di Maurizio Valeriani
L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (800 aziende e 16 denominazioni), ha orgogliosamente mostrato i dati relativi all’andamento del Verdicchio durante una presentazione a Roma, che ha visto la nomina dell’olimpionica di scherma Elisa Di Francesca, marchigiana doc, ad ambasciatrice del Verdicchio.
Un’indagine svolta da Gabriele Micozzi, docente di marketing del Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche che per conto dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) ha messo assieme i risultati delle principali guide enologiche del Paese.
Le tabelle mostrate mostrano il Verdicchio, come vino bianco più premiato dalle guide (Vini d’Italia del Gambero Rosso, Bibenda, I Vini d’Italia de L’Espresso, I vini di Veronelli, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia, oltre alle new entry Guida essenziale ai vini d’Italia e Vitae) con ben 61 riconoscimenti, seguito dal Fiano con 35 e dal Friulano 34.
Premesso che siamo assolutamente d’accordo che il Verdicchio sia il vino bianco più premiato d’Italia, e che la qualità media delle due denominazioni marchigiane (Castelli di Jesi e Matelica) sia molto elevata, la tabella che riportiamo in basso vede la presenza in contemporanea di vitigni e denominazioni, il che rende il confronto, di non così facile lettura. In più la tabella non tiene conto del numero di bottiglie prodotte per denominazione, non facendo così emergere la qualità media della produzione (probabilmente se si facesse il confronto con il numero di bottiglie prodotte a totale vitigno o denominazione, scopriremmo che lo stacco del Verdicchio rispetto agli altri vini da vitigni o da denominazioni, sarebbe addirittura maggiore).
Lasciamo quindi a voi l’interpretazione della fantomatica tabella, che vede citati anche Malvasia (quale?) e Collio, e poi Pinot Bianco, Sauvignon, Friulano (sono esclusi dal Collio?):
VINI |
TOTALE PREMI VINTI |
Verdicchio |
61 |
Fiano |
35 |
Friulano |
34 |
Sauvignon |
29 |
Soave |
28 |
Malvasia |
28 |
Pinot bianco |
27 |
Collio |
22 |
Vermentino |
22 |
Trebbiano d’Abruzzo |
19 |
Nella seconda parte dell’indagine, il creativo Micozzi ha intervistato un campione, a suo dire rappresentativo, della popolazione italiana per indagare su quale fosse la guida enologica considerata più attendibile tra le principali 8 prese in esame.
E’ stato quindi costruito un indice di gradimento sulla base del sondaggio che ha portato a questi risultati:
GUIDA |
INDICE DI GRADIMENTO |
Vini d’Italia – Gambero Rosso |
0,90 |
5 grappoli – Bibenda |
0,72 |
Veronelli |
0,66 |
L’Espresso |
0,63 |
Slow Wine |
0,60 |
ViniBuoni |
0,55 |
Vitae – AIS |
0,40 |
Doctor Wine |
0,38 |
Sono poi stati riponderati i premi vinti in funzione dell’indice ed è emerso che il Verdicchio si impone in modo assoluto come il miglior vino bianco italiano (39,6) seguito da Fiano (23) e Friulano (19,8). Poi Sauvignon, Pinot Bianco, Soave, Malvasia, Vermentino, Collio e Chardonnay.
Insomma un tentativo, non proprio riuscito, di mostrare con dei numeri, a volte forzati, quello che ormai secondo noi dovrebbe essere evidente : Il Verdicchio è il vino italiano bianco mediamente più buono d’Italia.
I dati dell’export, esposti dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini per bocca del direttore Alberto Mazzone sono confortanti e vedono un +11% nel 2014, anno che vede per la prima volta la quota export superare il mercato interno.
Ma mettiamo da parte i numeri e veniamo ai nostri migliori assaggi, tra i vini presenti alla degustazione:
Verdicchio dei Castelli di Jesi Metodo Classico Ubaldo Rosi Riserva 2008 – Colonnara: è la dimostrazione che il verdicchio è adatto anche alla spumantizzazione, e si distingue per finezza aromatica, armonia e sapidità.
Verdicchio di Matelica Collestefano 2013 – Collestefano : il sorso è fresco, succoso, sapido, la beva è dinamica e piena, la chiusura è minerale.
Verdicchio del Castelli di Jesi Classico Riserva San Paolo 2012 – Pievalta: quest’azienda biologica, di proprietà Barone Pizzini, ci stupisce con personalità e note di frutta gialla ed anice, e beva progressiva con scia sapida sul finale.
Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 2011 – Belisario: complessità, finezza ed opulenza possono trovare una composizione. Questo è il caso del Cambrugiano 2011, che unisce sentori boisè a toni fruttati ed ha un attacco ritmico e un finale ammandorlato.
Verdicchio del Castelli di Jesi Classico Superiore L’Insolito del Pozzo Buono – Vicari: è ormai qualche anno che questa cantina, specializzata in Lacrima (siamo a Morro d’Alba), produce un Veridcchio di altissimo livello. È così che l’Insolito del Pozzo Buono ci convince, con sentori di frutta secca e mandorla ed una bocca tesa ma di grande armonia.
Verdicchio del Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2012 – Umani Ronchi: ormai il Vecchie Vigne è un’etichetta storica che non tradisce mai, teso, sapido, minerale, con chiusura di fiori secchi e grande eleganza.
Verdicchio del Castelli di Jesi Classico Superiore Bucci 2013 – Bucci : è il verdicchio che ti aspetti, con ingresso in bocca in punta di piedi, ma poi prende confidenza e conquista il palato con toni di fiori bianchi e finale speziato.
Viva le Marche, viva il Verdicchio!!!!
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