6 dicembre 2002
Non quello imposto da un marketing stanco all’inizio di novembre ma questo è il vero, l’autentico, l’unico novello della Campania: parliamo del Gragnano, blend di aglianico, piedirosso, sciascinoso rifermentato in autoclave, dai sentori ermafroditi. Dolce e amaro, di corpo ma beverino, frizzantino, si beve e si capiscono le papille gustative dei napoletani che lo hanno sempre tenuto in grandissima considerazione. Grazie, c’è qualcosa di meglio da bere su una pizza margherita, su una parmigiana di melanzane, sul soffritto e sugli altri piatti tipici che continuano ad essere eseguiti con scrupolosa puntigliosità nelle case e nelle trattorie? La tratta del vino era un rito, all’inizio del secolo gestito spesso dai bottai che raccoglievano il risultato della fatica contadina e lo rivendevano ai grossisti in città. Il frazionamento della proprietà nella Terra delle Sirene, difficile trovare aziende che vantano più di un ettaro di proprietà, e il cambio di marcia nei consumi avevano eclissato Gragnano e suo cugino Lettere. Ne restava traccia da Mimì alla Ferrovia. Sicuramente il merito storico delle cantine Grotta del Sole (via Spinelli, 2 a Quarto. Telefono 081. 8762566, sito www.grottadelsole.it) è di averlo riscoperto, rilanciato e, usiamo il neologismo di moda, definito la «tracciabilità» di ogni bottiglia al cui collo il cartoncino elenca con scrupolo certosino i nomi dei contadini che hanno conferito le uve all’azienda. Oggi al timone della cantina di Quarto ci sono Elena Martusciello (nella foto), i figli Francesco e Salvatore e il cognato Gennaro, instancabile promoter dell’Associazione Enologi. Segnaliamo volentieri anche il Gragnano di Luigi Iovine, affiancato dai figli Aniello, Raffaele e Giuseppe, la cui azienda a Pimonte (Via Nazionale, 23. Telefono 081.8792123) opera proprio a ridosso di Gragnano da circa un secolo. Il primo sorso della vendemmia campana non macerato carbonicamente come i novelli arriva in questo caso subito dopo le feste di Natale. Chiudiamo con una terza versione, quella di Caputo (Teverola, via Garibaldi, 64. Tel. 081.503955). Quasi dimenticavo, se lo pagate intorno ai 5 euro nessuno vi avrà rubato nulla.