![Lello Surace, Antonio Pace e Massimo Di Porzio](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2014/10/lello-surace-antonio-pace-e-massimo-di-porzio.jpg)
di Dora Sorrentino
E’ fuori di dubbio che la trasmissione Report di domenica scorsa abbia scatenato non poche polemiche, un attacco palesemente spudorato nei confronti di uno dei più grandi vanti partenopei. L’Associazione Verace Pizza Napoletana, durante una conferenza stampa tenutasi nell’aula magna di Eccellenze Campane, prova a rispondere alle accuse rivolte al mondo della pizza napoletana avvalendosi del supporto del professor Antonio Limone, commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno che ha sede a Portici.
La risposta è chiara e precisa: la nostra salute non è a rischio, perché la pizza cotta nel forno a legna non fa male. Ovviamente tutto sta alla professionalità dei pizzaioli che hanno l’obbligo indiscusso di curare il forno e di non cuocere troppo a lungo le pizze, ma i livelli di idrocarburi trovati nei campioni analizzati sono tre volte inferiori a quelli denunciati nella trasmissione della Gabanelli. Il punto è: quando si effettuano esami di questo tipo, il campione deve essere analizzato in toto e non solo la parte bruciacchiata, altrimenti è automatico che i livelli di benzoapirene risultino eccessivi. “La quantità di idrocarburi rilevati in una pizza bruciata è inferiore a quella che si trova nelle cozze” dichiara Antonio Limone, responsabiel dell’istituti Zooprofilattico di Portici
La pizza napoletana, quindi, non rientra in quegli alimenti pericolosi per la salute umana, sempre tenendo conto del rispetto dei criteri di qualità e di professionalità. Ad alzare la voce, durante la conferenza, è Antonio Starita, storico pizzaiolo di Materdei. «Non è più possibile accettare attacchi del genere contro la Campania, – ha dichiarato – dobbiamo difendere la nostra ricchezza, è impossibile pensare alla pizza napoletana non cotta nel forno a legna». Ci va giù pesante anche Guglielmo Vuolo, dell’omonima pizzeria di Casalnuovo e pizzaiolo di Eccellenze Campane. «E’ normale che abbiamo fatto una brutta figura in televisione. Di tutta l’intervista, la mia durata tre quarti d’ora, hanno ritagliato quello che volevano a discapito della pizza». Nel frattempo queste dure denunce servono un po’ a fare mea culpa su molte lacune emerse durante il servizio. A tal proposito, l’Associazione Verace Pizza Napoletana si farà garante di maggiori controlli nelle pizzerie affiliate affinché vengano rispettate le norme disciplinari.
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