Quadra Franciacorta, a Cologne, è una giovane realtà vitivinicola nata nel 2003 dalla passione di Ugo Ghezzi per il vino con le bollicine.
Nel 2008 Ugo decide di dare una svolta significativa al percorso della sua azienda e chiama Mario Falcetti alla guida della sua cantina come direttore e chef de cave.
Mario, che ha un passato di tutto rispetto come ricercatore all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e che in quel momento era direttore di Contadi Castaldi, azienda del gruppo Moretti, accetta entusiasticamente la proposta e, in poco tempo, si mette al timone di un vascello che non vede l’ora di affrontare le onde in mare aperto.
Quando ha iniziato la sua esperienza in Contadi Castaldi, l’azienda era molto diversa da oggi. Per il Gruppo Moretti si trattava di un secondo marchio che viveva di luce riflessa del grande brand Bellavista. Non aveva nemmeno vigneti di proprietà.
Falcetti decise di accettare la sfida e ci si dedica completamente.
Alla Comtadi aveva selezionato i vigneti, i fornitori, gli agenti, i sistemi di produzione. L’azienda era cresciuta e si era evoluta sino ad assumere una propria identità indipendente divenendo un punto di riferimento nel panorama franciacortino. Secondo Falcetti, però, la scelta del management era stata quella di ricondurla al suo ruolo iniziale. Giusta o sbagliata che sia stata questa opinione, il sogno si era sgretolato e ha deciso di continuare a sognare altrove: cambiare per non cambiare.
L’esperienza in Contadi Castaldi è stata un’innegabile palestra che ha dato i muscoli a Mario per portare Quadra ad essere una delle aziende più dinamiche in Franciacorta.
22 ettari di vigneto nelle zone più vocate vitate a Pinot Nero, Pinot Bianco, Chardonnay e una produzione di 130.000 bottiglie che, da quando lui è arrivato al timone, si è diversificata in modo catartico.
Di queste bottiglie 60.000 sono della cuvée QBlack, 40.000 QSaten
A Mario piacciono le sfide, le onde alte, le “cime tempestose” e seguendo il suo cuore, certo sorretto da grande competenza e professionalità, ha dato luce a nuove cuvée che portano inequivocabilmente la sua firma: EretiQ, in prima linea, un Franciacorta dissacrante concepito con l’impiego di sole uve Pinot: bianco e nero, Qzero e Qblack a seguire degnamente questo percorso, oltre alla serie millesimata Q, a cui segue sempre il numero progressivo della cuvée.
I suoi dosaggi sono sempre minimi, direi quasi inesistenti, anche se in etichetta viene sempre riportata la dicitura Brut.
Per Mario la liqueur de dosage non è un correttivo del vino, ne è un suo elemento. Se non ve ne è bisogno non la usa, ma se serve per rendere il vino armonico ed equilibrato, lo fa, senza curarsi delle mode che vogliono il DOSAGGIO ZERO “über alles”.
Lui non lo scriverebbe nemmeno sulla bottiglia, per il lui i grammi di zucchero aggiunti dopo la fase di sboccatura sono un fatto intimo. Occorre giudicare il vino nel bicchiere, non la scritta sull’etichetta.
Lui è un provocatore, e un romantico idealista. Il vino nasce dal cuore. Il suo vino lui lo sogna, lo vede, lo immagina. E poi lo crea.
In un calice vuole coniugare l’essenza dell’uva, che conosce perfettamente, e il suo stato d’animo, le sue inquietudini, i suoi dubbi. Un vino che racconta la sua storia.
Lo sforzo e l’impegno che ci mette sono volti a rendere tangibile il suo pensiero a chi dovrà realizzare il vino in prima battuta, e a chi lo vorrà degustare subito dopo.
Ho sempre apprezzato Mario e l’idea che ha del vino. Devo dire che è stato determinante nel cammino che ho intrapreso di dedicarmi quasi esclusivamente alle bollicine, e agli Champagne, terra che Falcetti conosce molto bene e che evita accuratamente di assimilare alla Franciacorta, sia in termini di esperienze passate che di vini prodotti.
Senza scomodare il terroir (se ne è troppo abusato), nei due secoli di “vantaggio” che ha la Champagne rispetto alla Franciacorta, non si sono verificate solo vendemmie, ci sono state rivoluzioni, Napoleone, le guerre mondiali, territori rubati e contesi, fallimenti e conseguenti rinascite, acquisizioni, fillossera, capitalismo e nuovo mondo.
Tutti fattori che la Franciacorta non ha vissuto e che non hanno inciso sulla realtà locale (in Franciacorta sono ancora alla prima generazione di vigne e vigneron).
Della Champagne però vorrebbe che la Franciacorta assimilasse quella vocazione, ormai consolidata da 20 anni, di stabilire continuamente nuove frontiere per non banalizzarsi, per non essere statici.
La Franciacorta per Mario è “casa”, la casa del vino, la casa dove vive, dove lavora, dove corre (è un appassionato maratoneta con un discreto palmares).
Una terra che vede piena di contraddizioni, di banalizzazioni e che vorrebbe riuscire a rappresentare, attraverso i suoi vini, quelli di Quadra, in modo più originale e unico.
