di Luca Miraglia
Grande era l’attesa che si respirava da giorni fra gli appassionati per la “serata Barolo” organizzata da Marina Alaimo nell’ambito degli appuntamenti periodici, tutti imperdibili, che si susseguono nella cornice intima ed accogliente dell’enosteria “Cap’alice” di Mario Lombardi; attesa che nasceva, tra l’altro, dal fatto che le etichette presentate, Vajra e Baudana, non sono attualmente reperibili in città.
Ebbene, le aspettative non sono certamente andate deluse, perché i vini – una “verticale” di ben sei annate dalla 2005 alla 2010, egualmente suddivise fra le due aziende, entrambe oggi appartenenti alla famiglia Vajra – si sono dimostrati quanto mai emozionanti e rappresentativi dell’elite della tipologia: non dimentichiamo che stiamo parlando del “re dei vini e vino dei re”!
C’è di più: un ulteriore elemento di interesse è stata la possibilità, anche per i meno esperti, di cogliere le diversità – a volte profonde, a volte sfumate – tra vini prodotti in due comuni ben distinti del territorio delle Langhe, ovverosia Barolo e Serralunga: il primo, storicamente vocato ad espressioni vinicole più eleganti e profumate, quasi femminili; il secondo, latore di vini di grande austerità e struttura, destinati ad un lungo invecchiamento e perciò considerati più virili: ciò in relazione alle differenti caratteristiche fisico-chimiche dei suoli, determinatesi nel corso delle ere geologiche.
L’illustrazione della storia aziendale e delle modalità di lavoro in vigna ed in cantina è stata curata dal più giovane degli eredi della tradizione Vajra, Isidoro, il quale, fra aneddoti di famiglia e spiegazioni più tecniche, ha dimostrato di essere già depositario del sapere e dell’eredità di due delle più blasonate aziende operanti nel magico comprensorio langarolo.
Emozionante, tra tanti, il racconto di come, nel 2009, si pervenne alla cessione, da parte di Luigi Baudana e della moglie Fiorina, ormai piuttosto anziani e, soprattutto, privi di eredi, della loro “creatura” (poco più di quattro ettari ubicati in una delle zone di eccellenza del territorio di Serralunga) alla famiglia Vajra, ritenuta in grado di perpetuare meglio di altri possibili acquirenti la memoria dei loro vini, frutto di antica tradizione.
Ecco le impressioni degustative:
Bricco delle Viole Vajra 2005: figlio di un’annata alquanto irregolare, con piogge estive ed eccessivo caldo autunnale, ha invece dimostrato la prestigiosa unicità del luogo ove è situato il vigneto, posto in cima ad una collina a 480 metri di altitudine che permette il rapido deflusso dell’umidità in eccesso; ne è originato un vino di grande eleganza e succosità, in cui si evidenziano appieno alcune note sensoriali tipiche dei Barolo di qualità, come la violetta (nomen omen!), il petalo di rosa rossa, e poi, in sequenza, delicati sentori di spezie, liquirizia e cacao.
Si palesa ancora molto giovane sia all’olfatto che al palato, nonostante il decennio sulle spalle.
Baudana 2006: annata anch’essa non facile climaticamente e pertanto vino piuttosto “scorbutico” nei primi anni di vita; sta venendo fuori adesso, con la sua grande classicità figlia del territorio: ben percepibili note di sottobosco e resina con un finale lungo e disteso, ideale compagno di una serata con amici davanti ad un camino acceso.
Baudana 2007: è stata l’ultima annata vinificata da Luigi Baudana ma non la più fortunata; il caldo eccessivo e perdurante ne ha penalizzato l’equilibrio evolutivo rendendolo piuttosto monocorde e meno elegante degli altri.
I tannini sono già molto maturi ma non favoriscono la persistenza gustativa: forse il meno felice dei vini in degustazione.
Bricco delle Viole Vajra 2008: definito da Isidoro Vajra come figlio di “una bellissima annata, climaticamente il sogno di tutti i produttori”; si percepisce tutta l’ampiezza del varietale (ritroviamo al naso, preponderante, il sentore di viola), in un vino già buono oggi ma ancora giovane e dalla spiccata sapidità e croccantezza che stimola il sorso successivo e soddisfa non solo il palato ma anche gli altri sensi con un finale lunghissimo.
Vino da applausi, non può mancare in cantina.
Bricco delle Viole Vajra 2009: l’annata calda è stata comunque ben mitigata dall’esposizione e dall’altitudine del vigneto; ne è nato un vino che, pur scontando la sua indubbia gioventù, risulta già oggi fruibile, pur potendosene ipotizzare il completo sviluppo evolutivo nell’arco del prossimo decennio.
Baudana 2010: gli occhi di Isidoro si sono illuminati al pensiero che un’annata così ideale ha dato vita ad un vino dalla classicità assoluta che integra l’austerità tipica di Serralunga con la cifra stilistica apportata dalla famiglia Vajra, in un connubio dalle grandi potenzialità evolutive, allo stato appena percepibili in tratti di grande finezza e note varietali appena sbocciate.
Vini di tale spessore hanno trovato un adeguato connubio con i piatti espressamente preparati dallo chef di Cap’alice, con un occhio anche al periodo di Carnevale in corso: lasagna napoletana della tradizione, brasato al Barolo e, per concludere, panna cotta alla nocciola d’Alba e caramello.
Grande serata, grandi emozioni.
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