di Marina Alaimo
La piccola frazione Porossan Neyves della città di Aosta è un luogo delizioso dove l’agricoltura occupa uno spazio importante. Definirla una città è un po’ fuori luogo, in effetti è un piccolo centro molto singolare, tra le Alpi Occidentali, fondato dai romani perché geograficamente rappresentava un importante avanguardia verso la Gallia. In pieno centro le testimonianze dell’epoca romana sono frequenti: l’Arco di Augusto segna l’entrata in città mentre il teatro romano fa bella mostra di se proprio sulla via principale e durante la piacevole passeggiata si incontrano spesso i resti delle mura sulle quali sono costruite le case. Risalendo la strada che dalla statale conduce alla casa cantina di Elio Ottin, il paesaggio incantevole rapisce totalmente l’attenzione.
Sono tante, piccole e deliziose le frazioni fatte di casette dal tetto spiovente con giardini ricchi di fiori, piccole chiese in pietra e legno e tanto verde a perdita d’occhio. All’altezza di Chiou notiamo incastrato tra le alte vette i resti dell’acquedotto medioevale che portava l’acqua in questa zona dedita all’agricoltura. Elio Ottin a Neyves ha un bella casa immersa tra il verde sotto la quale c’è la cantina e la stalla con una ventina di mucche di razza autoctona valdostana pezzata rossa e castana.
Qui tra la popolazione è ancora particolarmente diffuso il culto delle mucche e molto in voga l’antica pratica della Battaille de Reines, la battaglia della regina, la mucca più forte che ha necessità di affermare la sua supremazia tra gli alti alpeggi.
Anche Elio partecipa qualche volta alla baittaille e quando gli ho chiesto se la sua mucca si fosse distinta nella competizione si è illuminato affermando che ha ricevuto belle soddisfazioni. In effetti tra queste montagne moltissime case hanno mantenuto la tradizione di essere pastori ed agricoltori allo stesso tempo in quanto il clima rigido e la difficoltà degli spostamenti in passato rendeva necessaria l’autonomia dei singoli nuclei familiari. Poco distante da Neyves, a Saint Cristophe a 600 metri di altitudine, c’è il bellissimo vigneto di petit arvyne che guarda a sud, verso le alte vette dei monti Emilius e Becca di Nona. Il suolo è calcareo, ricco di pietra e povero di terreno, molto ventilato e messo duramente alla prova dal clima rigido e dalla siccità. Si, sembra strano pensare che qui le piogge siano scarse e il tipo di terreno trattenga poco l’acqua mettendo a dura prova l’agricoltura. Le piante infatti sono poco sviluppate nonostante avessero almeno venti anni. Le vigne sono frazionate e compongono quattro ettari tra i quali si alleva anche fumin, petit rouge, cornaline e pinot noir.
I vini Ottin sono tutti ben fatti, con una personalità territoriale ben espressa e di grande eleganza. Il Petit Arvine è l’ultimo nato in azienda, ricavato da questo vitigno proveniente dal Cantone Vallese e introdotto grazie ai grandi scambi commerciali resi possibili dal passo del Gran San Bernardo sulla Via Franchigena. La Vallè prima dell’arrivo della fillossera vantava numerosi vitigni autoctoni ed i vini ricavati dai 3000 ettari di vigneto erano molto richiesti Oltralpe. Oggi gli ettari sono tra i 300 e i 400 e la produzione viene assorbita quasi totalmente dal consumo interno regionale, grazie anche al turismo di montagna. Questo particolare non stimola i produttori a farsi conoscere fuori della Vallèe ed è infatti raro trovare i loro vini in giro per l’Italia.
Il Petit Arvine 2012 vede esclusivamente l’utilizzo dell’acciaio ed è un bianco davvero piacevole ed interessante. Ha sentori di vino giovane tra note erbacee, di mela verde e fiori bianchi con una mineralità ben espressa. Il sorso è caratterizzato da un’acidità graffiante che conferisce energia e vivacità al vino che si allunga sulle note sapide e minerali. Di estrema eleganza il Pinot Noir 2001, sicuramente uno dei migliori in Italia. Viene fermentato in tini di legno, come tutti i rossi della cantina Ottin, delinea grande eleganza, un bel frutto pieno, sottile nelle note di pepe con decisi richiami minerali. In bocca è straordinario, agile e profondo, lungo e da inseguire. Anche il Fumin 2012 esprime una qualità alta, pieno sia al naso che al palato. E’ il rosso che ha un corpo più deciso, con tannini ben espressi, ma eleganti che disegnano un bel dinamismo insieme alla spinta freschezza e alle note salate.
Elio Ottin è in Frazione Porossan Neyves 2009 Aosta. Tel. 3474071331 www.ottinvini.it elio.ottin@gmail.com
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