Mi è capitato in pochi ristoranti, nella mia vita da gourmet praticante, di trovare luoghi dove non ti alzeresti mai da tavola.
Ovviamente parliamo di ristoranti e quindi il cibo gioca un ruolo determinante, però all’Oasis si può andare anche per altro.
Il pranzo mi è piaciuto, trovandoci del buono e tanti prodotti autentici, ma siamo andati anche oltre, con quella sensazione di trovarsi a proprio agio come solo in casa propria. Sensazione che mi è capitata di avvertire anche al Don Alfonso a Sant’Agata e al Pescatore a Canneto sull’Oglio.
Al pari degli Iaccarino e dei Santini la famiglia Fischetti è una delle realtà di stampo familiare di quella provincia italiana che attraverso le proprie radici, e con un senso dell’ospitalità innato, racconta delle pagine meravigliose della ristorazione.
Senza dubbio per raccontare di queste tradizioni familiari dobbiamo citare Peppino e Mirella Cantarelli a Samboseto (per ragioni anagrafiche ovviamente non c’ho mai mangiato, ma ne ho letto in abbondanza) come quando si parla della Ferrari, ancora oggi bisogna nominare il “Drake” Enzo Ferrari.
Una cucina fatta di una tradizione ripulita dagli orpelli e dai grassi, con una materia prima vera, a tratti emozionante. La manteca campana, ad esempio, da sola vale il viaggio.
Di tante cucine fatte del vorrei ma non posso, di scimmiottamenti inutili, quella dell’Oasis non mira a voli pindarici o a stupire l’ospite, resta ancorata con i piedi ben piantati a terra, ad un ancoraggio prima di tutto culturale, perchè le proprie radici sono un valore da cogliere e da preservare.
Niente è esasperato, niente è banale, niente è morbido, ci sono le acidità quasi sempre cercate, ci sono note amaricanti spesso tenui e garbate, come nella zuppa di funghi, castagne, fagioli e fave di cacao o nei ravioli di burrata ed erbette, manteca campana e tartufo nero di Bagnoli Irpino. Un ristorante che può piacere a tutti, dal gourmet più esperto fino al viandante in cerca di un buon posto dove riempire solo la pancia.
Il piatto del viaggio è senza dubbio il maiale bianco, peperoni all’aceto e patate, arance e vincotto. Materia prima al top, abbinamento classico, i peperoni all’aceto, le arance ed il vincotto che nelle sensazioni lievemente acide e agrodolci non fanno mai finire il piatto in sensazioni stancanti, il purè di patate lo start and stop del piatto. Tradizione si ma con pensieri intelligenti, leggerezza, brio ma anche solide e granitiche sicurezze, così come in tutti i piatti.
L’atra cosa che mi ha stupito, e non poco, è stata la frutta ripiena di gelato, acquistata ad una gelateria non lontano da loro. Ecco questo è d’esempio per tanti giovani cuochi, non è che bisogna fare tutto in casa, penso al pane, l’importante è che deve essere buono, selezionando i fornitori migliori. In questo caso il gelato era buono e doppiamente bravi allora.
I cinquantacinque euro spesi per il menù degustazione vi sembreranno un vero affare, forse imbattibili, a tutte le latitudini, nel rapporto costo/felicità.
Carta dei vini ampia nella scelta e nella profondità delle annate, ricarichi più che corretti per i vini irpini, meno per quelli internazionali.
OASIS Sapori Antichi
Via Provinciale, 8/10,
83050 Vallesaccarda (Av)
Tel. 0827.97021
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