Azienda Agricola Radikon
Località Tre Buchi, 4
Tel. 0481 32804 Fax 0481 539948
www.radikon.it
di Tommaso Esposito
Per arrivare su alla cantina si lascia Gorizia e si sale in collina.
Si passa dinnanzi al Sacrario Militare che fu voluto nel 1938.
Un monumento che suscita emozione, ma è meno noto di Redipuglia.
Poi ancora più su tra i vigneti che degradano ormai verso la Slovenia.
Qui nel cuore del Collio, tra l’Isonzo e San Floriano, dal 1980 Stanislao, detto Stanko, Radikon, Suzana sua moglie e Saša suo figlio hanno, nome omen, messo radici: vigneti e cantina.
Tutto cominciò nel dopoguerra quando Franz Mikulus assestò i terreni, mise a dimora le viti di Ribolla, l’antica tipica varietà del Collio, tra il Tocai Friulano, il Pinot Grigio, il Merlot e diede in sposa sua figlia Sofia a Edoardo Radikon .
Fino agli anni Ottanta vini tradizionali venduti sfusi dalle botti.
Poi l’azienda passa a Stanislao Radikon, che inizia l’imbottigliamento. Tecnologie nuove. Acciaio. Vini freschi d’annata. E poi ritorno al legno. Prime barrique in cantina.
Dal 1995 radicali mutamenti: tini a tronco conico sui 25-35 hl.
Qui dentro si macerano le uve bianche.
La tecnica primordiale usata dai nonni per produrre vini resistenti all’ossidazione.
Il terreno è ha molta “ponca”, un’argilla molto compatta negli strati profondi.
E’ quasi roccia che si discioglie a contatto con l’acqua.
Ci sono grandi pendenze e tutti i lavori si eseguono manualmente.
Pochi grappoli per pianta e sfogliatura godono del sole e dei minerali.
Nessun trattamento non naturale, niente erbicidi, insetticidi o concimi di sintesi.
Vendemmia tardiva in pieno autunno con le foglie gialle.
Raccolta manuale in cassette e giù in cantina.
Qui viene diraspata e messa a fermentare con le bucce in tini di legno tronco conici da 25-35 hl.
Per i vini bianchi si segue lo stesso processo di vinificazione dei vini rossi.
E le macerazioni ormai sono estreme: 3-4 mesi.
La fermentazione avviene spontaneamente solo con i lieviti già presenti sulle uve.
La fermentazione alcolica dura una quindicina di giorni e in questo periodo si fanno quattro follature al giorno consistenti nella rottura del cappello di bucce, che si forma nella parte superiore del tino aperto, con bastone di legno sagomato chiamato follatore.
In tal modo le bucce vengono mantenute costantemente a contatto con mosto-vino.
Finita la fermentazione alcolica le bucce non sono più spinte in alto e cadono sul fondo.
Allora il tino viene colmato e chiuso ermeticamente.
Nascono vini di un colore molto intenso e con gli antiossidanti naturali necessari per la loro conservazione.
Stanko non usa solforosa.
Alla macerazione seguono svinatura e lieve pressatura.
Poi l’affinamento grandi botti di rovere (30-35 hl) per tre anni.
Poi ancora un altro anno in bottiglia prima di giungere alla vendita.
Ogni annata sarà diversa dall’altra.
“Com’è in natura. Naturalità assoluta fino al travaso.”
Prima di portarli via con me ho assaggiato Ribolla Gialla e Oslavje 2005 e 2006.
Sconvolgenti, ma era piena estate.
Ora che c’è l’autunno e su da Stanko comincia una nuova storia è il tempo di gustarli appieno.
Vedremo.
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