E’ questo un piatto classico, povero e veloce della cucina di mare napoletana. Quella dove non si butta via niente e quindi, una volta comprate le seppie, si conservano le sacche del nero per preparare un primo gustosissimo e di grande effetto anche se abbiamo ospiti a tavola. In questo periodo dell’anno le seppie sono sempre presenti e freschissime sui banchi delle pescherie. Anche il generosissimo albero di limoni continua a regalare i suo frutti meravigliosi, simbolo solare, gioioso e profumatissimo della cultura mediterranea. A noi napoletani piace tantissimo piantare alberi di limoni, sia in giardino che in terrazzo e si vedono sempre con maggiore frequenza anche sui balconi. Riuscire ad avere qualche limone appena colto renderà speciale il nostro piatto di vermicelli, o anche spaghetti, al nero di seppia.
Vermicelli al nero di seppia
Di Luciano Pignataro
Ingredienti per 4 persone
- 320 gr di linguine, vermicelli o spaghetti, anche spaghettoni
- 3 sacche freschissime di nero di seppia
- 250 gr. di seppie
- 1 spicchio di aglio
- Un limone freschissimo
- Olio extravergine di oliva
- Foglioline di menta fresca
Preparazione
Pulire bene le seppie, spellarle e raccogliere con delicatezza le sacche del nero e metterle da parte. In una padella grande far rosolare 8 cucchiai di olio evo con l’aglio intero e appena schiacciato, versarvi le seppie ben asciugate e tagliate a tocchetti piccoli e rosolare per 2 minuti. Nel contempo cuocere i vermicelli o spaghetti o anche spaghettoni in abbondante acqua salata. In una ciotola stemperare in pochissima acqua di cottura della pasta il nero delle seppie e versarlo nella padella con il sugo di seppie amalgamando bene. Colare la pasta bene al dente con un paio di minuti di anticipo e ultimare la cottura saltandola nella padella con il condimento delle seppie e del nero, 2 gocce di limone a testa e, se necessario, aggiungere dell’acqua di cottura della pasta. A fuoco spento aggiungere 3 foglioline di menta tritate e la buccia del limone grattugiata facendo attenzione a non grattugiare anche la parte bianca che risulta amara.
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