Prosit Ristorante Caserta
Via Eleuterio Ruggiero 133
Tel. 0823.1554015
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Aperto sempre
Chiuso lunedì e domenica sera
Degustazione da 7 portate 35 euro
di Tommaso Esposito
Non appena lo conosci e gli parli ti rendi subito conto che non è uno sprovveduto, uno nuovo del mestiere insomma.
Peppe Russo sta tra cucine e cantine da sempre.
Prima di Caserta, Prosit stava a Marcianise.
E lui, là come qui, in sala. Con qualche puntata in cucina dove governa i fornelli Massimo, il fratello che non gli rassomiglia affatto.
Egli gioviale e loquace, l’altro riservato e schivo.
Entrambi, però, sono una bella sorpresa per chi gira e vuol conoscere cose belle e nuove, un po’ nascoste, al di fuori dei circuiti mediatici tanto luccicanti, quanto fatui.
Siamo a ridosso del centro di Caserta, quanto basta per stare tranquilli e parcheggiare bene.
Un bel locale alla moda, semplice nell’arredo e nella mise en place. Confortevole e accogliente.
Il banco della mescita sta lì ad accoglierti se vuoi soltanto qualche calice e consumare veloce.
La cantina è ricca, diecimila, ventimila bottiglie.
O forse di più.
Non c’è tempo per stilare la carta, ma Peppe ha tutto nella memoria.
Qui il vino si racconta e accompagna.
Poi c’è la cucina.
Due grandi sessioni.
Autunno-inverno con il trionfo di carne, funghi, tartufi e formaggi.
Primavera-Estate con il trionfo di pesce, crostacei e ortaggi.
Il baccalà c’è sempre.
Menu estivo, dunque, stasera.
Si comincia con il benvenuto di keftedes di pomodoro, Peppe d’agosto se la fa a Santorini. Vicino ci sta il mussillo marinato con un spuma di ricotta al limone.
Avvio giusto, acido e stimolante.
La zuppetta tiepida di patate, calamari e vongole è un tuffo tra gli scogli.
Una mano leggera che rispetta la sapidità che si esprime senza eccessi, lieve e saporita.
Perché il pesce qui è freschissimo.
Tant’è che il gambero rosso di mangia così, nature.
Poi il primo.
Te l’aspetteresti in bianco questa linguina con cozze e salicornia, l’asparago di mare iodato quanto amaricante.
E invece è rossa per il pomodoro.
Saporita, golosa da rustica trattoria di mare.
Il tonno a pinna gialla, un esemplare di una ventina di kili pescato oltre Ponza, giunge cotto e crudo con una granella di pistacchi di Bronte salati e un tocco di zenzero.
Ve la lascio immaginare.
Io l’ho mangiata.
Senza fiatare.
Così: gnam, gnam.
C’era pure qualche triglia in dispensa, ma la bontà della seppia ha reclamato l’assaggio.
In agrumata panure, appena appena passata al forno cocente.
Accanto le stanno dei fagiolini scottati e conditi alla scapece con menta e aceto.
Poi il gelato.
Due gusti di cioccolato con ciliege saltate in padella e crumble di biscotto al rum.
Dolcemente godurioso.
Che dire?
Caserta questa volta mi ha sorpreso.
E sono contento.
Peppe continua così e la Reggia di Re Borbone, per dirla con Petrolini, sorgerà più bella di pria!
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