I tredici milioni di euro all’asta bandita dal Tribunale di Salerno per comprare la Antonio Amato sono alla fine la cifra con la quale Giuseppe Di Martino, presidente del Consorzio Pastai di Gragnano e imprenditore nel settore da tre generazioni, ha acquisito lo storico marchio campano noto per essere stato a lungo sponsor della Nazionale di Calcio.
“Amato è nostro!!!!! Viva Salerno e Gragnano” è l’sms delle 12 che mi ha inviato raggiante.
Sette parole che spiegano perché Giuseppe ha una marcia in più.
Anzi, una parola: Amato è NOSTRO, non MIO. Il primo promome plurale che, come scrive Aldo Cazzullo nel suo ultimo libro, dai 40 in giù nessuno pronuncia più in Italia.
“Nostro” significa della famiglia, del sistema Campania, del settore, di un territorio nel quale l’individuo, nel fare i suoi legittimi interessi, riesce a restituire alla comunità valore aggiunto facendo diventare azionista de facto anche chi vive nei paraggi perché crea ricchezza.
Tutto il contrario di quanto è avvenuto nella maggior parte dei casi in Italia dove c’è impresa di rapina.
E’ quel NOSTRO che ha spinto Giuseppe ad affacciarsi sul 2.0 diventandone protagonista, navigare nei social network come uno dei tanti, a rivendicare lo spirito di appartenenza ad una tradizione con il riconoscimento della igp per Gragnano. Un esempio di come si deve stare in rete.
Qual è l’idea di Di Martino nel rilevare uno stabilimento che aveva tradizione e nome ma è fallito? “La forza di Salerno è associata a due concetti che voglio sviluppare nei prossimi anni: la buona amministrazione cittadina e l’ambiente pulito. Sono due asset su cui costruire qualsiasi impresa commerciale”.
Ieri ci si era sentiti per un articolo al Mattino che mi ha assorbito tutta la giornata sulla questione dei consorzi dop abbandonati dalla regione e dal governo e mi aveva detto che era in trepida attesa.
Una giornata nella quale ho dovuto constatare per l’ennesima volta come i tempi di reazione della politica non sono adeguati a quelli del mercato e delle emergenze ambientali ed economiche.
Ma per fortuna non tutto è perduto. E adesso Giuseppe si gode il successo!
Un grandissimo in bocca a lupo!!!!
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