di Antonella D’Avanzo
La regione “felix”, quella narrata dai poeti, è viva ed esiste ancora, conservando la sua anima agricola che si esprime anche attraverso la coltivazione del frumento duro. Una coltura, ripresa grazie alla volontà e alla determinazione di alcuni imprenditori agricoli, di mettere in campo una produzione sostenibile riconquistando l’area pianeggiante storicamente vocata, che va da San Tammaro, attraversa parte dell’agro liternese e giunge fino al limite del territorio di Sinuessa. Qui, troviamo terreni tra i più fertili d’Italia che producono un grano dagli elevati standard qualitativi e quantitativi, tanto da essere stato scelto dai più grandi produttori italiani di pasta di grano duro.
La coltivazione è stata rilanciata con il progetto “Valorizzazione del Frumento Duro del Casertano” che Agrisviluppo, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta, ha promosso con un’intensa attività sperimentale e di divulgazione.
L’attività di ricerca ha consentito di ottenere importanti risultati che hanno avuto risvolti positivi sulla filiera cerealicola di Terra di Lavoro e che possono essere sintetizzati nella definizione e sottoscrizione di contratti di coltivazione tra imprese agricole, centri di stoccaggio e aziende di trasformazione, nell’incremento e stabilizzazione dei ricavi per le imprese agricole e nella realizzazione di lotti uniformi e consistenti di grano duro da commercializzare con il valore aggiunto dell’uniformità e della qualità. Questo ha generato un’organizzazione di filiera volta a garantire un’efficace comunicazione tra gli operatori coinvolti a vario titolo nella filiera (sementieri, imprenditori agricoli, stoccatori, mugnai, pastai), determinando un incremento della superficie coltivata raggiungendo dei risultati significativi risolvendo le principali problematiche che affliggevano il settore cerealicolo.
Nel casertano ed in particolare in alcune aree dell’agro aversano, della pianura interna casertana e in una parte del litorale Domitio, la coltura del grano duro ha avuto in passato momenti di notevole importanza sia in termini quantitativi che qualitativi, dando concrete occasioni di reddito alle imprese agricole. Infatti, fino agli inizi degli anni ‘90 il Consorzio Agrario di Caserta nella sola struttura di San Nicola la Strada ammassava oltre 10.000 tonnellate di granella. Successivamente, la cerealicoltura casertana ha vissuto un lungo periodo di declino, dovuto alla scomparsa del Consorzio Agrario di Caserta e alla riforma della Politica Agricola Comunitaria che ha profondamente e negativamente mutato le abitudini colturali di molti imprenditori agricoli.
La scelta della varietà da coltivare è di primaria importanza per ottenere le migliori rese quantitative e qualitative del prodotto. Una varietà di grano duro per essere coltivata deve possedere potenzialità produttive (resa ad ettaro e stabilità produttiva negli anni), buone caratteristiche agronomiche (resistenza all’allettamento, resistenza agli stress idrici, resistenza alle alte temperature, resistenza agli agenti patogeni) ed idonei requisiti qualitativi in linea con le richieste delle aziende di trasformazione (ceneri, peso ettolitrico, colore, contenuto in proteine, quantità e qualità del glutine ecc.). Proprio alla luce di queste considerazioni, nel corso degli ultimi anni (periodo in cui si è realizzato il progetto) sono state coltivate in provincia di Caserta le varietà: Aureo, Saragolla, Quadrato e Casanova.
Tra i genotipi sopra citati quello che ha avuto maggior successo è stata la varietà Aureo caratterizzata da un buon vigore vegetativo, da un alto grado di accestimento e da elevate potenzialità produttive. Le eccellenti caratteristiche qualitative di questo grano conosciuto come “Grano Duro Top Quality Italiano” hanno consentito la nascita di una vera filiera cerealicola in Terra di Lavoro. Una coltura da cui si produce la pasta, prodotto simbolo dell’Italian food il cui sapore non stanca mai, chi quotidianamente, lo consuma.
Tutto ciò è stato possibile anche grazie al programma di assistenza tecnica con visite ai campi sperimentali per divulgare informazioni sulle varietà da seminare e sull’agrotecnica più idonea per coltivare il frumento duro. Gli esperti consigliano: consumare i carboidrati, la pasta alimento principe della Dieta Mediterranea, in maniera equilibrata e con condimenti non eccessivamente grassi significa prevenire il rischio di malattie cardiovascolari come l’infarto, patologie tumorali e costruire le basi per la longevità. Inoltre il consumo preferenziale dei carboidrati può migliorare l’umore delle persone, in quanto il glucosio che si libera dall’amido della pasta favorisce, indirettamente, la sintesi a livello cerebrale della serotonina, l’ormone della gioia e della contentezza.
E allora, mangiamo un bel piatto di pasta italiana al pomodoro che oltre a portar benefici alla salute mette pure allegria!
Quest’anno, la mietitrebbiatura di alcuni campi di grano varietà Aureo di Frignano dell’imprenditore agricolo Francesco D’Amore, è stata inaugurata con un’opera di Alessandro Del Gaudio, artista casertano definito “ironico-fantastico”, che per l’occasione ha realizzato una cerniera “ZIPAUREO” con i pacchi di pasta Voiello grano Aureo 100% italiano come simbolo di fertilità.
Foto di Antonella D’Avanzo
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