di Nunzia Gargano
Medaglia d’argento. Così si è conclusa l’avventura del “Bifulco Culinary Team” agli “Internazionali d’Italia 2015” di Marina di Carrara. Martedì 24 febbraio, la squadra ha messo a ferro e fuoco la cucina dello stand C loro assegnato. I giudici non hanno potuto fare a meno di notare la creatività, l’attenzione ai particolari e ai sapori di questi ragazzi giunti in Toscana da Ottaviano, col Vesuvio nel cuore.
Cinque giovani di età compresa tra i 28 e i 41 anni con una sapienza culinaria e pasticcera che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: Vincenzo Liberti, caposquadra, 41 anni; Ciro Catapano, chef di cucina, 28 anni; Dario De Gaetano, chef di cucina, 29 anni; Carmine di Donna, maestro pasticciere, 36 anni; Gioacchino, per tutti Francesco, Vorraro, 30 anni, chef, per l’occasione team manager.
Luciano Bifulco, il patron dell’omonima Gastronomia e Braceria, tempio del gusto, è molto soddisfatto di questa prima esperienza: “L’enogastronomia è confronto continuo. Per crescere, c’è bisogno sempre di raggiungere nuove mete. Ogni tanto bisogna lasciare la tranquillità dei propri fornelli per imparare da chi interpreta un piatto in modo diverso dal proprio. Per questo motivo, l’argento di questi cinque ragazzi ha un significato in più. Siamo stati gli unici a partecipare indipendentemente, senza nessun’insegna associativa. Questo vuol dire che è stato impossibile ignorarci ed è la nostra più grande vittoria”.
Creatività, gusto e innovazione. Questi i criteri seguiti per individuare i piatti da presentare alla rassegna. Niente è stato lasciato al caso per garantire una performance impeccabile. Lo confermano le parole di Vorraro: “Vincenzo Liberti ha costruito un menu dove la carne era protagonista. Non poteva essere altrimenti visto che siamo una gastronomia, ma anche una braceria”.
Nessuna improvvisazione. Per l’allestimento dei piatti, oltre al gusto sono stati tenuti in alta considerazione l’aspetto estetico e l’armonia cromatica. Ogni pietanza è stata abbinata a un vino delle Cantine Villa Dora di Terzigno.
Questi i piatti conditi con l’olio extravergine di oliva “Villa Dora” che gli ospiti prenotati per la degustazione hanno mangiato: sfere di maialino nero casertano su morbido di nocciole del Vesuvio con piccoli bocconi di mozzarella farciti in emulsione di fondo agrodolce accompagnato dal vino “Vigna del Vulcano” (Lacryma Christi bianco) e dall’acqua Filette; il cubo di chianina cotto a bassa temperatura con carciofi e neonata di carote all’anice stellato, fiori in terra e rollatina di scottona beneventana alla griglia su patata alla plancia e zoccoletto di zucca caramellata accompagnato dal vino “Forgiato” (Lacryma Christi del Vesuvio rosso) e dall’acqua Ferrarelle; l’armonia e dolce consistenza del cioccolato al profumo di cassis in abbinamento a “Gelso bianco” (Passito Igt Campania).
Il Bifulco Culinary Team
Vincenzo Liberti, il caposquadra, è lo chef della “Gastronomia Bifulco”. Cuoco per tradizione familiare, ha una lunga carriera e tanta esperienza. È passato per l’Hotel Royal e Golf di Courmayer, all’Hotel Villa Cortine di Sirmione per poi approdare all’Hotel Quisisana di Capri. Ha collaborato con Mirco Rocca prima e Gian Nicola Colucci poi fino a maturare la sua idea di cucina. “Bello da mangiare”, è la sua filosofia, cioè accostare sapori genuini dei prodotti del territorio alla bellezza dei colori nel rispetto delle regole igieniche. Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali. Una vita in continuo aggiornamento. Vanta la collaborazione con Niko Romito e l’affiliazione a Giovanni Estatico, suo mentore.
Dicono di lui: “Cesellatore di ingredienti, è l’ingegnere”.
Ciro Catapano, è il più giovane, intraprendente e capace. Attualmente, è il secondo chef dell’Hotel Rada di Positano e gode di un rapporto privilegiato con Emilio Desiderio, primo chef della struttura.
Fin da piccolo, il cuoco era la sua missione. Nel suo carattere si fondono la calma della mamma e la grinta del papà, uniti a una forte educazione. Fondamentali nella sua formazione professionale sono stati gli chef Salvatore Tecchia e Giuseppe Tufano. È passato per l’Hotel Imperial Tramontano di Sorrento ed è stato secondo chef dell’apprezzato “don Alfonso”.
Dicono di lui: “Mette la cucina a ferro e fuoco, è il burbero”.
Dario De Gaetano, 29 anni, chef di partita della “Braceria Bifulco”. Indispensabili sono state le esperienze al “Cortile dei Mori” a Minori e alla “Voce del Mare” a Positano. Lo chef Di Lieto gli ha trasmesso i segreti della cucina di pesce. Nello stesso tempo, si è fatto sentire forte l’interesse per la cucina di carne. Adora il suo lavoro perché offre lezioni nuove tutti i giorni.
Dicono di lui: “Ha la grinta del silenzio, è il combattente”.
Carmine Di Donna, 36 anni, è il capo pasticciere dell’Hotel Romeo di Napoli, docente del “Gambero Rosso”. La sua carriera incomincia a 15 anni nel laboratorio della pasticceria di famiglia a Torre del Greco. Si impegna subito nella formazione professionale affiancando numerosi big. La svolta arriva con il “1° Trofeo Irinox per l’innovazione”, titolo che consegue a Berlino con “La pastiera stratificata fredda in stile moderno”. Ha espresso la sua arte sulle navi da crociera, presso gli hotel “Excelsior Vittoria”, “Mezzatorre” e anche alla “Pasticceria Punto Hall” di Castellammare di Stabia.
Dicono di lui: “Si divide tra formule e pozioni, è l’alchimista”.
Gioacchino Vorraro, team manager, è il primo chef della “Braceria Bifulco”. Prima di fermarsi a Ottaviano, è stato un cuoco girovago per la penisola. Jesolo, Milano Marittima, Bressanone e poi in Campania il “Bitch SGV” di San Giuseppe Vesuviano e il “Mulino Rosso”. Alla fine l’incontro con Luciano Bifulco, un sodalizio indissolubile che parte inizialmente in “Gastronomia”.
Dicono di lui: “Enigmatico e sregolato, è lo scoppiato”.
Luciano Bifulco, è il patron, l’asso nella manica della squadra, cultore della materia prima e della qualità, imprenditore progressista e illuminato. Da piccolo, sapeva già che avrebbe seguito le orme paterne imprimendo però il suo corso agli eventi.
Dicono di lui: “Incendiario e fiero, è il generale”.
Foto di Mariana Silvana Dedu
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