Sarà la crisi che da ormai quasi dieci anni sta lentamente decimando le piccole e medie attività del nostro Paese, ma come ti allontani dalla città, trovare un ristorante aperto a pranzo in mezzo alla settimana sta diventando sempre più difficile. Ce ne sono ancora, certo, ma la selezione si riduce sempre di più, soprattutto se cerchi un posto di qualità che giustifichi la scelta di mangiare fuori.
Del resto anche sfogliando le varie guide emerge evidente che, soprattutto nei mesi invernali, molti chiudono per ferie e i pochi rimasti optano per la sola apertura serale. Ma dato che non sono tipo che si rassegna facilmente, dovendo andare in Toscana lo scorso giovedì 15 gennaio, per la precisione in quella bellissima zona che abbraccia la Val d’Orcia e la Valdichiana, mi sono dato da fare e alla fine ho trovato aperto lo storico →Conte Matto a Trequanda, una località che si trova in posizione strategica, a pochi chilometri da Montalcino, Pienza, Montepulciano e Sinalunga.
Una lunga chiacchierata con Davide Arrigucci, che gestisce da oltre 15 anni il locale avviato dai genitori, non ha fatto che confermare le difficoltà che in questo periodo deve affrontare chi, come lui, porta avanti un’attività di ristorazione, nonostante si trovi in una zona di transito piuttosto frequentata.
La cucina del Conte Matto è ben conosciuta, tanto che fino a una decina di anni fa, era considerato uno dei ristoranti più rinomati della Valdichiana e bisognava prenotare con qualche giorno di anticipo se si voleva essere sicuri di trovare posto. Davide disponeva, fra l’altro, di una cantina invidiabile, con centinaia di etichette regionali, non mancavano varie annate dei vini più famosi della Toscana. Oggi, purtroppo, la carta dei vini è stata ridimensionata, dando spazio principalmente a quelli della zona, come Nobile, Brunello e Chianti. Come dice lo stesso Davide, la maggior parte dei clienti ormai beve al calice o non beve affatto, ed è un peccato perché la cucina di Livio, Maurizio e Daniele è davvero ottima e consentirebbe di divertirsi con numerosi accostamenti.
Insomma la crisi si sente parecchio, soprattutto fuori stagione, ma il Conte Matto è ancora lì e non molla, per nostra fortuna. Del resto basta provare i deliziosi “Crostini di fegati e frattaglie con cipolla rossa caramellata” o lo “Sformato di cavolfiore con salsa di pecorino erborinato della Valdichiana e noci“, per rendersi conto che qui anche una gentildonna troverebbe il modo di leccarsi i baffi…
Dato che in questo periodo non ho una gran voglia di carne, mi sono limitato ai crostini prima e ai “Ravioli ripieni di polpa di maialino di cinta senese con vellutata di carote” poi, saltando a più pari la pur succulenta “Bistecca di vitellone di razza chianina nel filetto (cottura alla fiorentina)“, o l’allettante “Cinghiale in Dolceforte“, ricetta locale “classica e rinascimentale” che prevede cioccolato, pinoli, uvetta, canditi e aceto di vino rosso; o ancora il “Galletto marinato agli agrumi e grigliato con insalata“. A questi già notevoli secondi, previa prenotazione qualche giorno prima, si possono aggiungere due piatti tradizionali come la “Scottiglia di passero, tordo, quaglia e pernice rossa, con polenta grigliata e pane croccante all’aglio” e il “Piccione in casseruola al vecchio modo del Conte“.
Insomma, una cucina di territorio preparata con molta attenzione alla qualità delle materie prime, che sono in parte di propria produzione (olio e ortofrutta) e in parte provenienti da fornitori selezionati in un raggio di 30 km e da presidi Slow Food.
Se per la carne sono disposto a fare delle rinunce, così non è per il dolce, e debbo dire che ho fatto proprio bene! Infatti ho scelto una sublime “Mousse chiantigiana a base di cioccolato fondente e briciole di pane al caffè e zabaione al rhum“. Diciamocelo, non tutti i ristoranti sono in grado di offrirti proprie preparazioni dolciarie che siano al livello delle portate salate, quando capita bisogna approfittarne. E questa mousse è davvero imperdibile, me ne sarei volentieri mangiata un’altra in preda ad una golosa incoscienza.
Sia chiaro, io ci torno! Anche perché le carni meritano assolutamente, così come gli altrettanto attraenti dolci come il “Muffin alle castagne con crema al brandy e spezie“, il “Parfait alle mandorle e croccantino“, la “Bavarese all’arancia” o il ““Nostro” “Tiramisù“”.
Prezzo medio 35 euro vini esclusi.
Ristorante Conte Matto
Via Taverne, 40 – Trequanda (SI)
Tel. 0577 662079
Giorno di chiusura: martedì
info@contematto.it
www.contematto.it
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