di Antonella D’Avanzo
Tradizione, memoria, bellezza, passione e magia sono i termini con cui si può sintetizzare il terzo evento del ciclo di serate promosse dallo storico ed importante Molino Polselli S.p.a di Arce, che in Campania, in particolare a Napoli, lega il suo nome a quello della pizza, tenutosi all’Antica Pizzeria Port’Alba di Napoli. Pizzeria, riconosciuta come la prima nata in città dove l’emozionante ed interessante storia parte nel 1738, gestita da Gennaro Luciano, Maestro pizzaiolo di grande umiltà e dall’animo nobile, con una esperienza quarantennale tramandata da suo padre.
È un luogo in cui le diverse sfaccettature della napoletanità più vera si imprimono nella mente, penetrano nell’anima. Un pezzo di storia nella storia partenopea. I tavoli e le pareti raccontano della sosta di tanti personaggi illustri tra cui Re Ferdinando di Borbone che andava in incognita travestendosi con barba e abiti di popolo, Salvatore Di Giacomo, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Antonio Cardarelli, Giuseppe Moscati fino ad arrivare ai nostri tempi con il grande cantante Pino Daniele che qui insieme al suo amico Tullio De Piscopo gettò le basi per il progetto dell’album “Terra Mia”. E proprio i brani di questo disco del cantautore scomparso di recente hanno fatto da contorno alla magnifica serata emozionando e rallegrando gli ospiti: giornalisti, cultori dell’arte enogastronomica e addetti ai lavori.
Un appuntamento indimenticabile che ha messo insieme due forti artigianalità: la pizza verace del maestro Gennaro, un prodotto leggero e profumato legato alla tradizione frutto della ricerca e dello studio costante e della sapienza nel mettere insieme ingredienti diversi e di qualità e l’alta norcineria di un talentuoso artigiano di Norcia, Paolo Magrelli, uno dei pochi norcini “veri” ancora rimasti nel bel Paese.
La degustazione è partita con una tagliata di porchetta dal peso di 100 kg, tenera e dal sapore sublime, di prosciutto crudo di Norcia stagionato 30 mesi, guanciale e di una morbida e profumatissima arista. Ricette personalizzate ottenute dalla lavorazione delle carni di maiali nazionali selezionati, godimento per il palato e la vista.
A seguire le pizze di Gennaro: alici e pomodori del piennolo dop e la “Don Salvatore” dedicata alla memoria del fratello scomparso lo scorso anno con provola scarola, pecorino e olive, e per finire una nuova nata, “sole nella luna” con provola, ricotta di bufala, pancetta, pecorino e pomodorino giallo.
Hanno accompagnato la degustazione, lo champagne la Cuvèe Brut Laurent-Perrier, il Fiano di Avellino cantina Terredora e il Castello delle Femmine di Terre del Principe blend di Pallagrello e Casavecchia.
Il finale ha visto l’assaggio di dolci d’autore realizzati dal maitre patissier e chocolatier Mario Di Costanzo che ha preparato per l’occasione tre torte: “Confetto” (Streusel alle mandorle, morbido alle mandorle e vaniglia, cremoso alle fave tonka, confit di frutti rossi e crema al confetto bianco, glassa al cioccolato bianco e vaniglia), “Sette Meraviglie” (Pan di Spagna con cacao e mandorle, croccante alla nocciola, bavarese alla nocciola, mousse al cioccolato fondente 72%, glassa al cioccolato) e “Dacquoise al cocco” (biscotto croccante al cocco e cioccolato bianco, confit all’ananas e lime, crema chantilly al cioccolato bianco e vaniglia Madagascar, glassa al limone).
Una serata di gusto e storia sostenuta dall’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN).
Per le foto si ringrazia Dora Chiariello
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