di Cosimo Torlo
La mia conoscenza del Friuli la devo in buona parte alla lettura dei libri di Sgorlon, il primo scrittore totalmente friulano che abbia tentato di costruire un vasto ciclo epico attraverso i momenti eminenti, spesso tragici, della storia del suo popolo.
Secondo la poetica contemporanea l’epica non è più possibile, perché la visione moderna è irreparabilmente individualistica ed ha rinunciato a una visione d’assieme e armoniosa del mondo, di cui ormai si possono conoscere soltanto i frammenti e i fenomeni sparsi.
Sgorlon è stato decisamente controcorrente. Resosi conto che la visione soggettiva conduceva all’ individualismo più esasperato e progressivamente al nulla filosofico e poetico, recuperando l’epica.
Partendo da questo ha saputo raccontare meravigliosamente storie di comunità, di famiglie, di paesi, della gente friulana.
Tutto questo mi è tornato alla mente nella due giorni in cui sono stato nel Collio invitato ad una manifestazione promossa da 5 produttori di Cormons.
Cinque amici, cinque protagonisti di un mondo ancor oggi meraviglioso e ricco di vita.
Damian Princic, Edi Keber, Damijan Podversic, Roberto Picech, Dario Raccaro.
Lo slogan che hanno coniato per la loro manifestazione è talmente essenziale che richiama appunto la filosofia di Sgorlon “Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile”.
Il Collio..un piccolo grande luogo posto nel cuore dell’Europa, tra le alpi Giulie e il mar Adriatico, li, a mezzaluna in una natura meravigliosa nascono alcuni dei più buoni vini banchi del mondo.
La storia dei vigneti del Collio è antichissima, risalendo all’epoca preromana, attraversando il Medioevo, fino ad essere uno dei vini più importanti per i dogi, per l’imperatore Carlo V d’Asburgo, dello zar di Russia, fino ai sovrani dell’Impero Austro Ungarico. Una terra che fu protagonista di una delle battaglie più cruente della prima guerra mondiale.
Una terra che ha visto dividersi famiglie nel giro di un giorno nella suddivisone che avvenne dopo la fine della stessa.
L’area vitata del Collio vede una superfice di 1500 ettari a Doc, l’area si estende tra Judrio a ovest, e Isonzo a est, e sono 8 i comuni coinvolti; Capriva del Friuli, Cormons, Dolegna del Collio, Farra d’isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio, San Lorenzo Isontino.
Il suolo è chiamato “ponca”, composto da marne e arenarie stratificata, la “ponca” dona ai vini un impronta di mineralità e salinità che li rende unici ed inconfondibili per il loro gusto e profumo. Vini che esprimono il meglio di sé dopo un paio di anni dall’uscita sul mercato, raggiungendo il loro massimo splendore tra i 4 ed i 6 anni.
Le degustazioni;
Dario Raccaro 2013: il suo Collio è realizzato con l’utilizzo di un 20% di Tocai Friulano, 30% Sauvignon, 50% di Pinot Grigio.
Si presenta con un colore paglierino chiaro, limpido con riflessi dorati. Al naso si sente la sua giovanissima età, ma poco dopo aperto si apre con una piacevole esplosione di mela e pera. In bocca è ampio, con una discreta acidità.
Damian Princic – Colle Duga 2013: per l’annata presentata le uve per il bland sono in parti uguali suddivise tra Friulano, Chardonnay, Malvasia, Sauvignon.
Il colore ha riflessi più opachi del precedente, ma con una complessità di sfumature decisamente interessanti. Al naso oltre ai classici sentori di mela e pera offre toni floreali molto freschi. In bocca gioca più sull’eleganza che sulla potenza, buona acidità.
Roberto Picech – Jelka; qui l’uvaggio utilizzato e a base di Ribolla Gialla, Tocai Friulano e Malvasia Istriana.
Giallo paglierino limpido, dorato con riflessi solari. Al naso è quello dove si sente di più il legno, ma ben bilanciato da squisite sensazioni di frutta, su tutte la pera e la mela matura. In bocca ha un impatto deciso, una morbidezza che ben assemblea il legno e l’alcol.
Keber; uvaggio composto da 70% di Tocai friulano, 15% Ribolla gialla, 15% Malvasia istriana.
Il colore è deciso e netto, uniforme nelle sue sfumature. Dopo un approccio che fa emergere una lieve riduzione, subito dopo si libera netto, con una grande ricchezza fruttata che ancor più si sente in bocca. Un vino potente, che si offrirà al meglio tra 5/6 anni.
Damijan Podversic – Bianco Kaplja 2009; Chardonnay al 40%, Friulano al 30%, Malvasia istriana al 30%.
Il vino più estremo dei 5, la grande maturazione sulle bucce che il produttore fa fare alle sue uve lo rendono certamente tra i più complicati da degustare. Il colore è giallo antico lievemente ambrato. Al naso sentori di miele di castagno, pera, ma anche al fondo dell’erba medica. In bocca è pieno, succoso, con una grande persistenza.
Detto dei vini qualche parola non possiamo non spenderla per la magnifica cucina friulana.
La splendida cena presso la famiglia Devetak a San Michele del Carso, un menù con ispirazioni dei vari passaggi storici che hanno visto protagonista quella terra; asburgica, tedesca, slovena, italiana. Il tutto in abbinamento ai 5 vini di Collio Vitae.
E vogliamo parlare della Subida? un posto meraviglioso per il corpo e per lo spirito, uno spirito che lì ha anche i sentori di un aceto speciale realizzato da Josko Sirk realizzato solo con uva intera, una chicca. Che ben accompagna gli splendidi formaggi del territorio, le zuppe, le uova, i pesci grassi, sulle fragoline e sui mirtilli, ma davvero si presta a molti abbinamenti in cucina.
Infine il pane, così come a Napoli si ci attrezza per difendere quel patrimonio, nel Collio la stessa cosa stanno facendo per i loro forni, un pane squisito e di una leggerezza straordinaria.
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