I nuovi piatti di Gennaro Esposito alla Torre del Saracino

www.torredelsaracino.it
Tel.081.8028555
Sempre aperto, chiuso domenica sera e lunedì
Ferie a febbraio.
Dai 90 a 110 euro

Forse la prima cosa da ricordare a me stesso è che, crisi o non crisi, La Torre del Saracino di Vittoria Aiello e di Gennaro Esposito è uno dei pochi bistellati italiani aperto praticamente tutto l’anno mattina e sera ad eccezione di un mese di ferie invernali. Si tratta di una scelta di servizio, che determina una tendenza in un territorio poco abituato a questo ritmo lavorativo.

Gennaro è nella sua massima maturità espressiva e di equilibrio: non gli sfuggono le tendenze che vengono dall’Oriente e dal Nord Europa ma neanche rinuncia a saccheggiare nella tradizione partenopea reinventando piatti davvero intriganti e interessanti.

 

Un esempio è la fermentazione di alici, piatto di rara intensità, “rubato” in Corea e valorizzato dalle piccole alici del Tirreno.

Vegano e vegetariano il piatto con la doppia rapa che ci rimanda alla cucina danese del momento.

 

Siamo sospesi tra Nord e Sud con quest’altro piatto: il cavolo e l’affumicatura del merluzzo ci portano verso il Balitco, ma gli elementi abbinati possono richiamare indifferentemente la Francia e l’insalata di rinforzo napoletana con il baccalà

Immancabile la mozzarella di Barlotti.

 

Gennaro è davvero un maestro nell’abbinamento orto mare, nei suoi piatti si riesce a cogliere sempre l’essenza della materia prima in gioco. Così è per la cappasanta come per il pesce bandiera in una indimenticabile zuppa di piselli e il carpaccio di gambero con il carciofo di Schito.

 

 

Seppie e piselli pesca nella tradizione napoletana, l’idea di acidificare con un raviolo pieno di pomodoro è sicuramente efficace.

La sarda con la crema annurca gioca sul contrasto estremo e resta un piatto sostanzialmente scisso tra dolcezza, fumé e acidità.

Nei ravioli con le vongole è proprio il sapore del mare di scoglio a dominare all’olfatto come al palato.

 

Ed eccoci al piatto nuovo, ancora da mettere a punto: un risotto che si richiama alla tradizione napoletana del giovedì santo quando si mangia la zuppa di cozze con il forte. L’abbinamento al riso è assolutamente efficace anche se in queste prime battute il piatto deve essere regolato di sapidità.

Grande intensità anche nell’altro nuovo primo piatto, i ravioli con le trippette di baccalà.

Bellissimo il tonno e fave fresche di orto.

Più incomprensibile lo scampo con le animelle, ma da quello che ho capito è un must che corre lungo la Penisola.

Chiude questa esperienza completa e appagante la sezione dolce della cena, assolutamente piacevole e perfetta. Torre del Saracino si conferma una realtà leader del Centro Sud.

 


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