di Franco D’Amico
Incontrare un giovane brillante e promettente della nostra terra come Aldo Iannarella, 20 anni poco più, e parlare con lui di cibo e abbinamenti è come dire, ecco il piatto è servito. Autodidatta, foodblogger e cuoco per passione, ricerca delle materie prime, originalità, richiesto per incursioni a casa di amici e presso locali dell’Agro Caleno per preparazioni di aperitivi e cenette speciali. Le sue radici affondano tra due comunità che hanno fatto grande la tradizione culinaria del Sud, come Terra di Lavoro in Campania e la Sicilia con Cefalù, luoghi cui rende onore di vera appartenenza, e con la passione delle padelle da sempre nel cuore, guarda, assaggia, annusa, cucina, propone tutto il buono che gira tra i fornelli.
ALCHIMIA MEDITERRANEA
Ho avuto modo di incrociare varie volte Aldo, con lo pseudonimo aggiuntivo di Vox, in occasione di qualche incursione culinaria presso Villa Cuccola, la location esterna di patron Lorenzo Pascarella della Luna Rossa di Bellona, Osteria Slow Food, laddove ha saputo corrispondere varie esperienze, e l’incontro nel periodo natalizio presso il borgo antico di Partignano, a Pignataro Maggiore, per la festa della “Pizza Figliata”, dove ha partecipato deliziando i presenti con piatti semplici della cucina rurale, il pancotto e broccoli e i fagioli con la cipolla di Alife, con il pane di Pastorano e l’olio corniola, così come in altre circostanze presso locali della nostra area con altre idee di buona cucina, con il pollice rivolto verso alchimie mediterranee e proposte maremonti.
Così, una sera, dopo avere fatto visita a Manuel Lombardi presso Le Campestre a Castel di Sasso, Aldo rimase estasiato dalle inesauribili note speziate, dai profumi e dal gusto indefinibile del Conciato Romano, un formaggio che viene da epoche lontane, pregevole e ricercato allo stesso tempo, unico presidio Slow Food della provincia di Caserta che viene prodotto solo in un’area di pastorizia ben definita a cavallo dei Monti Trebulani. Da qui nacque subito l’idea di preparare un piatto ad hoc, semplice e di fattura pregevole della cucina rurale, pasta e cavolo raccolto nell’orto del nonno, con il conciato a scaglie, un insieme di sapori semplici e dal gusto autentico, pensando ad una ricetta facilmente riproponibile da porre a disposizione di altri avventurieri della buona tavola.
AldoVoxIannarella
“Ho cominciato ad assaporare il cavolfiore grazie a mia nonna, che me lo cucinava nelle più svariate maniere. Oggi vi vado a mostrare come lo utilizzo io. Un primo piatto semplice con l’aggiunta di un ingrediente particolare: il conciato romano”.
Pasta mista di Gragnano con cavolo e conciato romano
Di Aldo Iannarella
Ingredienti per 4 persone
- 1 Cavolfiore della Piana del Sele
- 2 Spicchi di aglio
- 5 Pomodorini
- 1 gambo di sedano
- 1 pezzo di pancetta
- Scaglie di conciato romano presidio Slow Food
- Prezzemolo
- Sale q.b
- Olio evo
- 350 grammi di pasta mista Gragnano
Preparazione
Lavate il cavolfiore e tagliatelo a pezzi, non bisogna essere esigenti nel taglio, dato che durante la cottura il cavolfiore tende a sfaldarsi, una volta pulito tenetelo da parte. In una pentola aggiungete 3/4 di acqua, unite il sedano tritato, la pancetta, l’aglio, i pomodorini tagliati in due parti e 2 cucchiai di olio evo. Fate insaporire l’acqua per 10 minuti, successivamente aggiungete il cavolfiore facendo cuocere il tutto per altri 20 minuti. Sarà pronto solo quando il cavolfiore si sarà sfaldato (avrete ottenuto una sorta di crema). Una volta eliminato l’aglio e il pezzo di pancetta, portate il tutto a ebollizione, correggendo di sale e calandovi all’interno la pasta mista di Gragnano. Se si dovesse asciugare troppo, aggiungete tranquillamente il brodo vegetale. Concludete il piatto con una spolverata di prezzemolo tritato e le scaglie di conciato romano presidio Slow Food.
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