di Carlo Bertilaccio e Maurizio Valeriani
Fine novembre: piacevoli tepori di un’estate indiana tardiva, come la vendemmia. Sulle tracce di questi ultimi raggi di sole, decidiamo di dirigerci in terra di Siena per visitare un paio di cantine e riassaggiare alcuni vini. E così, sull’onda dell’improvvisazione, ci lasciamo alle spalle prima Montepulciano e Castelluccio, poi Montichiello e San Quirico d’Orcia e infine Pienza: itinerario affascinante e di tutto rispetto prima dell’approdo finale a Montalcino.
Qui, nell’aria frizzante del “borgo”, ci fermiamo per un primo assaggio e tocca a due portabandiera dell’azienda Le Potazzine, di cui abbiamo sperimentato anche il delizioso ristorante in piazza. Rosso 2012 e Brunello 2009, un’accoppiata vincente.
Rosso di Montalcino 2012 – Le Potazzine: dinamico, ritmico, fine, profondo, complesso e goloso, chiude con ricordi di succo d’arancia. Non amiamo dire “ è un piccolo brunello”, ma invece vogliamo dire a gran voce è un grandissimo Rosso di Montalcino, per noi il migliore dell’annata 2012, che tiene testa a molti Brunelli in circolazione;
Brunello di Montalcino 2009 – Le Potazzine: toni scuri all’olfattiva, che ci raccontano di un vino che entra in bocca timido, ma che dopo qualche secondo diventa il protagonista del palcoscenico e raccoglie applausi a scena aperta. Ampio, avvolgente, ricco e di grande eleganza, e contemporaneamente agile e molto equilibrato.
A seguire, e senza preavviso, abbiamo chiamato Daniela Perino, direttore commerciale della storica azienda (1923) di Maria Flora Fuligni, per una visita in cantina, ricevendo un cortese invito a raggiungerla per alcuni assaggi di cui vi racconteremo più avanti.
Prima però vorremmo spendere due parole su Fuligni, azienda-gioiello la cui storia enologica (e non) risale parecchio indietro nel tempo (1923). Dal loro sito www.fuligni.it:
“I visconti Fuligni, antica famiglia di origini Veneziane, si trasferirono in Inghilterra nel XIV secolo, alla testa di una compagnia di ventura al servizio di Edoardo III. Con la successione degli Asburgo Lorena al Granducato, Luigi Fuligni si trasferì in Toscana come generale dei nuovi sovrani e qui, intorno al 1770, ottenne dal Granduca Pietro Leopoldo ampie concessioni di terreni in Maremma con l’impegno di procedere alla bonifica degli stessi, come era nel desiderio di quell’illuminato sovrano. Giovanni Maria Fuligni si stabilì a Montalcino agli inizi del 1900, producendo vino, così come la famiglia aveva in precedenza fatto nei possedimenti maremmani e soprattutto a Scansano.
L’azienda Fuligni in Montalcino diretta dalla dottoressa Maria Flora Fuligni è costituita da circa 100 ettari in varia esposizione. I vigneti, di circa dieci ettari, sono situati nella zona orientale della collina, la zona classica del Brunello. Le cantine, oltre che nell’originaria sede del palazzo settecentesco di Montalcino, già residenza dei granduchi medicei, sono prevalentemente situate in località “Cottimelli”, (3 km circa da Montalcino in direzione di Siena) e qui si trovano anche le sale di degustazione, ambientate nei locali che ospitavano un piccolo convento di monache del XVI° secolo, recentemente ristrutturati”.
Sulla strada per Siena, appena fuori Montalcino, i terreni dell’azienda offrono alla vista un panorama meraviglioso fatto di vigneti, campi e colline a perdita d’occhio. Qui siamo stati accolti da Daniela Perino e i suoi colleghi con gentilezza e cortesia ma soprattutto con grande professionalità e abbiamo potuto apprezzare l’estrema cura con cui è organizzata e tenuta la cantina (magnifiche botti di rovere di Slovenia da 30 hl) e la sala di degustazione (ricavata nel convento del XVI° secolo) con vista sul Ginestreto, il vigneto del Rosso. Un vero piccolo tempio dell’assaggio che si svolge tra mobili, pitture e arazzi d’altri tempi, in un silenzio irreale.
Tra l’altro, come già accennato, Fuligni è una delle poche aziende che possiede una cantina importante in paese, nel palazzo di famiglia. E anche lì troneggiano splendide botti…Ma è ora di dare la parola ai vini degustati.
Rosso di Montalcino 2012, Brunello 2009, Brunello Riserva 2007 e SJ (San Jacopo) 2012, quest’ultimo prodotto in poche bottiglie con l’aggiunta di una parte di merlot al sangiovese.
Toscana IGT SJ (San Jacopo) 2012 – Fuligni: profondo, ricco, complesso e di grande piacevolezza. E’ la dimostrazione che quando l’allenatore è buono, tutti i giocatori in campo giocano bene. E’ un vino che non ti aspetti, e comunque fortemente ancorato al territorio;
Rosso di Montalcino Ginestreto 2012 – Fuligni: spezia e frutti rossi sono i marcatori di questo avvolgente rosso, che chiude con ricordi di lamponi e arancia sanguinella;
Brunello di Montalcino 2009 – Fuligni: è “succoso”, con tessitura fine, freschezza e sapidità, complessità e struttura. Un vero capolavoro, che coniuga eleganza, polpa e bevibilità;
Brunello di Montalcino Riserva 2007 – Fuligni: a dispetto dell’annata calda, questa riserva è fresca, dinamica, agile, piena, ricca, lunghissima ed avvolgente. La classe non è acqua, ci viene da pensare.
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