di Maurizio Valeriani
In un maggio romano dove si cominciano ad avvertire i primi segni del caldo alle porte, l’interesse per un vitigno come il vermentino, nelle sue due grandi coniugazioni regionali, sale alle stelle.
E così in una sala gremita del Hotel St. Regis di Roma (un tempo conosciuto semplicemente come Grand Hotel) ho condotto insieme a Fabrizio Russo dell’Ateneo dei Sapori una interessantissima degustazione volta ad approfondire ed apprezzare le differenti interpretazioni territoriali.
Sardegna e Liguria a confronto dunque con una sequenza di vini molto interessante, che ha messo in risalto peculiarità di micro-zone e dei diversi aspetti pedoclimatici .
I terreni tutti granitici (o da disfacimento granitico) dei vini sardi in degustazione hanno trovato come contraltare le terre argillose o di formazione calcarea della Liguria.
Vi diamo conto degli assaggi nello stesso ordine in cui i vini sono stati versati nei calici, provando a fare un piccolo gioco di comunicazione con una trasposizione da cronaca sportiva.
Round 1
Poggio dei Gorleri – Riviera Ligure di Ponente Vermentino Vigna Sorì ’13 vs Vigne Surrau – Vermentino di Gallura Superiore Sciala 2013:
elegante, teso, minerale e di grande personalità il Vigna Sorì, più ricco, avvolgente e di impatto lo Sciala, più su sentori floreali e di frutta secca il primo, più minerale e con note di macchia mediterranea il secondo.
La sala decreta un sostanziale pareggio nelle preferenze
Round 2
BioVio – Riviera Ligure di Ponente Vermentino Aimone 2013 vs Cantina del Vermentino – Vermentino di Gallura Sup. Aghiloja Oro ‘13
Uno scontro non facile, vinto dall’azienda ligure essenzialmente per una olfattiva più nitida e coerente. Le bottiglie pervenute di Aghiloja oro sfortunatamente non sono appartenenti ad un lotto fortunato, per cui manifestano al naso delle imperfezioni, che però trovano nella gustativa una ricomposizione. Il vino di BioVio è di grande carattere con note minerali, di frutta secca e fiori gialli e chiude con una bellissima scia sapida, il vermentino della Cantina Sociale di Monti recupera con una bocca avvolgente e decisamente granitica, che ci fa rimpiangere di non aver davanti le bottiglie giuste assaggiate qualche tempo fa.
Round 3
Podere Terenzuola – Colli di Luni Vermentino Sup. Fosso di Corsano ’13 vs Nuraghe Crabioni • Vermentino di Sardegna Kanimari 2013
Veramente interessante questa sfida, con il Fosso di Corzano, avvolgente e pieno, tutto su toni fruttati e floreali, fresco e minerale, ed il sapido Kanimari, un tipico vermentino dai toni salati ed agrumati, con finale di macchia mediterranea e ricordi gessosi.
Per la sala la sfida è vinta di misura dal Kanimari
Round 4: la sfida impari (nel senso che la Sardegna qui schierava due vini e la Liguria uno solo)
Data appunto la sfida impari (2 contro 1) qui ci limitiamo a descrivere le sensazioni dei tre vini oggetto della fase finale della degustazione:
Ottaviano Lambruschi – Colli di Luni Vermentino Il Maggiore 2013: una bellissima espressione di Liguria, con sentori agrumati e di fiori in bianchi, mineralità in primo piano, e lunghissimo finale sapido e gessoso; la sala appare incuriosita dall’assaggio;
Capichera – Capichera 2013: come sempre un’interpretazione di altissimo livello quella di un’azienda che ha fatto la storia del vermentino italiano nel mondo. Tanta materia, in una veste elegante e avvolgente, con note che vanno dal granito all’agrume alla macchia mediterranea; la sala pur riconoscendo la grande qualità del prodotto si divide tra chi lo percepisce come un vino tecnico e chi ne apprezza invece la territorialità e la tipicità; secondo noi invece tecnica e terroir rappresentano un bellissimo connubio nella degustazione di questo vino dei bravissimi fratelli Ragnedda;
Depperu – Ruinas 2013: se un vino prodotto in 80 mila bottiglie da un piccolo produttore viene interamente venduto in poco più di due mesi ogni volta che viene prodotto un motivo ci sarà. In particolare l’annata 2013 è stata per i fratelli Depperu formidabile. Il Ruinas appare minerale, sapido, granitico avvolgente, un vino di grandissima personalità che parla la lingua gallurese e la diffonde ovunque. È il vino che viene servito per ultimo, e mette d’accordo tutta la sala in un giudizio enormemente positivo.
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