Siamo a Pietrelcina (Bn), piccolo paesino di tremila anime che diede i natali a Padre Pio. Lontano dalle forti conurbazioni della fascia costiera campana ma molto vicino alle vigne di falangina ed ai campi di carciofi. Il paesaggio, per niente antropizzato, ti fa respirare un’aria bucolica e al tempo stesso, mistica. Sono posti da visitare sempre, ma soprattutto quando si ha voglia di staccare la spina e ritagliarsi dei momenti di riflessione indimenticabili. Per me, niente di tutto questo!!!
Come è noto, il mio desiderio di viaggiare è spinto sempre da cose più “terrene”, liquide e solide :-), e solo per queste sono disponibile a sacrificare le mitiche bombole di ossigeno irpino!!! La meta è il “ Boda de Ciondro”. Il ristorante prende nome dalla zona in cui si colloca: via tratturo località Boda de Ciondro che in una semplice e letterale traduzione dallo spagnolo, boda significa “festa di nozze”, ciondro invece è intraducibile, posso solo azzardare che nel dialetto delle zone interne della Campania, la parola identifica un contenitore rotto, inservibile e perciò si usa come dispregiativo per definire persone esteticamente impresentabili. Anche se la stessa zona era detta ” u ualo e lontro” che in dialetto pietrelcinese significa guado fangoso . Infatti vicino alla struttura scorre un ruscello (vallone in forma dialettale) nel quale si rinfrescavano gli animali ricoverati nella struttura dove ora c’è il ristorante. La proprietà, una volta in capo alla ricca famiglia Cardone, nel1921 venne poi acquistata dal nonno di Antonio Iadanza (titolare del ristorante), colono degli stessi Cardone.
Negli atti notarili si evince l’uso di cui se ne faceva: “giaciglio per animali volgarmente detto iazzo”. Nel 2004 Antonio, già più che “mezzo avvocato”, nonché sommelier, decide di realizzarvi un ristorante, inizia i lavori e apre nell’ agosto 2005. Così abbandona gli studi e si butta anima e corpo in quest’avventura di turismo rurale. “Immaginavo il mio ristorante come il posto in cui volentieri avrei trascorso le mie serate più belle”, ci dice Antonio, “ con la nostra cucina legata ai ricordi ma in chiave assolutamente aggiornata alle nuove tendenze, tant’è che gli ospiti hanno sempre identificato Boda de Ciondro come un ristorante dalla cucina ricercata si, ma sempre con un forte legame alla tradizione e al territorio”. La prova evidente della concezione di cucina che ha Antonio Iadanza, ben centrata sui prodotti del territorio campano, è testimoniata dal coinvolgimento di Mirko Balzano nella proposizione del nuovo menù.
Attualmente lo staff è composto dal responsabile di sala Fabrizio Derudas 39 anni, barman professionale con varie esperienze a Roma, dallo chef Claudio Girardi, direttamente dall’Istituto Alberghiero di Benevento di anni 23, il suo secondo Salvatore Tarantino di anni 22, dall’Istituto Alberghiero di Avellino e completano lo staff Sandro Capozza dall’ alberghiero di Benevento e Simone Girardi studente stagista sempre dell’ alberghiero di Benevento, di soli 15 anni.
Doverosamente :-) abbiamo testato: “ Il nostro benvenuto” con baccalà mantecato e mallone, mozzarellina fritta, maiale e patate, crostatina di zucca e salsiccia di Castelpoto presidio Slow Food Antipasto: “L’oro di Montoro”, dedicato a Nicola Barbato, titolare dell’azienda Gaia che produce la famosa cipolla ramata. L’idea è quella di rendere omaggio ad un prodotto e a un territorio che continua a portare avanti una tradizione popolare. La cipolla è cotta sulla fiamma diretta in un involucro termico, ha una leggera affumicatura ed è condita con burro, colatura di alici e tartufo nero. Semplicemente…deliziosa, le solite montagne russe del gusto a cui ci ha abituato Mirko, “lo scugnizzo dell’Irpinia”.
A seguire “ il must” dedicato a Raffaele Vitale, “Spaghetti al pomodoro con pacchetelle Danicoop “…E’ il piatto con cui si misura un cuoco!!! Bellissima esecuzione, ottima materia prima, La scelta di metterlo in carta, chiaramente ispirata da una “vis provocatoria” del pensiero “ balzaniano” tutto condensato nel motto…buttiamo via i sifoni e facciamo parlare il susseguirsi delle stagioni!!! Delicatissimi, ma al tempo stesso dal sapore condensato i “Ravioli ripieni di brasato di cinghiale e conditi con colatura di alici di Cetara”. L’idea è quella di unire due elementi selvatici (non allevati) contrapposti, ma anche mare e terra!!! La spruzzatina supplementare di colatura è un bonus che vi consiglio di concedervi…per pareggiare il conto con il brasato di cinghiale. “ Rigatoni di rinforzo di baccalà ” E’ un piatto della memoria, ci ricorda, ovviamente, l’insalata di rinforzo natalizia. Con cavolfiori, baccalà, salsa di peperoni all’aceto e olive. Bella la sistemazione del piatto, goduriosa la degustazione, proverei a servire il piatto…freddo!!!
“Baccalà, rape e patate “Il baccalà viene arrostito sulla pelle ed adagiato sul suo “latte”, ottenuto dal bollore di latte ,aglio dell’ Ufita e lische di baccalà. Giusta la dissalatura del baccalà (sembra una banalità, ma è difficile trovare il giusto equilibrio), geniale il sistema di cottura, centrato l’abbinamento con il mallone e le cialde di mais.
E siamo quasi arrivati alla fine con “ Cioccolato arachidi e mandarino tardivo” un dolce-gelato che è il giusto finale a questa cavalcata territoriale ma nello stesso tempo gourmet. E con la piccola pasticceria, della storica azienda Borrillo di San Marco dei Cavoti (la patria del torrone), abbiamo veramente finito!!! Veramente un bel posto dove ti senti a casa, come dice Antonio Iadanza…”dove volentieri vorrei trascorrere le mie serate più belle”!!!
Ristorante Boda de Ciondro
via Tratturo
Pietrelcina (Bn)
Tel. 0824.997601
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