In questo percorso il Consorzio di Franciacorta ha aiutato i produttori, lo sta facendo. Ma dovrebbe fare molto di più. Per fare in modo che ciò avvenga, pensa Mario, c’è bisogno di una rivoluzione, una forte rottura.
E non sono molte le aziende che hanno il coraggio di raccogliere questa sfida.
“I miei vini sono come dei figli che mi assorbono, mi preoccupano, mi danno soddisfazione, e che non riesco mai a vedere in maniera completamente oggettiva”, dice Mario che ama tutte gli aspetti del suo lavoro ma che, da insospettabile romantico, vede nella progettazione di una nuova cuvée la parte più coinvolgente della sua attività.
“Immaginare un grappolo d’uva in un calice, ovvero come trasferire l’essenza di quel grappolo”.
Perché uno chef de cave un cuore ce l’ha, e i suoi vini sono il suo regalo d’amore al mondo.
EretiQ – Visione 2010
70% Pinot Bianco – 30% Pinot Nero
37 mesi di affinamento sui lieviti, sboccatura febbraio 2014
Dosaggio zero
E’ un po’ troppo freddo e quindi aspetto 10 minuti buoni per poter cogliere il naso in modo totale.
Quando si apre è un grande rincorrersi di biancospino, zagara, sasso bagnato, mandorla pelata.
Nello stesso cestino olfattivo. Il pinot bianco qui non è solo una scritta sull’etichetta. E’ l’intero carattere del vino.
E mica si scherza con lui.
E che dire dell’assaggio? Sorso da lama affilata, un bel taglio netto, senza sbavature.
Freschezza da morso di nettarina bianca, con la polpa croccante e ritorno intrigante di anice stellato.
Una mineralità elegante, mai difficile, mai pungente. E ne ha di strada da fare, tanta, tantissima.
Mario dice che l’EretiQ è “effimero”, per me è indubbiamente un gran bel Franciacorta, forse una delle sue creature migliori, più dirompente. Insomma, tanta roba.
Quvée 46 – base 2009
80% Chardonnay e 20% Pinot nero con circa il 40% delle basi fermentate ed affinate in legno
50 mesi di affinamento sui lieviti, sboccatura Luglio 2014 – parte dello chardonnay vinificato in barrique non nuove.
Brut, con zero zuccheri nel dosaggio
Temperatura perfetta.
Siamo su un altro pianeta. Un universo parallelo.
Qui note minerali si fondono con accenni di tostatura. A tratti arriva anche un accenno di idrocarburi, l’asfalto appena versato sul fondo della strada. Un Franciacorta che rieslingheggia?
Il sorso è pieno, sciampagnoso (non sto facendo confronti, è un neologismo che mi piace usare quando il vino è morbido e al contempo fa sentire la frizzantezza delle bollicine), ronde en bouche, setoso.
La nota affumicata è resa più lieve dalla fresca dolcezza della frutta bianca appena tagliata, la freschezza di fondo lo rende snello e vivace facendo ritornare la morbidezza al palato al momento giusto.
E la persistenza finale regala una magnifica complessità degna di accompagnare anche le portate più succulente.
Altra bottiglia, altro fuoriclasse, stessa mano elegante.
Parola di Dame.
Tenuta Quadra
Via S.Eusebio,1 – 25033 Cologne (Brescia) Italia
Telefono 030.71 57314 – Fax 030.7059728
www.quadrafranciacorta.it
*Chi è La Dame Du Vin
Sono una donna che ha tanti interessi e tante passioni. Una delle più importanti è sicuramente l’Amore per il vino, in tutte le sue espressioni, i suoi colori, le sue intensità.
Diploma AIS e tanti corsi di specializzazione sui vini francesi sono la base per avere modo di circumnavigare questo mondo enologico con curiosità, umiltà, desiderio di imparare, sempre, costantemente alla ricerca del vino “più buono”…vino che non troverò mai.
Il mio desiderio è condividere le emozioni di questo viaggio di gusto e conoscenza con compagni che siano curiosi e, come me, amanti dei piaceri più semplici della vita.
La mia spinta vitale sono le BOLLICINE, soprattutto sotto forma di Champagne, la mia bevanda preferita per la piccola colazione, colazione, pranzo, merenda e aperitivo.
Sono stata fra le tre finaliste italiane del Concorso Ambasciatori Champagne nel Settembre 2013.
Apprezzo moltissimo anche tutte le bollicine italiane, dal Franciacorta al Trento doc, dall’Alta Langa al Prosecco. E per questo ho creato un viaggio particolare, un format che dà modo a tutti di approcciare il meraviglioso mondo del metodo classico partendo dai vini fondamentali, per arrivare sino alle eccellenze francesi.
Amo anche i rossi, quelli di bella struttura e complessità….e i bianchi, quelli che profumano di mimosa e di frutta, quelli che ricordano il calore del sole e i sapori del mare.
E anche i vini dolci, che non stancano mai, che sono buoni in ogni occasione, e non serve un’occasione speciale per berli.
www.ladameduvin.com
FB page: La Dame du Vin
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