittoria, è riuscita in breve tempo a rivoluzionare l’idea del cerasuolo e del nero d’Avola riportandoli nella misura naturale di vini sottili e di spinta freschezza.
Ed un grande lavoro in questa direzione lo ha fatto, e lo sta facendo ancora, Gaetana Jacono dell’azienda Valle delle Acate, sempre nel territorio di Vittoria, riaccendendo l’attenzione su questo areale sconosciuto fino ad una decina di anni addietro.
L’evento Sicilia en primeur ha posto anche una notevole attenzione sui vini bianchi ed in modo particolare sul rilancio dell’uva grillo dopo il declino dovuto al suo impiego nella produzione del marsala. Questa varietà è figlia dell’incrocio tra catarratto e moscato di Alessandria, qui detto zibibbo. E una giovane enologa, Lorenza Scianna dell’azienda Fondo Antico vicino Marsala, ne propone tre versioni estremamente interessanti.
Questo evento, arrivato alla sua XI edizione, è vissuto ancora come una grande opportunità per i produttori vitivinicoli e per l’economia dell’isola. La missione comune mira al recupero dell’identità e di uno stile autentico e riconoscibile. Sicuramente l’unica strada percorribile insieme a quella della tutela dell’ambiente.
Dai un'occhiata anche a:
- Giornata della castagna per spegnere le prime Cento Candeline del mercato della terra
- Chianina & Syrah: da Cortona al mondo due realtà 100% italiane
- Chianti Classico Collection #CCC2024
- Mexitaly gemellaggio gastronomico Messico – Italia
- Stefano Callegari, serata tra gusto e “contaminazioni” da Jus a Napoli
- L’Italia della pizza a Tramonti | Successo della prima edizione di “PizzAcademy”
- Impressioni dal SIAL Paris. Le tendenze: il piacere batte ancora l’innovazione. Protagonisti i prodotti italiani, dalla pasta ai formaggi ai dolci
- Vincenzo di Nuzzo nuovo presidente Onas