di Maurizio Valeriani
Il Merano Wine Festival rimane un appuntamento imperdibile per appassionati ed operatori del settore, che desiderino avere la possibilità di degustare una nutrita selezione di vini soprattutto italiani di un certo rilievo. Grande l’interesse e l’afflusso di persone, che in questa ventitreesima edizione, ha visto sfiorare le 10 mila presenze nei 4 giorni della manifestazione. Nell’ambito internazionale abbiamo assistito ad una notevole riduzione di partecipazione dei produttori francesi (in particolare di Bordeaux) e alla novità dell’anno costituita dall’adesione di una folta compagine di aziende della Romania.
Un evento esclusivo, inoltre, si è affiancato (solo temporalmente) nel pomeriggio del 7 Novembre, al consueto ed interessante appuntamento Bio&Dinamica.
Si tratta di “Cult”, destinato solo a 250 partecipanti, “un evento speciale dedicato ai 41 viticoltori che hanno segnato la storia e l’evoluzione recente del vino italiano. Personaggi e aziende che, attraverso il loro lavoro e la loro tenacia, hanno saputo imporre il proprio marchio sui mercati sia italiani sia internazionali.”
Ecco la lista dei magnifici 41:
- Allegrini
- Alois Lageder
- Argiolas
- Barone Ricasoli
- Biondi Santi Tenuta Greppo
- Braida
- Bruno Giacosa
- Bruno Rocca
- Ca’ del Bosco
- Cantina di Terlano
- Cantine Ferrari
- Castello di Ama
- Caudrina
- Contini
- Cos
- Di Majo Norante
- Domenico Clerico
- Galardi
- Giorgio Grai
- Gravner
- Isole e Olena
- Jermann
- Kante
- Le Macchiole
- Les Cretes
- Lungarotti
- Marchesi Antinori
- Marisa Cuomo
- Masciarelli
- Mastroberardino
- Montevertine
- Ornellaia
- Oasi degli Angeli
- Pieropan
- Romano dal Forno
- Salvatore Murana
- St.Michael Eppan
- Tenuta San Guido
- Tenuta San Leonardo
- Vigneti Massa
- Villa Bucci
Sperando di non far torto a nessuno, dato l’altissimo livello dei vini presentati, vi diamo conto della nostra Top Ten:
Sodaccio 1995 – Montevertine : il sorso è succoso e progressivo, il finale è minerale e sapido, la beva è affascinante e straordinariamente lunga;
Vernaccia d’Oristano Antico Gregori – Contini : è un inno al vino ossidativo, e fa capire le vette che possono raggiungere queste tipologie di vini, quando c’è tradizione e professionalità ed una famiglia solida come quella di Contini. Sentori di macchia mediterranea, fiori secchi, mandorla e camomilla, si uniscono a toni balsamici, e fanno da preludio ad una gustativa lunga e quasi inesauribile;
Kurni 2001 – Oasi degli Angeli: il manuale del montepulciano marchigiano secondo Marco Casolanetti; sapido e pieno, ricco con finale speziato e fumè e grande succosità. Spesso il Kurni viene messo sul banco degli imputati per un’eccessiva opulenza, soprattutto in gioventù. A noi sembra invece che soprattutto con l’evoluzione l’eleganza sia un marcatore fondamentale, che fa capire le potenzialità di questo splendido vitigno anche nelle Marche;
Barbaresco Albesani Vigna S.Stefano 2011 – Bruno Giacosa : signore e signori ecco a voi il Barbaresco, in tutta la sua eleganza. Grande bevibilità, profondità, suadenza, con note di spezia e fiori rossi e finale di frutta secca;
Malvasia 2006 – Kante : il Carso raccontanto da Edi Kante, questo si potrebbe dire dopo l’assaggio della straordinaria Malvasia 2006, tesa, minerale speziata con note floreali e fruttate ed una piacevolissima scia sapida sul finale;
San Leonardo 2000 – Tenuta San Leonardo: quella che sembrerebbe un’annata interlocutoria, in realtà regala per la Tenuta S.Leonardo una beva fresca e piena, con sentori speziati ed agrumati ed una chiusura di macchia mediterranea;
Kupra 2011 – Oasi degli Angeli: grande eleganza e profondità per questo Bordò (nome locale della Grenache), dal tannino vellutato, che chiude con sapidità e sentori di mirto e ginepro;
Barbera Bigolla 2004 – Vigneti Massa: non solo Timorasso, sarebbe il sottotitolo ideale. Walter Massa ci stupisce con questa Barbera finissima, fresca e floreale, con toni di frutta secca e macchia mediterranea;
Sassicaia 2011 – Tenuta S.Guido: un’etichetta sempre affidabile, con sentori di ribes e viola, tannino elegante, sorso pieno ed avvolgente, e chiusura minerale ed agrumata;
Rosso di Montalcino 2010 – Biondi Santi: stavolta a stupirci è il Rosso di Montalcino, con bevibilità, finezza, pienezza e toni balsamici.
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