Siamo alla settecentotrentottesima cuvée assemblata dai fratelli dello Champagne, Jean-Hervé e Laurent Chiquet, i proprietari di Jacquesson, la Maison di Dizy.
E’ semplicemente questo il motivo per cui i Chiquet chiamano le loro cuvée con un numero: quello progressivo della cuvée prodotta ogni anno.
Questo sistema è nato con la cuvée 728, la vendemmia dell’anno 2000.
Come ho avuto modo di spiegare in altre occasioni, dato che ho parlato spesso dei vini di Jacquesson, non nascondendo che sono fra i miei preferiti, Jean-Hervé e Laurent hanno un po’ stravolto il concetto di BSA (Brut Sans Année) largamente diffuso fra i conoscitori dello Champagne e in questo stanno intraprendendo un percorso che li porta (e li porterà ancora di più in futuro) a diventare più “vignerons”, dando largo spazio al terroir, alla tipologia di coltivazione (sono biologici di fatto ma non gliene importa nulla delle certificazioni), alla diversità delle varie vendemmie.
Non a caso hanno scelto di diminuire il numero di bottiglie per favorire la qualità delle stesse e, in tempi come questi, si tratta di una decisione estremamente coraggiosa e lungimirante.
Non a caso nella loro serie 7 intervengono non solo i singoli vini di riserva di ogni millesimo ma addirittura l’assemblaggio delle cuvée precedenti conservato come vino di riserva ogni anno.
Un vero MULTIMILLESIMATO quindi.
La loro piccola rivoluzione si basa sul fatto che il vino, anche se non millesimato, deve sempre e comunque rispettare il carattere dell’annata di riferimento e, aggiungono, è necessario dare queste informazioni in modo dettagliato al consumatore riportandole tutte sulla bottiglia.
Infatti sulla retroetichetta di ogni bottiglia troveremo tutti i dati “sensibili” del vino come annata di riferimento, percentuale di vini di riserva (sempre ridotta per fare in modo che il millesimo non perda il carattere), percentuale dei vitigni nell’assemblaggio, data di sboccatura e, con la nuova versione dell’habillage, il numero di bottiglie, magnum e jeroboam prodotte viene indicato sulla fascetta al collo della bottiglia.
Oltretutto questa nuova etichetta la trovo veramente azzeccata, sia nella grafica, essenziale e d’impatto, sia nei dati che risaltano molto di più rispetto alla precedente versione.
Una vera e propria carta d’identità del vino e, credo di non essere l’unica, amo particolarmente questa chiarezza di informazioni e questo approccio con il consumatore finale.
Magari non importa nulla sapere qual è la percentuale di Chardonnay o quella dei vini di riserva per valutare la piacevolezza del vino, ma è importante che il produttore sia trasparente in quello che comunica al suo cliente.
Ampliando il discorso sulla gamma dei prodotti Jacquesson, il 2002 è stato l’ultimo anno in cui è stata prodotta la cuvée millesimata.
Dall’anno successivo, quindi dal 2003, vintage di base della cuvée 731, gli Champagne millesimati sono stati prodotti esclusivamente come Lieux Dits, ovvero da quattro singoli vigneti di proprietà e solo nelle annate più meritevoli:
Corne Bautray a Dizy
Terres Rouges sempre a Dizy
Champ Caïn ad Avize
Vauzelle Terme ad Aÿ
Se l’annata non dovesse rivelarsi qualitativamente o quantitativamente sufficiente per creare un Lieu Dit, le uve concorreranno a formare il multimillesimato.
A Settembre 2014 è uscita la nuova 733DT, Dégorgement Tardif, ossia la cuvée 733 (anno di riferimento 2005) tenuta in cantina in condizioni perfette per otto anni e sboccata solo recentemente.
Tanto è grande la 733, quanto è magnifica questa 733 DT! Peccato ve ne siano poche…
Lo Champagne di oggi è la cuvée
738 Jacquesson
Vendemmia 2010 con 33% vini di riserva.
61% Chardonnay – 18% Pinot Noir – 21% Pinot Meunier
Dégorgement: Giugno 2014
Dosaggio: 2,5 g/l
Nr. bottiglie prodotte: 254.774
Dolci profumi di frutta gialla mi colpiscono subito il naso. Lieve arriva anche una mineralità sostenuta che mi riporta alla freschezza di un cedro appena tagliato.
La fitta materia presente al sorso arrotonda il palato in modo perfetto e la finezza delle bollicine lo rende elegante e snello.
Il ritorno di sentori fruttati, persino esotici come ananas e passion fruit, richiamano la beva semplice e “facile” di uno Champagne ben fatto, equilibrato, estremamente piacevole.
L’impatto dell’acidità, ben presente e amalgamata al corpo del vino, non è mai troppo invadente e lascia ampio respiro ad un appagamento sensoriale che distende e diverte.
Un vino, come definisce lo Champagne Jean-Hervé Chiquet e come è scritto anche nell’etichetta che recita “Grand Vin”, che non lascia dubbi sulla ineccepibile qualità delle materie prime e del rispetto enorme della loro lavorazione in cantina.
Il dosaggio di 2,5 g/l da extra Brut non fa che avvalorare quanto detto perché non nasconde, anzi esalta, le caratteristiche di verticalità altrimenti non distinguibili in uno Champagne più “zuccherino”.
Ha lunga vita con questa bella acidità ma è pronto da godere ora, accompagnandolo a crudità di pesce o ad una vellutata di legumi, oppure, perché no, ad un piatto di tortellini modenesi, assolutamente in brodo.
Distributore per l’Italia:
Pellegrini Spa
Via Giuseppe Mazzini, 43
Cisano bergamasco BG
Tel: 035.781010
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