di Maurizio Valeriani
Si avete capito bene siamo in Toscana, e non in Spagna, e siamo a San Miniato, non nella Rioja e nemmeno nella Ribera del Duero. Eppure parliamo di tempranillo, vitigno iberico, ormai presente da diversi anni in questo territorio, e forse arrivato tramite i pellegrini spagnoli che percorsero la via francigena.
“L’azienda –spiega Leonardo Beconcini– sorge a poche centinaia di metri da una zona archeologica di posta romana ed in prossimità di Ponte ad Elsa. Si presuppone dunque che il luogo fosse un transito da secoli e che sia stato utilizzato come una delle direttrici per Roma della Via Francigena”.
Inoltre la zona di San Miniato, ed in particolare Ponte ad Elsa era nella direttrice che tagliava da Altopascio, nota sede di un ospedale e centro di accoglienza dei pellegrini.
“Da alcune ricerche effettuate –continua Beconcini – si ipotizza che: famiglie di pellegrini Spagnoli possano aver portato semi di vite Tempranillo e abbiano diffuso questa pianta nelle vicinanze di San Miniato, seminandola appunto, come era usanza dell’epoca.”
Un tragitto che verosimilmente potrebbe essere avvenuto intorno alla metà del ‘700 secolo direttamente dalla regione iberica della Rioja, proprio nella regione a nord della Spagna, dove si trova Santiago di Compostela.
«Si crede che il periodo sia la metà del 700 –dice il produttore- perché all’epoca a San Miniato viveva un parroco agronomo, Giovanbattista Landeschi, nominato parroco di Sant’Angelo a Montorzo in Comune di San Miniato. La parrocchia era molto povera ed i pochi seminativi erano circondati da calanchi. Egli si impegnò in progetti agricoli di grande interesse e fu il precursore della coltivazione a terrazzamento delle colline in controtendenza”.
Ma veniamo ai giorni nostri.
Fino all’inizio degli anni ’90 non si era ancora capito che il vitigno presente nelle vigne fosse tempranillo. Appurato questo tramite analisi del DNA, l’azienda decise di puntare fortemente su questa varietà e realizzare nuovi impianti, che danno vita al vino base dell’azienda che si chiama IXE (dalla lettera X, a rimarcare il fatto che prima la varietà non era identificata).
Abbiamo assaggiato l’IXE 2012 (23 mila bottiglie; circa 12 euro a scaffale), dalla beva scorrevole e dai toni fruttati e speziati.
Dalla vigna quasi secolare (risalente agli anni ’20) si realizza il Vigna alle Nicchie (circa 30 euro a scaffale), un vino prodotto in circa 3 mila bottiglie che nasce dall’appassimento delle uve per circa 4 settimane in dei fruttai ed una permanenza di 24 mesi in barrique nuove (70% francesi, 30% rovere americano).
La verticale storica di tutte le annate aziendali di questo vino, che si è svolta presso il ristorante stellato di Firenze L’Ora d’Aria ci ha dato la possibilità di capire le potenzialità di questo vitigno, che si è adattato alla zona di San Miniato, diventando a pieno un interprete del territorio, insieme all’ormai rinomato tartufo bianco (che abbiamo assaggiato nelle straordinarie preparazioni dello chef Marco Stabile).
Vi diamo conto quindi delle nostre impressioni di assaggio:
Vigna alle Nicchie 2004: l’olfatto si apre con note evolutive e di visciola appassita. La gustativa invece è ancora vibrante e la chiusura è minerale e sapida;
Vigna alle Nicchie 2005: ematico e carnoso, leggermente chiuso all’olfatto, contratto, esile ma di buona bevibilità;
Vigna alle Nicchie 2006: polpa frutti rossi, per un sorso caldo e potente. La nota alcolica viene sorretta da una struttura poderosa;
Vigna alle Nicchie 2007: unisce tensione e potenza, con sentori minerali che accompagnano toni di frutta secca, lamponi e spezie. Bella interpretazione di un’annata calda;
Vigna alle Nicchie 2008: grande materia e succosità per un sorso avvolgente ma dinamico, che coniuga sensazioni speziate a ricordi di frutti rossi ed agrumi. È il più “spagnolo” dei vini in degustazione;
Vigna alle Nicchie 2009: leggermente stretto nell’ingresso in bocca, ma fresco ed elegante. Insieme alla 2010, è l’annata che strizza l’occhio al sangiovese ed al territorio a dispetto del vitigno;
Vigna alle Nicchie 2010: fresco, agile, con note floreali e fruttate. Marca il territorio a prescindere dalla varietà;
Vigna alle Nicchie 2011 (non ancora in commercio): è ancora in una fase embrionale, difficile esprimere un giudizio.
Pietro Beconcini Agricola
Via Montorzo 13/a – 56028 – San Miniato (PI)
info@pietrobeconcini.com
www.pietrobeconcini.com
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