
Gaetano e Pasquale Torrente fanno strike sui media con Burro e alici a Erbusco, dal Mattino al Corriere e adesso sull’Espresso con un bel pezzo di Vizzari. Qui l’articolo di Maffi pubblicato sul Mattino.
di Giancarlo Maffi
“Zio Vittorio”. E’ così infatti che l’istrionico cetarino affettuosamente chiama il patron di Bellavista. Lassù, nel vecchio centro storico di Erbusco, autentica patria del Franciacorta che più Franciacorta non si può, in una casa di campagna con corte, rimessa e ridipinta con l’aiuto fisico di meta’ della famiglia proprietaria, Pasquale ha immesso con bella forza i suoi prodotti, il suo mare e il figlio Gaetano in un insidiamento di terra generosa e uomini tosti. Questo era il ristorante di una famiglia, i Sodi, che in tempi lontani teneva ristorante in una delle zone più belle di Bergamo, a metà fra Città Alta e i colle di San Vigilio , che la sovrasta. Poi trasferitisi in Franciacorta, appunto in questo angolo di paradiso di vigne, case sobrie e nobili ville. Impostazione toscana, valide carni e fagioli zolfini le loro proposte.

La visione di Moretti e la grinta felicemente carabica di Torrente trasformeranno questo assonnato posto in una perdizione golosa. L’atteggiamento di Pasquale verso il mondo mi pare infatti più impostato sulle note marleyniane del più sereno “Cetara no problem” piuttosto che intristirsi nel consueto stereotipo di scugnizzo napoletano d’esportazione un po’ invecchiato. Le alici qui sembrano annegare felici nell’ olio, la frittata di pasta tiene la fragranza nonostante l’aria non sia quella della costiera amalfitana, la parmigiana di pesce azzurro troverà una sua nobiltà vicino ai piccoli e grandi vini di tutta Franciacorta e a qualche etichetta che una mano nota e amica ha preteso ci fossero, in una carta da cui si potrà attingere, al bicchiere, con generosità. Poi il “cuoppo”, il frittino di calamari e gamberi lanciato da Torrente dentro ai corner di Eataly nella carta paglia, la pasta patate e cozze, lo spaghetto con la colatura di alici.Insomma la cucina del Convento si sposa tutta, magnificamente, con le vigne di Erbusco.
Pasquale ha portato il figlio Gaetano sul rettilineo d’arrivo come un gregario di lusso e poi gli ha lasciato strada, per il suo primo e importante rush finale. Sono li seduto nell’aia,con amici, a fine serata, e mi gusto le candele spezzate al ragù napoletano, pensando che devo trovare un posto qui in Versilia, dove vivo, per avere queste magnifiche produzioni a casa mia. Ti lancio questa proposta, Pasquale: porta anche da noi la tua voglia di vita e la tua cucina cetarina ma con l’impronta del tuo bel modo di vivere, appunto, “no problem”.
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