La Notte delle Langhe al ristorante Le Lampare al Fortino di Trani

Pubblicato in: Eventi da raccontare
il porto di Trani di notte

di Gianni Ferramosca

Le piccole onde che si infrangono nei i toni sordi ed ovattati, ai piedi della grande terrazza sul mare, quella del Ristorante “Le Lampare Al Fortino” di Trani, dalla quale si ammira il miglior panorama possibile sul porto della cittadina pugliese, sprigionano nell’aria i profumi iodati e salmastri tipici dei luoghi di mare. Nulla, in una serata come questa, avvolta già dalla precoce notte invernale, lascerebbe pensare che all’interno della meravigliosa sala ristorante, ricavata dalle architetture romaniche della chiesa duecentesca di Sant’Antuono, si celebra invece, una serata tutta dedicata alle Langhe piemontesi ed ai grandi vigneti francesi.

 

 

Il dubbio, se mai di questo si fosse trattato, si dissolve immediatamente davanti alla prima portata, “Ostriche Gillardeau e Tartufo Bianco d’Alba” accompagnate da Champagne Thienot Brut Rosè. La straordinaria materia prima ed il “concept pugliese”, natura su natura, che caratterizza il piatto, appaiono come una creativa ed elegante evoluzione delle locali “Cozze e provolone” consumate dai tanti pescatori pugliesi. Una naturale e perfetta linea di gusto, identica a quella disegnata all’orizzonte dallo stesso mare, capace di unire, concentrando in un solo tratto, il mare alla terra.

La cura e l’attenzione per gli ospiti, prestata dal padrone di casa, il Signor Antonio del Curatolo, uno dei ristoratori tra i più capaci e propositivi di Puglia, non sorprende più nessuno. Chiunque, in questa città, ama essere coccolato e consigliato da lui, una responsabilità che, nel tempo, lo ha spinto a cercare sempre le migliori materie prime presenti sul mercato, una prerogativa che diventa evidente dinnanzi agli “Scampi, Spugna di Rapa Rossa e Tartufo Bianco” appena serviti in tavola ed accompagnati dal Johannisberg Riesling Rotlack Kabinet Trocken 2012.

Le contaminazioni internazionali, di ispirazione orientale, segnano il piatto dello chef Giovanni Lorusso. Qui, i suoi anni trascorsi in oriente si avvertono tutti, qualità, bellezza e gusto uniti a tenere consistenze, facili da portare al palato, segnano la sua distintiva cifra stilistica. Scrollandosi dolcemente di dosso il peso del tartufo, gli scampi cotti-non-cotti, restano comunque il centro del piatto, amplificando e prolungando sul palato, tutti i sapori in esso contenuti.

I “Maritati, acqua di Tartufo e Taleggio” accompagnati da Confuron – Cotetidot Vosne Romanèe 2011, setacciano memorie, lasciando riaffiorare in noi ospiti, il ricordo di un passato che al sud, conduceva sempre verso un piatto di pasta maritata per necessità. Geniale il dialogo tra pasta, tartufo e taleggio ideato dallo chef, che questa volta mira a disorientare e a smarrire per strada il senso d’identità, di territorio, trasformando cosi il piatto stesso, in luogo dell’accadimento, dell’emozione.

Continua il gioco di equilibri tra materia prima, territorio e pensiero, con il “Filetto di Fassona Piemontese, Macaron di Foie Gras, Orto Candito e Tartufo Bianco” in abbinamento con “Kressmann Margaux Grande Reserve 2011”. In una serata spinta al massimo del piacere come questa, non poteva mancare la Fassona, Regina del Piemonte e delle sue carni. Servito al livello del mare, questo filetto, fa vacillare più volte la nostra ultracentenaria convinzione di orgogliosi “mangiatori di pesce”. Perfetto il punto di cottura conferito alla carne dallo chef Giovanni Lorusso, come la ricercata qualità dei sapori che vi sono intorno; sapori di un entroterra, che visto da qui, procura quasi un sentimento di beata nostalgia.

 

Non vi era luogo più adatto di questo per celebrare il bianco, quello del tartufo e quello della bianca pietra di Trani, con cui è realizzato l’intero ristorante ed ex convento. Un gioco di rimandi e di tonalità cromatiche che tocca il suo apice nel dessert di chiusura, “Crumble di Cacao Amaro, Zabaione, Marron Glaces, Biancolatte alla Vaniglia e Tartufo Bianco” servito con del “Kressmann Sauternes Grande Rèserve 2011”. Adesso il dessert bianco, somma di tutti i colori ed emblema di una bellezza classica, è attraversato da un profumato sentore di sottobosco selvatico capace di contemplare, contemporaneamente, le nebbie di Langa e la luce accecante del mediterraneo.

Confesso che è passato del tempo da quella sera, si era a fine Novembre, ma adesso vi chiedo: Non è forse quella di lasciarsi piacevolmente ricordare la vera mission di un Ristorante che si rispetti!?

 


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